Filippi, la Totti del nuoto: "Oggi vinciamo il derby 2-0"
CalcioRomana e romanista, la campionessa del mondo nei 1500 m stile libero si prepara alla sfida dell'Olimpico: "Dura senza il capitano, ma sono fiduciosa. Parola di 'Pupona'. Il racconto di quando a scuola doveva vedersela con i compagni laziali. FOTO E VIDEO
ALBUM: Roma - Lazio
Il derby di Roma
La carriera di capitan Totti
di ALFREDO ALBERICO
Per molti Alessia Filippi, una delle più grandi nuotatrici azzurre di sempre, è la "Pupona", una specie di Totti d'acqua dolce insomma. Fa incetta di medaglie dal 2005 (tutto iniziò con l'oro nei 400 misti ai Giochi del Mediterraneo), ma il paragone, che pure verrebbe facile, è meno frequente con la collega-rivale Federica Pellegrini, l'altra regina italiana della vasca.
Allora meglio Alessia come Francesco Totti, perché accomunati dalla romanità e da due colori: il giallo e il rosso della "Magica". "E' un onore sapere che il mio nome viene accostato al suo - dice la Filippi -. E non solo perché è il capitano della mia Roma. L'ho conosciuto, so quanto è impegnato nel sociale. A differenza di tanti non va a caccia di pubblicità. I campioni sono così".
Intanto siamo arrivati al derby. Senza Totti, appunto.
"Sarà dura, inutile nasconderlo. Non devo spiegarvi io cosa rappresenta il nostro numero dieci per la squadra, come giocatore e come trascinatore. La Lazio va forte, anche se in una partita come questa non si può dare nulla per scontato".
Come finisce allora?
"Vinciamo 2-0".
Allo stadio o a casa. Dove si gioca il derby della Filippi?
"Dai miei suoceri (a settembre si è spostata con Federico Paliotta, un medico, ndr), tra romanisti. Ma sarà comunque una situazione molto tranquilla".
In che senso?
"Tifo Roma, ma le questioni strettamente tattiche non le capisco. Mi concentro sulla telecronaca e per l'occasione non indosso né sciarpetta né divisa della squadra. Il mio derby è una riunione di famiglia".
Quindi la Roma è una questione di Dna?
"Sì, i miei parenti sono tutti giallorossi. A cominciare dal papà. E' un amore sbocciato da bambina, quando a scuola la maggior parte dei compagni era della Lazio. Un bel problema... Però sono una sportiva, non vedo nel biancoceleste il male assoluto".
Beh, quindi è felice del primo posto in classifica dei cugini...
"No, ma scherza? Non esageriamo. Ho detto che sono sportiva, ma romanista al cento per cento".
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Allora meglio Alessia come Francesco Totti, perché accomunati dalla romanità e da due colori: il giallo e il rosso della "Magica". "E' un onore sapere che il mio nome viene accostato al suo - dice la Filippi -. E non solo perché è il capitano della mia Roma. L'ho conosciuto, so quanto è impegnato nel sociale. A differenza di tanti non va a caccia di pubblicità. I campioni sono così".
Intanto siamo arrivati al derby. Senza Totti, appunto.
"Sarà dura, inutile nasconderlo. Non devo spiegarvi io cosa rappresenta il nostro numero dieci per la squadra, come giocatore e come trascinatore. La Lazio va forte, anche se in una partita come questa non si può dare nulla per scontato".
Come finisce allora?
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"Dai miei suoceri (a settembre si è spostata con Federico Paliotta, un medico, ndr), tra romanisti. Ma sarà comunque una situazione molto tranquilla".
In che senso?
"Tifo Roma, ma le questioni strettamente tattiche non le capisco. Mi concentro sulla telecronaca e per l'occasione non indosso né sciarpetta né divisa della squadra. Il mio derby è una riunione di famiglia".
Quindi la Roma è una questione di Dna?
"Sì, i miei parenti sono tutti giallorossi. A cominciare dal papà. E' un amore sbocciato da bambina, quando a scuola la maggior parte dei compagni era della Lazio. Un bel problema... Però sono una sportiva, non vedo nel biancoceleste il male assoluto".
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