Oddo: "Noi siamo aperti a trattare, ma la Lega alza un muro"

Calcio
Oltre a lottare in campo, Massimo Oddo lotta anche fuori per l'Assocalciatori
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Il difensore del Milan sulla rottura della trattativa per il contratto collettivo: "La demagogia in Italia è normale, siamo costretti a certe decisioni nostro malgrado..." . Beretta: "Tutto ci lascia pensare che le loro posizioni siano pretestuose"

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Parla Oddo - "Noi siamo apertissimi a qualsiasi discorso, ma la Lega erige un muro senza voler trattare e allora siamo costretti a certe decisioni nostro malgrado...". Non solo assist-man, come dice Galliani, ma anche sindacalista: Massimo Oddo ribadisce le ragioni del sindacato calciatori, all'indomani della sua bella prestazione in Napoli-Milan e della rottura delle trattative tra Aic e Lega calcio. "La demagogia in Italia è normale - ha aggiunto il terzino rossonero, intervenuto in diretta SkySport - è un po' meno normale da parte di certa stampa che non conosce i termini della trattativa. Chi siede al tavolo delle discussioni come la Lega non è giusto faccia uso di demagogia, perché noi non tocchiamo per nulla gli aspetti economici".

"Ci sono solo due punti sui quali non transigiamo - ha proseguito Oddo, già portavoce dei calciatori italiani nel giorno dell'annuncio di sciopero – I fuori rosa e l'obbligo di accettare i trasferimenti. Sarebbe come tornare indietro di 40 anni, quando il calciatore era un oggetto di proprietà delle società". Di questioni economiche "ora non si discute, in discussione ci sono solo i diritti di lavoratori, e che siano calciatori o altro sempre diritti sono". Peraltro, ricorda il terzino campione del mondo 2006, la categoria "è pronta a discutere su qualsiasi cosa, ma vogliamo anche essere ascoltati. Invece in Lega vogliono fare tutto di testa loro, non è plausibile un atteggiamento dittatoriale. Noi crediamo in quel che facciamo, senza offendere nessuno". Quanto alle remunerazioni, "un presidente – ha ricordato Oddo - è libero di investire come meglio crede i suoi soldi: quando si firma un contratto, lo si fa in due, senza obblighi da parte di nessuno. E quel contratto va rispettato".

La posizione della Lega -
La Lega di serie A non cambia i suoi delegati a trattare con l'Assocalciatori per il rinnovo dell'accordo collettivo. "Quella composta da Beretta, Lotito e Cellino è una formazione intoccabile", assicura Adriano Galliani al termine dell'assemblea che conferma la linea dura dei club e chiama in causa il n.1 della Federcalcio Giancarlo Abete affinché convochi "una trattativa no-stop per metter fine a questo gioco dell'oca", come spiega il presidente della  Lega di A, Maurizio Beretta. Insomma, la nuova minaccia di sciopero da parte del sindacato dei giocatori dopo l'ennesima fumata nera non sembra spaventare  le società, che hanno già fissato il prossimo appuntamento con la Figc a Roma il 2 novembre. "Noi non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza, a differenza di altri che hanno presenze più sporadiche e poi prendono decisioni sorprendenti. Ieri - continua Beretta - i delegati dell'Aic hanno lasciato il tavolo della trattativa dicendo che avevano l'aereo, poi ai giornalisti hanno detto che la trattativa si era interrotta".

"Tutto ci lascia pensare che le loro posizioni siano pretestuose: il negoziato - sottolinea Beretta - non è semplice ma, come risulta da ufficio legale della Federazione, su alcuni punti le posizioni sono molto meno distanti di quel che si dice". La Lega di serie A, ha ricordato il presidente, chiede che l'accordo preveda la "riduzione della retribuzione in caso di retrocessione in serie B, un evento che riduce drasticamente ricavi per le società, oltre alla possibilità di aver più premi per obiettivi".

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