E' stato uno dei calciatori della prima Inter vincente di Moratti con la conquista della Coppa Uefa nel '98. Lanciato dalla Salernitana ha giocato anche con Juve e Bologna. Ora "imbuca" palline, un'eredità lasciatagli da Del Piero. IL VIDEO E LE FOTO
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Da difensore con il vizio del gol, a giocatore di golf. Nella prima vittoria dell'Inter targata Massimo Moratti, nel 1998, in Coppa Uefa nella finale di Parigi contro la Lazio c'era anche Salvatore Fresi. Promessa del calcio salito alla ribalta con la maglia della Salernitana, acquistato dall'Inter che fu di Ronaldo, ora trascorre gran parte della sua giornata a imbucare palline nella sua Salerno. "Diciamo che la natura mi attira, il golf è rilassante - ha spiegato - A Torino è nata questa passione per colpa di Del Piero. Andai a fare pratica e mi sono innamorato di questo gioco. Devi migliorare ogni giorno non è come il calcio che se sei bravo giochi, mi alleno più adesso che non da calciatore".
Il libero Fresi, trasformato in centrocampista, ha giocato con Inter e Juventus eppure il club al quale è più legato è la Salernitana: "Devo tutto a questa squadra, poi ovviamente sono legato molto all'Inter squadra della quale da piccolo ero tifoso". Una formazione che non riuscì a vincere molto: "Il gruppo era straordinario volevamo vincere, non ci siamo riusciti per altri motivi". Il giocatore più forte con cui ha giocato, nemmeno a dirlo, è stato Ronaldo: "Quando arrivò il primo giorno lo marcai io, il tempo di guardargli i piedi e alzare la testa che lui era già andato in porta, un calciatore incredibile".
All'epoca Fresi era considerato una sorta di nuovo Baresi: "E' stata un'etichetta che ho dovuto subire per tanti anni, lui era un campione io dovevo ancora dimostrare. All'Inter feci il difensore centrale per qualche mese, poi mi misero a centrocampo e non fui più né carne, né pesce". Poi arrivò la parentesi di Bologna: "E' stata una bella esperienza in un ambiente pulito". Quindi il rilancio alla Juve: "Ma mi presero perché ero a parametro zero". Poi Perugia, Catania, ancora Salernitana e Battipagliese ma senza incidere: "Dopo la Juve la mia carriera era finita, non è facile fare un passo indietro, ho mollato anche mentalmente e con mia moglie abbiamo deciso che era giusto smettere".
Eppure alla passione non si comanda e Fresi ha calzato nuovamente gli scarpini. Tra un allenamento di golf e una partita di calcio ha ripreso a giocare a centrocampo nella Paolo Masullo, un piccolo club di Salerno.
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Da difensore con il vizio del gol, a giocatore di golf. Nella prima vittoria dell'Inter targata Massimo Moratti, nel 1998, in Coppa Uefa nella finale di Parigi contro la Lazio c'era anche Salvatore Fresi. Promessa del calcio salito alla ribalta con la maglia della Salernitana, acquistato dall'Inter che fu di Ronaldo, ora trascorre gran parte della sua giornata a imbucare palline nella sua Salerno. "Diciamo che la natura mi attira, il golf è rilassante - ha spiegato - A Torino è nata questa passione per colpa di Del Piero. Andai a fare pratica e mi sono innamorato di questo gioco. Devi migliorare ogni giorno non è come il calcio che se sei bravo giochi, mi alleno più adesso che non da calciatore".
Il libero Fresi, trasformato in centrocampista, ha giocato con Inter e Juventus eppure il club al quale è più legato è la Salernitana: "Devo tutto a questa squadra, poi ovviamente sono legato molto all'Inter squadra della quale da piccolo ero tifoso". Una formazione che non riuscì a vincere molto: "Il gruppo era straordinario volevamo vincere, non ci siamo riusciti per altri motivi". Il giocatore più forte con cui ha giocato, nemmeno a dirlo, è stato Ronaldo: "Quando arrivò il primo giorno lo marcai io, il tempo di guardargli i piedi e alzare la testa che lui era già andato in porta, un calciatore incredibile".
All'epoca Fresi era considerato una sorta di nuovo Baresi: "E' stata un'etichetta che ho dovuto subire per tanti anni, lui era un campione io dovevo ancora dimostrare. All'Inter feci il difensore centrale per qualche mese, poi mi misero a centrocampo e non fui più né carne, né pesce". Poi arrivò la parentesi di Bologna: "E' stata una bella esperienza in un ambiente pulito". Quindi il rilancio alla Juve: "Ma mi presero perché ero a parametro zero". Poi Perugia, Catania, ancora Salernitana e Battipagliese ma senza incidere: "Dopo la Juve la mia carriera era finita, non è facile fare un passo indietro, ho mollato anche mentalmente e con mia moglie abbiamo deciso che era giusto smettere".
Eppure alla passione non si comanda e Fresi ha calzato nuovamente gli scarpini. Tra un allenamento di golf e una partita di calcio ha ripreso a giocare a centrocampo nella Paolo Masullo, un piccolo club di Salerno.