Azioni, industria, finanza: quando il calciatore è tycoon

Calcio
Andrea Pirlo, in abiti borghesi, al telefonino: in questa posa sembra un industriale, più che un calciatore (Getty Images)
pirlo_telefonino_getty

Buffon è secondo azionista della Zucchi, Pirlo investe nella siderurgia, Crespo ha fondato un gestore telefonico, Kaladze favorisce gli affari delle imprese italiane in Georgia. E Cristiano Lucarelli ha fatto l’editore. GUARDA LE FOTO

di LORENZO LONGHI

L’ultimo ad imbarcarsi in un’impresa inedita, per un calciatore, è stato Hernan Crespo, che a Parma ha creato un nuovo gestore telefonico, FootballTel, che prevede agevolazioni per i sostenitori crociati. Più interessante è la scelta di Gianluigi Buffon che, oltre all’immobiliare, ha scelto di entrare nella compagine azionaria di un notissimo marchio italiano di biancheria per la casa, la Zucchi, di cui il portiere bianconero è il primo singolo azionista, con il 15% delle quote della società che fa capo a diversi rami della famiglia Zucchi. E che, in tempi di crisi, non se la passa certo bene: Buffon, però, ha deciso di scommettere nell’azienda.

Andrea Pirlo, sulle orme della famiglia, ha scelto la siderurgia: è socio di minoranza (2,4%) della Elg Steel di Castel Mella, l’azienda del padre, ed è proprietario della Fidbon, specializzata in fucinatura, imbutitura, e stampaggio di metalli, che nel 2009 ha visto le vendite raggiungere i 6,7 milioni di euro, con un utile di 4.770 euro. Il suo ex compagno in rossonero Kaladze ha scelto il mondo della finanza e, nel 2008, ha fondato a Tbilisi la KalaCapital che si pone la missione di agevolare gli investimenti di aziende straniere in Georgia, anche attraverso la controllata Progress Bank. Non sempre, però, investire nella finanza è redditizio: Brocchi e Vieri, a inizio 2009, hanno messo in liquidazione la Pbc Credit & Finance, società di intermediazione finanziaria creata appena un anno prima e che aveva accumulato perdite per circa 633 mila euro, superiori di quasi 150 mila euro rispetto al capitale sociale.

La crisi della stampa ha colpito Cristiano Lucarelli: il Corriere di Livorno, che Cristiano Lucarelli ha finanziato dal 2007, ha chiuso da alcune settimane e la Cooperativa Adriano Sisto, che lo pubblicava, è andata in liquidazione. L’attaccante del Napoli, tuttavia, è stato l’unico calciatore a prendersi in carico un progetto ambizioso come quello di editare un quotidiano. Curioso, infine, dare un’occhiata alla compagine azionaria della Lazio. Ricordate il piano-Baraldi, che convertiva i crediti vantati dai giocatori in azioni? Ebbene, all’11 dicembre 2009 risultavano ancora azionisti biancocelesti Baronio, Cudicini, Favalli, Daniele Franceschini, Grandoni e Nesta, oltre a numerosi ex calciatori.

Guarda anche:
I soldi del calcio: come investono i calciatori italiani
Passione mattone, che feeling fra calciatori e immobiliare
Fedeli alla maglia (e ai jeans): quando investire è di moda
Diritti d'immagine, miniera d'oro a gestione familiare
Dalle pescherie alle spiagge, il calcio dove non lo aspetti