Che fine hanno fatto? Nervo (ri)scoperto, fa il Sindaco

Calcio
Registro alla firma del sindaco per Carlo Nervo negli uffici del comune di Solagna
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Dalla fascia destra di un campo di calcio, a quella tricolore di primo cittadino del comune di Solagna, 1915 anime in provincia di Vicenza. L'ex esterno del Bologna, appesi gli scarpini al chiodo, si è dato alla politica e all'imprenditoria. VIDEO E FOTO

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di LUIGI VACCARIELLO
da Solagna (Vicenza)

“Dovete attendere un attimo, il Sindaco Nervo è al telefono”. Solagna, tarda mattinata di un mercoledì di fine novembre, la voce che spezza il brusio del tam tam quotidiano degli uffici di un piccolo comune alle falde del Monte Grappa è quella di Adriana, la segretaria del Sindaco. Quel Nervo, è Carlo, 7 convocazioni in Nazionale, ma soprattutto indimenticata ala destra del Bologna di Ulivieri e Mazzone che, appesi gli scarpini al chiodo, è diventato da un anno e mezzo il primo cittadino di questo piccolo borgo di 1.915 anime, bagnato dal Brenta, in provincia di Vicenza.

E’ questa la nuova vita di Carlo Nervo, politico e imprenditore del ramo mobiliare: “Quella del calciatore è una vita da privilegiati. Surreale. E’ un mondo che non rispecchia la realtà. I problemi che sono costrette a gestire, tutti i giorni, molte persone non ti sfiorano nemmeno. Diciamo che sono passato dalla vita surreale a quella reale. Ora mi ritrovo a parlare con persone con problemi concreti. Una volta firmavo autografi, ora firmo assegni”.

Nervo, che può vantare oltre 1300 amici su facebook, il social network attraverso il quale ogni tanto sente qualche vecchio compagno di squadra, vive in provincia di Mantova e tutti giorni dopo un’ora e mezza d’auto raggiunge Solagna. L’ex numero 7 rossoblù si è avvicinato alla politica per curiosità: “Volevo capire come funzionava l’amministrazione pubblica”. Eletto nelle liste della Lega (per la cui Nazionale ha pure giocato, ndr), Nervo, si è dimostrato da subito un politico sui generis, o un riformatore se preferite. Poco dopo essere stato eletto, infatti, non contento dei suoi compagni d’avventura, ha ribaltato la sua giunta confinando in minoranza il suo mentore ed ex sindaco (“Ora non fa che presentare interrogazioni contro di me”) e creando un’alleanza di ampio respiro, che coinvolge destra e sinistra: “Mi hanno pure richiamato dal partito, ma io vado avanti per la mia strada: bisogna badare ai problemi reali, qui c’è gente che perde il lavoro, non arriva alla fine del mese o che rischia lo sfratto. E poi la mia professione è un’altra, infatti, non credo di ricandidarmi per il secondo mandato”.

L’altra nuova vita di Carlo Nervo, quella a cui lui tiene di più, si chiama Kela, uno showroom di mobili di design a San Giuseppe di Cassola, a due passi da Bassano del Grappa: “Ho cominciato nel 2005, produciamo tutto noi, ci occupiamo d’interni. L’obiettivo è quello di arrivare alla fiera del mobile di Milano. Siamo stati già in diverse fiere in giro per l’Europa, soprattutto nel nord. E’ un’attività che mi entusiasma moltissimo e poi ho la fortuna di avere una socia eccezionale”.

417 presenze e 36 gol tra A, B, C e coppe, a Bologna Nervo era ed è un idolo assoluto, al punto da spingere un tifoso emiliano a chiedergli la disponibilità per la celebrazione del suo matrimonio: “Ne ho già fatti tre. Giuro che per il primo ero più teso del mio”. Dopo aver appeso gli scarpini, Nervo, a differenza di molti altri colleghi ha preferito disintossicarsi dal calcio: “Non mi vedevo in alcun ruolo. E non volevo né fare il dipendente, né tantomeno scendere a compromessi. Per questo ho deciso di fare l’imprenditore, che è la mia vera professione”. Al calcio, ed a un suo ex compagno di squadra in particolare, Roberto Baggio, ha pensato subito però quando si è fatto promotore di una partita, da disputare a Vicenza per la metà di gennaio, tra vecchie glorie tesa a raccogliere fondi per le zone del Veneto colpite dall’alluvione di un mese fa: “Spero che Roby mi dia una mano, lui è molto sensibile su questi temi, e poi anche la sua Caldogno ha subito grossi danni”. 

Nato il 19 ottobre del 1971, a Bassano del Grappa, dove ha iniziato la propria carriera, Carlo Nervo, oltre alla maglia del Bologna, ha vestito anche quelle di Monza, Mantova, Cittadella e Catanzaro, ma non quella della sua squadra del cuore, il Vicenza: “Il calcio mi ha regalato tanto. Notorietà, benessere e una vita non normale come quella del calciatore. Devo molto a Gazzoni, che reputo come un secondo padre, e ad allenatori come Ulivieri, Mazzone, Guidolin e Trapattoni. Pensa che la prima volta che mi vide Ulivieri mi chiese: ‘ma tu sei sicuro di aver già giocato a calcio?’. Ho avuto la fortuna di divertirmi accanto a gente come Baggio, Signori, Andersson, Ingesson, Pagliuca, Kolyvanov, Shalimov e di vestire la maglia della Nazionale”.

Nazionale appunto, Nervo segue con attenzione e simpatica anche il nuovo corso azzurro di Prandelli, senza sottrarsi alla delicata questione oriundi: “Seppure all’epoca la naturalizzazione di Camoranesi mi chiuse di fatto le porte di Euro 2004, approvo quello che sta facendo il ct. Se Prandelli è costretto a fare ricorso agli oriundi significa che non ci sono tanti giovani italiani di valore. Poi tutti parlano di Balotelli, ma l’avete sentito parlare? Se non è italiano lui…”.

A fine giornata, dopo un spritz e due noccioline, la domanda sorge spontanea: più facile la vita da calciatore o quella da sindaco? “Quella da sindaco è decisamente più difficile da gestire. Oh, mi credi che prima di cominciare un consiglio comunale sono più teso di quando stavo per scendere in campo all’Olimpico con la Roma?”. Questa è la fine che ha fatto Carlo Nervo.

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