Auguri "sciagurato Egidio": il compleanno del mitico Calloni
CalcioGiorgio Porrà, che trasse ispirazione dal soprannome dell'ex bomber del Milan per il titolo di un fortunatissimo programma tv, celebra il giocatore che divenne un'icona per il suo modo clamoroso di sbagliare i gol. Come nessun altro. Oggi compie 58 anni
di GIORGIO PORRA'
Non è vero che è stato uno degli attaccanti più scarsi del calcio italiano. Chi lo dice è in malafede. O non capisce un tubo di pallone. Anzi, aveva dinamite nei piedi, possedeva fiuto, istinto acrobatico. E i suoi gol li faceva. Neanche pochi, tredici nella sua stagione più prolifica, quella milanista del ‘75/’76.
Reti belle quelle di Egidio Calloni da Busto Arsizio, anche spettacolari, in sforbiciata, in spaccata, mai di fino, quasi sempre rabbiose, prepotenti. Ecco, magari nei derby non eccelleva e gli toccava beccarsi le pagellacce di Brera, come in quel Milan-Inter del ’75 finito 0-0: “Calloni, voto 4,5:al 49esimo lo trova Maldera in diagonale e lui, scattando, manca il controllo da broccaccione legnoso. Calloni è comunque troncone di ottimo legno da sbozzare e scolpire”.
Un troncone capellone che però,quando non era in giornata, sbagliava come nessun altro, facendo impazzire Eupalla lassu’, i suoi tifosi quaggiù. Errori da fantascienza. Da virtuoso dello strafalcione. Una volta a Beppe Viola, davanti all’ennesimo svarione sottomisura, sfuggì il celebre ricamino beffardo: ”Calloni, solo davanti al portiere, sventa la minaccia”. Egidio era così, prendere o lasciare, sfondatore naif, da lotteria, un po’ Paperino un po’ Capitan Fracassa, predestinato al trionfo, alla tragedia, da strangolare, da sbaciucchiare, bastava adeguarsi ai suoi bioritmi capricciosi. E il divertimento era sempre garantito.
Un giorno, a furia di sparacchiarla nei popolari, diventò “Lo Sciagurato Egidio”, così decise di battezzarlo proprio Brera con sadica citazione manzoniana. Occhio però, nessuna intenzione da parte del maestro di sbertucciarlo impietosamente. Tutt’altro. Quasi un omaggio letterario ad un eroe un po’ speciale dei mitici Settanta. Alla stessa stregua di un “Rombo di Tuono”, nonostante l’abissale differenza, di gol, di peso, di tutto, tra le due figure. Così, quando si è trattato di dare il nome ad una trasmissione “diversa”, con il calcio messo in relazione con letteratura, cinema, musica, società, animata dall’idea precisa di esplorare il fenomeno in modo originale, la griffe “Sciagurato Egidio” venne fuori in modo quasi naturale.
Scelta romantica. E superfortunata. Per gli autori, perché il format piacque e si affermò. Per Calloni, perché tutti, anche i più giovani, vollero conoscere la sua storia, rivedere le poche immagini disponibili dei suoi gol, farsi una propria idea di un attaccante sciaguratamente bollato come bidone spaziale. Eppure lui, all’inizio, non capì. E si alterò pure. E’ sempre stato schivo, un po’ burbero l’Egidio. Quando il programma partì lui vendeva gelati nella zona di Verbania, il suo buen ritiro sul lago Maggiore, sempre in giro col furgone, a piazzare cornetti e cremini.
Cosa volevano questi? Perché tirar fuori di nuovo quel nomignolo? Forse per etichettare una vetrina di gollonzi? E senza neanche avvertirmi… Un paio di puntate e comprese che l’operazione non poteva che giovargli. Ed alla fine, dopo un lungo corteggiamento di Paolo Rossi, suo compagno a Perugia, accettò persino di venire in studio per essere degnamente celebrato. Poi è tornato nell’ombra. Rievocato soprattutto dai nostalgici di quel cult televisivo. E del calcio che fu. Solo poche notizie,e non sempre positive, legate a qualche difficoltà di salute.
Ma Calloni, assieme alla sua incompresa genialità, resta ben radicato nell’immaginario popolare. Nel suo genere è stato personaggio romanzesco, quasi stendhaliano. Niente a che vedere con certi attaccanti-patacca che hanno infestato il movimento. Si pentano, profondamente, quelli che soprannominarono “Callonissett”, il tremendo Luther arrivato al Milan qualche anno dopo il transito dell’Egidio. Per l’inglese nessun Brera ha mai pensato di scomodarsi. Per questo, e per molto altro ancora, auguri, di cuore, caro vecchio Sciagurato!
