Lecce, Diamoutene aggredito. Insulti al difensore
CalcioUn gruppo di ultras giallorossi ha fatto irruzione nell'allenamento della squadra di De Canio e ha accerchiato il giocatore invitandolo a togliersi la maglia. Poi sono volate frasi ingiuriose. L'intervento dei compagni ha scongiurato il peggio
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Il difensore del Lecce Diamoutene è stato accerchiato e contestato da una decina di "ultrà" giallorossi che si sono introdotti sul terreno di gioco dello stadio di Calimera, durante l'allenamento della squadra. Il calciatore ha dovuto lasciare l'allenamento e tornare negli spogliatoi. Gli 'ultrà' pretendevano che il calciatore, nazionale del Mali, si sfilasse la maglia e un paio di loro hanno tentato di farlo con la forza. Al calciatore si rimproverava innanzi tutto di aver vestito la maglia del Bari.
Quando i tifosi sono entrati in campo, per alcuni momenti si è temuto lo scontro fisico: gli 'ultrà' hanno urlato frasi offensive, e anche razziste, nei confronti del giocatore di colore e qualcuno gli ha anche messo le mani addosso. L'intervento dei compagni di squadra e dell'allenatore De Canio è servito a riportare la calma, mentre Diamoutene è tornato negli spogliatoi.
Dopo un breve conciliabolo tra la squadra e gli 'ultrà', questi ultimi hanno lasciato il terreno di gioco e si sono sistemati sugli spalti. La seduta di allenamento è quindi ripresa, con Diamoutene che ha raggiunto nuovamente i compagni di squadra, ma a quel punto gli 'ultrà' hanno ricominciato a lanciare cori offensivi nei confronti del calciatore, che dopo pochi minuti ha lasciato l'allenamento tornando definitivamente negli spogliatoi.
Solidarietà al giocatore e richiesta di intervento di Federcalcio e Lega di serie A con "provvedimenti significativi". E' la posizione dell'Associazione italiana calciatori (Aic) sugli insulti razzisti al difensore maliano del Lecce Souleymane Diamoutene da parte di un gruppo dei suoi stessi tifosi, durante l'allenamento odierno. L'Assocalciatori parla di "gravissimo episodio" ed esprime "totale solidarietà" al giocatore, "preso di mira - si legge in un comunicato - per aver vestito in passato la maglia del Bari", squadra rivale dei salentini.
"L'Aic, nel manifestare al calciatore il sostegno a nome dell'intera categoria - si legge ancora nella nota -, auspica ancora una volta l'intervento della Federazione e delle Leghe che in queste occasioni, pur trattandosi di problemi di ordine pubblico, devono esprimere dure prese di posizione e prendere provvedimenti significativi".
"Non c'è stato alcun insulto razziale, solo offese personali sui miei trascorsi con la maglia del Bari". Lo chiarisce ai giornalisti il difensore maliano Souleymane Diamoutene il quale, dopo l'aggressione teppistica del pomeriggio nel corso dell'allenamento, ribadisce che le frange più intolleranti dei sostenitori leccesi non gli perdonano di aver vestito lo scorso campionato i colori biancorossi e gli ripetono sempre: "Sporco barese".
"Sono dispiaciuto per quanto è successo - racconta - mi sono venuti contro, mettendomi le mani addosso e cercando di sfilarmi la maglia di gioco. Nonostante l'accaduto - continua il giocatore del Mali - sono molto sereno. L'unico mio cruccio è che oggi non mi sono potuto allenare regolarmente con i miei compagni. Sono andato in palestra, anche per stare un po' più tranquillo".
"Ora - aggiunge - pensiamo solo e soltanto alla gara di domenica contro il Genoa. Poi avremo modo e tempo di parlare con la società. Io qui a Lecce sto bene: volevo rimanere e voglio rimanere. E' normale che tutte le valutazioni del caso, anche alla luce di quanto è accaduto questo pomeriggio, dovrò farle con la societa". Domenica ci sarà per Lecce-Genoa? "Spero di essere convocato, ma credo che questa vicenda possa, inconsciamente, condizionare le scelte del mister. Io, forse, al suo posto, la penserei così".
