Notte di fuoco a Genova, arrestato il capo ultras dei serbi
CalcioTrovato nascosto nel vano motore di un pullman il capo ultras. Il bilancio finale della violenza notturna parla di 16 feriti (di cui 2 carabinieri, gli altri tutti serbi) e 17 arrestati, 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. FOTO E VIDEO
L'album: Serbia, follia hooligans a Genova
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E' una guerriglia urbana quella che si è scatenata durante le operazioni di deflusso degli ultrà serbi dallo stadio Ferraris dopo gli incidenti che hanno impedito che si giocasse Italia-Serbia. Alla follia della giornata in cui Genova è stata messa sotto scacco, si è aggiunta nuova follia: un inferno che richiama alla memoria gli scontri del G8 nel 2001.
Il bilancio finale parla di 16 feriti (di cui 2 carabinieri, gli altri tutti serbi) e 17 arrestati. Sono 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Tra loro c'è anche l'uomo tatuato che, tronchesi alla mano, ha tagliato la rete della gabbia all' interno della quale, dentro lo stadio, erano stati confinati i circa 2.000 hooligan di Belgrado. Lo hanno trovato le forze dell'ordine dopo le perquisizioni andate avanti tutta la notte: era nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultras. E' stato identificato attraverso una data che è tatuata sull'avambraccio dell'uomo.
La rabbia dei tifosi serbi in attesa di lasciare Marassi, col passare delle ore è cresciuta, esplodendo quando sono riusciti a sfondare un cancello della gabbia di prefiltraggio, che si trova all'esterno dello stadio e dentro la quale erano parcheggiati almeno una dozzina di pullman in attesa di essere scortati fuori dalla città.
La polizia è entrata per contenere la violenza e all'interno della gabbia si è scatenato l'inferno. In tre sono rimasti feriti, fra questi un carabiniere. Le forze dell'ordine hanno poi tentato di respingere i facinorosi verso i portici dello stadio, e lì lo scontro si è fatto più duro, provocando altri feriti.
Sei feriti sono stati trasportati all'ospedale Galliera, altri sei all'ospedale San Martino (tra loro un poliziotto ed un carabiniere con traumi cranico e facciale), due al Villa Scassi e uno ha rifiutato il ricovero. Il piu' grave sarebbe il carabiniere, raggiunto - sembra - da un petardo vicino al volto. Le sirene delle ambulanze hanno tagliato l'aria tutta la notte mentre gli abitanti di Marassi dai balconi hanno assistito attoniti. Si era anhe diffusa la notizia, non confermata ufficialmente, del ritrovamento di due bombe carta portate dagli ultrà serbi.
Il picco di violenza da parte dei tifosi serbi si è verificato intorno a mezzanotte quando la situazione sembrava essere sotto controllo con i supporters della nazionale ospite in attesa di essere identificati e poi accompagnati ai pullman o alle auto per far ritorno a casa. I facinorosi hanno aperto i cancelli della zona di prefiltraggio dello stadio di Marassi in cui erano stati collocati e sono usciti. La polizia è dovuta intervenire per ricacciarli all'interno. Si è scatenato l'inferno. E' stato uno scontro corpo a corpo. Quando la situazione sembrava più tranquilla si sono riaccese le violenze dei tifosi serbi con bombe carta e lanci di oggetti contro gli agenti (vedi il minuto 3.30 del video).
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E' una guerriglia urbana quella che si è scatenata durante le operazioni di deflusso degli ultrà serbi dallo stadio Ferraris dopo gli incidenti che hanno impedito che si giocasse Italia-Serbia. Alla follia della giornata in cui Genova è stata messa sotto scacco, si è aggiunta nuova follia: un inferno che richiama alla memoria gli scontri del G8 nel 2001.
Il bilancio finale parla di 16 feriti (di cui 2 carabinieri, gli altri tutti serbi) e 17 arrestati. Sono 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Tra loro c'è anche l'uomo tatuato che, tronchesi alla mano, ha tagliato la rete della gabbia all' interno della quale, dentro lo stadio, erano stati confinati i circa 2.000 hooligan di Belgrado. Lo hanno trovato le forze dell'ordine dopo le perquisizioni andate avanti tutta la notte: era nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultras. E' stato identificato attraverso una data che è tatuata sull'avambraccio dell'uomo.
La rabbia dei tifosi serbi in attesa di lasciare Marassi, col passare delle ore è cresciuta, esplodendo quando sono riusciti a sfondare un cancello della gabbia di prefiltraggio, che si trova all'esterno dello stadio e dentro la quale erano parcheggiati almeno una dozzina di pullman in attesa di essere scortati fuori dalla città.
La polizia è entrata per contenere la violenza e all'interno della gabbia si è scatenato l'inferno. In tre sono rimasti feriti, fra questi un carabiniere. Le forze dell'ordine hanno poi tentato di respingere i facinorosi verso i portici dello stadio, e lì lo scontro si è fatto più duro, provocando altri feriti.
Sei feriti sono stati trasportati all'ospedale Galliera, altri sei all'ospedale San Martino (tra loro un poliziotto ed un carabiniere con traumi cranico e facciale), due al Villa Scassi e uno ha rifiutato il ricovero. Il piu' grave sarebbe il carabiniere, raggiunto - sembra - da un petardo vicino al volto. Le sirene delle ambulanze hanno tagliato l'aria tutta la notte mentre gli abitanti di Marassi dai balconi hanno assistito attoniti. Si era anhe diffusa la notizia, non confermata ufficialmente, del ritrovamento di due bombe carta portate dagli ultrà serbi.
Il picco di violenza da parte dei tifosi serbi si è verificato intorno a mezzanotte quando la situazione sembrava essere sotto controllo con i supporters della nazionale ospite in attesa di essere identificati e poi accompagnati ai pullman o alle auto per far ritorno a casa. I facinorosi hanno aperto i cancelli della zona di prefiltraggio dello stadio di Marassi in cui erano stati collocati e sono usciti. La polizia è dovuta intervenire per ricacciarli all'interno. Si è scatenato l'inferno. E' stato uno scontro corpo a corpo. Quando la situazione sembrava più tranquilla si sono riaccese le violenze dei tifosi serbi con bombe carta e lanci di oggetti contro gli agenti (vedi il minuto 3.30 del video).