Non è vero che è stato uno degli attaccanti più scarsi del calcio italiano. Chi lo dice è in malafede. O non capisce un tubo di pallone. Anzi, aveva dinamite nei piedi, possedeva fiuto, istinto acrobatico. E i suoi gol li faceva. Neanche pochi, tredici nella sua stagione più prolifica, quella milanista del ‘75/’76.
Reti belle quelle di Egidio Calloni da Busto Arsizio, anche spettacolari, in sforbiciata, in spaccata, mai di fino, quasi sempre rabbiose, prepotenti. Ecco, magari nei derby non eccelleva e gli toccava beccarsi le pagellacce di Brera, come in quel Milan-Inter del ’75 finito 0-0: “Calloni, voto 4,5:al 49esimo lo trova Maldera in diagonale e lui, scattando, manca il controllo da broccaccione legnoso. Calloni è comunque troncone di ottimo legno da sbozzare e scolpire”.
Un troncone capellone che però,quando non era in giornata, sbagliava come nessun altro, facendo impazzire Eupalla lassu’, i suoi tifosi quaggiù. Errori da fantascienza. Da virtuoso dello strafalcione. Una volta a Beppe Viola, davanti all’ennesimo svarione sottomisura, sfuggì il celebre ricamino beffardo: ”Calloni, solo davanti al portiere, sventa la minaccia”. Egidio era così, prendere o lasciare, sfondatore naif, da lotteria, un po’ Paperino un po’ Capitan Fracassa, predestinato al trionfo, alla tragedia, da strangolare, da sbaciucchiare, bastava adeguarsi ai suoi bioritmi capricciosi. E il divertimento era sempre garantito.
Un giorno, a furia di sparacchiarla nei popolari, diventò “Lo Sciagurato Egidio”, così decise di battezzarlo proprio Brera con sadica citazione manzoniana. Occhio però, nessuna intenzione da parte del maestro di sbertucciarlo impietosamente. Tutt’altro. Quasi un omaggio letterario ad un eroe un po’ speciale dei mitici Settanta. Alla stessa stregua di un “Rombo di Tuono”, nonostante l’abissale differenza, di gol, di peso, di tutto, tra le due figure. Così, quando si è trattato di dare il nome ad una trasmissione “diversa”, con il calcio messo in relazione con letteratura, cinema, musica, società, animata dall’idea precisa di esplorare il fenomeno in modo originale, la griffe “Sciagurato Egidio” venne fuori in modo quasi naturale.
Scelta romantica. E superfortunata. Per gli autori, perché il format piacque e si affermò. Per Calloni, perché tutti, anche i più giovani, vollero conoscere la sua storia, rivedere le poche immagini disponibili dei suoi gol, farsi una propria idea di un attaccante sciaguratamente bollato come bidone spaziale. Eppure lui, all’inizio, non capì. E si alterò pure. E’ sempre stato schivo, un po’ burbero l’Egidio. Quando il programma partì lui vendeva gelati nella zona di Verbania, il suo buen ritiro sul lago Maggiore, sempre in giro col furgone, a piazzare cornetti e cremini.
Cosa volevano questi? Perché tirar fuori di nuovo quel nomignolo? Forse per etichettare una vetrina di gollonzi? E senza neanche avvertirmi… Un paio di puntate e comprese che l’operazione non poteva che giovargli. Ed alla fine, dopo un lungo corteggiamento di Paolo Rossi, suo compagno a Perugia, accettò persino di venire in studio per essere degnamente celebrato. Poi è tornato nell’ombra. Rievocato soprattutto dai nostalgici di quel cult televisivo. E del calcio che fu. Solo poche notizie,e non sempre positive, legate a qualche difficoltà di salute.
Ma Calloni, assieme alla sua incompresa genialità, resta ben radicato nell’immaginario popolare. Nel suo genere è stato personaggio romanzesco, quasi stendhaliano. Niente a che vedere con certi attaccanti-patacca che hanno infestato il movimento. Si pentano, profondamente, quelli che soprannominarono “Callonissett”, il tremendo Luther arrivato al Milan qualche anno dopo il transito dell’Egidio. Per l’inglese nessun Brera ha mai pensato di scomodarsi. Per questo, e per molto altro ancora, auguri, di cuore, caro vecchio Sciagurato!