Canta Napoli. E la febbre scudetto accende già la festa

Calcio
Sugli spalti del San Paolo uno striscione ''dedicato'' a Quagliarella, partito da Napoli per giocare nella Juve (Getty)
NAPLES, ITALY - JANUARY 09:  Supporters of Napoli during the Serie A match between SSC Napoli and Juventus FC at Stadio San Paolo on January 9, 2011 in Naples, Italy.  (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Un quarto d'ora dopo la fine del match con la Juve erano tutti lì, a cantare come al karaoke. Gioia innestata dalle imprese di una squadra, soprattutto di tre campioni stranieri Cavani-Lavezzi-Hamsik e di un allenatore toscano, Mazzarri. FOTO E VIDEO

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di MASSIMO CORCIONE

Un quarto d'ora dopo la fine della partita, erano ancora tutti lì, a cantare come se fossero al karaoke e non in uno stadio dopo una partita di calcio. Il rischio di inciampare nella retorica, in Canta Napoli, nella scontatissima teoria del dodicesimo uomo, è fortissimo, ma questa è solo voglia di festa.

Non per cancellare le angustie quotidiane, non per dimenticare che cosa non va, ma gioia innestata dalle imprese di una squadra, soprattutto di tre campioni stranieri Cavani-Lavezzi-Hamsik e di un allenatore toscano, Walter Mazzarri, che si sono incontrati forse per un incantesimo nella città meno prevedibile d'Italia. Ora, per ora, sono tutti napoletani, protagonisti di un'avventura gestita come un film da un presidente-produttore.

La star è un  ragazzo uruguaiano, Edinson Cavani, che sta segnando quanto mai gli era capitato nella sua carriera: ha fatto due gol ogni tre partite, cose che a Napoli non si vedevano dai tempi di Careca e Maradona, finora gli inarrivabili, le pietre di un paragone improponibile. Improvvisamente il passato è più vicino, il futuro genera esaltazione e non angoscia. I napoletani ringraziano. E, almeno allo stadio, tornano a provare il piacere di cantare.