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Il difensore del Lecce Diamoutene è stato accerchiato e contestato da una decina di "ultrà" giallorossi che si sono introdotti sul terreno di gioco dello stadio di Calimera, durante l'allenamento della squadra. Il calciatore ha dovuto lasciare l'allenamento e tornare negli spogliatoi. Gli 'ultrà' pretendevano che il calciatore, nazionale del Mali, si sfilasse la maglia e un paio di loro hanno tentato di farlo con la forza. Al calciatore si rimproverava innanzi tutto di aver vestito la maglia del Bari.
Quando i tifosi sono entrati in campo, per alcuni momenti si è temuto lo scontro fisico: gli 'ultrà' hanno urlato frasi offensive, e anche razziste, nei confronti del giocatore di colore e qualcuno gli ha anche messo le mani addosso. L'intervento dei compagni di squadra e dell'allenatore De Canio è servito a riportare la calma, mentre Diamoutene è tornato negli spogliatoi.
Dopo un breve conciliabolo tra la squadra e gli 'ultrà', questi ultimi hanno lasciato il terreno di gioco e si sono sistemati sugli spalti. La seduta di allenamento è quindi ripresa, con Diamoutene che ha raggiunto nuovamente i compagni di squadra, ma a quel punto gli 'ultrà' hanno ricominciato a lanciare cori offensivi nei confronti del calciatore, che dopo pochi minuti ha lasciato l'allenamento tornando definitivamente negli spogliatoi.
Solidarietà al giocatore e richiesta di intervento di Federcalcio e Lega di serie A con "provvedimenti significativi". E' la posizione dell'Associazione italiana calciatori (Aic) sugli insulti razzisti al difensore maliano del Lecce Souleymane Diamoutene da parte di un gruppo dei suoi stessi tifosi, durante l'allenamento odierno. L'Assocalciatori parla di "gravissimo episodio" ed esprime "totale solidarietà" al giocatore, "preso di mira - si legge in un comunicato - per aver vestito in passato la maglia del Bari", squadra rivale dei salentini.
"L'Aic, nel manifestare al calciatore il sostegno a nome dell'intera categoria - si legge ancora nella nota -, auspica ancora una volta l'intervento della Federazione e delle Leghe che in queste occasioni, pur trattandosi di problemi di ordine pubblico, devono esprimere dure prese di posizione e prendere provvedimenti significativi".
"Non c'è stato alcun insulto razziale, solo offese personali sui miei trascorsi con la maglia del Bari". Lo chiarisce ai giornalisti il difensore maliano Souleymane Diamoutene il quale, dopo l'aggressione teppistica del pomeriggio nel corso dell'allenamento, ribadisce che le frange più intolleranti dei sostenitori leccesi non gli perdonano di aver vestito lo scorso campionato i colori biancorossi e gli ripetono sempre: "Sporco barese".
"Sono dispiaciuto per quanto è successo - racconta - mi sono venuti contro, mettendomi le mani addosso e cercando di sfilarmi la maglia di gioco. Nonostante l'accaduto - continua il giocatore del Mali - sono molto sereno. L'unico mio cruccio è che oggi non mi sono potuto allenare regolarmente con i miei compagni. Sono andato in palestra, anche per stare un po' più tranquillo".
"Ora - aggiunge - pensiamo solo e soltanto alla gara di domenica contro il Genoa. Poi avremo modo e tempo di parlare con la società. Io qui a Lecce sto bene: volevo rimanere e voglio rimanere. E' normale che tutte le valutazioni del caso, anche alla luce di quanto è accaduto questo pomeriggio, dovrò farle con la societa". Domenica ci sarà per Lecce-Genoa? "Spero di essere convocato, ma credo che questa vicenda possa, inconsciamente, condizionare le scelte del mister. Io, forse, al suo posto, la penserei così".
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