Obi si prende l'Inter: gioca il derby. Santon, che succede?

Calcio
Obi Joel Chukwuma è nato a Lagos il 22 maggio 1991 (Getty Images)
joel_obi_inter_getty

Continua la favola del 19enne nigeriano: sarà titolare contro il Milan, mentre Santon finirà in panchina. Vincenzo Esposito, ex allenatore della primavera nerazzurra, ci aiuta a capire il momento opposto di questi due giovani classe 1991. LE FOTO

ALBUM: Inter - Derby della Madonnina

di LUCIANO CREMONA

Storie simili, momenti diversi. Hanno la stessa età, Joel Obi e Davide Santon. Hanno 19 anni, giocano nell'Inter dal 2005. Una vita insieme, dalle giovanili alla prima squadra. Il terzino, il predestinato, finito in prima squadra nel gennaio 2009, sembrava aver davanti a sè la carriera perfetta. Obi intanto si faceva le ossa nella primavera. Adesso, che alle porte c'è il derby, le parti si sono invertite. Santon in panchina, il nigeriano in campo. Probabilmente dal primo minuto.

Quando, prima di Inter-Juve Rafa Benitez ha detto a Sulley Muntari: "Tu vai in tribuna, in panchina ci va Obi", il segnale è stato chiaro. Lo spagnolo vedeva qualcosa di buono nel giovane nigeriano. Il ragazzino, nato a Lagos nel maggio del 1991, è andato via via ritagliandosi sempre più spazio, sfruttando anche la serie di infortuni che ha colpito i centrocampisti nerazzurri. Il 29 settembre il debutto in Inter-Werder: un quarto d'ora, sul 4-0, per assaggiare il prato di San Siro. Poi sono arrivati gli spezzoni con il Cagliari e con la Samp, prima del secondo tempo con il Brescia e la maglia da titolare contro il Lecce. Dove è stato il migliore in campo. Certo, la scelta di Benitez di puntare su Obi sembra obbligata. Ma non è così, perché contro il Milan il giovane 19enne verrà confermato dal primo minuto.

"Si vedeva subito che era uno di quelli con le potenzialità giuste per emergere, non mi stupisco che sia in prima squadra e che giochi". Vincenzo Esposito, ex allenatore della primavera dell'Inter (con la quale ha vinto uno scudetto e un torneo di Viareggio) ha visto Obi crescere sotto la sua guida. Perché il nigeriano all'Inter ci è arrivato presto, a soli 14 anni. E da lì in poi, via con tutta la trafila che gli permette di essere iscritto alla lista Champions come "giocatore locale A", e cioè come Orlandoni e Santon. Dagli allievi, dove nel giugno 2008 ha segnato il gol che ha regalato il titolo nazionale all'Inter, alla primavera di Esposito, il passo è stato breve.

"Esplosivo, tecnico. Lo impiegavo spesso come esterno di centrocampo, ma può fare la mezz'ala nel 4-3-3". Esposito, esonerato lo scorso mese dal Ravenna, racconta con grande piacere che tipo di giocatore è Obi. "Ha grandi margini di miglioramento. Ad esempio deve trovare continuità fisica e di rendimento. Quando gioca nei due davanti alla difesa è chiaro che fatichi un po' di più, perché può esprimere di meno la sua esuberanza fisica. In quella posizione è un po' adattato". Una carriera, quella di Obi, che può esplodere con una super prestazione con il Milan: "La tensione dell'esordio ormai l'ha superata, non tremerà. E poi Joel è un ragazzo tranquillo, che parla poco. Non è fuori dalle righe come altri suoi coetanei. Chi mi ricorda come giocatore? Difficile dirlo. Ha solo 19 anni, deve ancora completarsi".

Chi invece sembrava esploso definitivamente e invece sta attraversando un momento difficile è Davide Santon. Giocherà addirittura Cordoba al suo posto. Nel marzo 2009, a soli 18 anni, fu scelto da Mou per marcare Cristiano Ronaldo. Ora che Maicon è out, rimane in panchina. Che succede? "Davide ha vissuto un periodo troppo importante, è stato tutto troppo grande per lui. Deve ritrovare il regime mentale adatto per tornare sui suoi livelli. Anche la questione del ruolo, prima a sinistra, poi a destra, ha contribuito a fargli perdere le certezze. Deve perciò lavorare con continuità per ritrovare la spensieratezza che gli aveva dato la forza giusta per esprimersi al meglio". Forse la stessa spensieratezza con la quale scenderà in campo Obi nel derby.

Commenta nel forum dell'Inter