Tim Cup, Palermo in semifinale. Parma ko ai rigori
CalcioI siciliani sono i primi semifinalisti di Coppa Italia. Nei quarti di finale hanno battuto gli emiliani dopo i calci di rigore. I tempi regolamentari ed i supplementari erano finiti 0-0. Pastore: ''E ora vogliamo vincerla e arrivare in Champions League"
Commenta nel forum del calcio italiano
C'è uno strano sortilegio che lega il Palermo alla Coppa Italia. E viceversa. La squadra rosanero, dopo 120' vietati a chi soffre alle coronarie, uno stillicidio di emozioni ed occasioni, una sequenza interminabile di tiri da dischetto, per la quarta volta nella sua storia, acciuffa per i capelli la semifinale del trofeo di Lega.
Ha scelto di farlo nel modo più complicato e rischioso, il Palermo, andando oltre ogni brivido e tenendo col fiato sospeso una tifoseria che non lo ha mai abbandonato (oltre 15 mila presenze sugli spalti sono un dato che fa riflettere, ma in positivo nell'epoca in cui gli stadi si svuotano). La semifinale si è materializzata proprio come nel lontano 1979, quando all'Olimpico di Roma i rosanero eliminarono la Lazio dei Cacciatori e dei Giordano - che un anno dopo sarebbe stata travolta dal primo vero scandalo del totonero innescato dalle rivelazioni di Trinca e Cruciani - sempre dal dischetto. Ed anche questo rappresenta un segnale premonitore, forse anche un buon viatico per il Palermo che concluse quella straordinaria cavalcata di 32 anni fa con il raggiungimento della finale, dove però venne battuto da una rete dello juventino Causio al 117'.
Nel Barbera è andato in scena un copione da tregenda, che ha riservato un finale da urlo per il Palermo, è stata una serata interminabile e magnifica, di quelle che riconciliano con il calcio. Nel primo tempo nessuna delle due squadre si lascia preferire: il Palermo comincia bene e finisce maluccio, rischiando seriamente di andare sotto ad 1' dalla fine, quando Palladino raccoglie una geniale verticalizzazione di Candreva, ma sciupa tutto, calciando alto davanti a Sirigu in uscita. Prima di allora l'ex juventino ci aveva provato anche al 16' (difficile conclusione alta) e con lui Bojinov, che al quarto d'ora aveva fallito l'impatto con il pallone da ottima posizione, su cross dalla sinistra del dinamico Modesto.
Ed il Palermo? Avvio frizzante, tanta voglia di stupire e di andare avanti in Coppa Italia, per rinverdire vecchi fasti, ma Pavarini salva su Ilicic al 9' ed un minuto più tardi su Miccoli. Il secondo portiere degli emiliani, promosso titolare in coppa, tuttavia, si supera al 19', per deviare una conclusione ravvicinata di Ilicic, che era stato pescato da un millimetrico suggerimento di Pastore. Nessuno, dopo 45'06" di gioco, merita il successo, ma nemmeno di uscire dal campo con le pive nel sacco.
Il secondo tempo è vibrante, ricco di emozioni e condito da almeno una decina di palle-gol suddivise fra una porta e l'altra: il Palermo si morde le mani, ma solo un po' più del Parma, perché potrebbe segnare con Pastore, Migliaccio, Ilicic, Kasami, Miccoli; gli emiliani, in quanto a sprechi, non hanno nulla da invidiare agli avversari ed alla fine imprecano contro Sirigu che, in almeno due circostanze, nega loro il gol con altrettanti miracoli. Bojinov è l'ombra di se stesso, mentre gli innesti di Giovinco e Crespo servono solo ravvivare una manovra che non riesce a trovare sbocchi.
Il gol è nell'aria, ma non arriva. E allora è tempo di supplementari, che si aprono con il Parma in avanti ed il Palermo con il fiato corto. Nei supplementari succede poco, a parte una punizione di Bovo respinta in tuffo da Pavarini, un'incursione di Pastore che manda sul fondo ed un pallonetto di Giovinco alto di poco. Alla fine, il Palermo trova la semifinale poco prima della mezzanotte, ma solo ai rigori.
C'è uno strano sortilegio che lega il Palermo alla Coppa Italia. E viceversa. La squadra rosanero, dopo 120' vietati a chi soffre alle coronarie, uno stillicidio di emozioni ed occasioni, una sequenza interminabile di tiri da dischetto, per la quarta volta nella sua storia, acciuffa per i capelli la semifinale del trofeo di Lega.
Ha scelto di farlo nel modo più complicato e rischioso, il Palermo, andando oltre ogni brivido e tenendo col fiato sospeso una tifoseria che non lo ha mai abbandonato (oltre 15 mila presenze sugli spalti sono un dato che fa riflettere, ma in positivo nell'epoca in cui gli stadi si svuotano). La semifinale si è materializzata proprio come nel lontano 1979, quando all'Olimpico di Roma i rosanero eliminarono la Lazio dei Cacciatori e dei Giordano - che un anno dopo sarebbe stata travolta dal primo vero scandalo del totonero innescato dalle rivelazioni di Trinca e Cruciani - sempre dal dischetto. Ed anche questo rappresenta un segnale premonitore, forse anche un buon viatico per il Palermo che concluse quella straordinaria cavalcata di 32 anni fa con il raggiungimento della finale, dove però venne battuto da una rete dello juventino Causio al 117'.
Nel Barbera è andato in scena un copione da tregenda, che ha riservato un finale da urlo per il Palermo, è stata una serata interminabile e magnifica, di quelle che riconciliano con il calcio. Nel primo tempo nessuna delle due squadre si lascia preferire: il Palermo comincia bene e finisce maluccio, rischiando seriamente di andare sotto ad 1' dalla fine, quando Palladino raccoglie una geniale verticalizzazione di Candreva, ma sciupa tutto, calciando alto davanti a Sirigu in uscita. Prima di allora l'ex juventino ci aveva provato anche al 16' (difficile conclusione alta) e con lui Bojinov, che al quarto d'ora aveva fallito l'impatto con il pallone da ottima posizione, su cross dalla sinistra del dinamico Modesto.
Ed il Palermo? Avvio frizzante, tanta voglia di stupire e di andare avanti in Coppa Italia, per rinverdire vecchi fasti, ma Pavarini salva su Ilicic al 9' ed un minuto più tardi su Miccoli. Il secondo portiere degli emiliani, promosso titolare in coppa, tuttavia, si supera al 19', per deviare una conclusione ravvicinata di Ilicic, che era stato pescato da un millimetrico suggerimento di Pastore. Nessuno, dopo 45'06" di gioco, merita il successo, ma nemmeno di uscire dal campo con le pive nel sacco.
Il secondo tempo è vibrante, ricco di emozioni e condito da almeno una decina di palle-gol suddivise fra una porta e l'altra: il Palermo si morde le mani, ma solo un po' più del Parma, perché potrebbe segnare con Pastore, Migliaccio, Ilicic, Kasami, Miccoli; gli emiliani, in quanto a sprechi, non hanno nulla da invidiare agli avversari ed alla fine imprecano contro Sirigu che, in almeno due circostanze, nega loro il gol con altrettanti miracoli. Bojinov è l'ombra di se stesso, mentre gli innesti di Giovinco e Crespo servono solo ravvivare una manovra che non riesce a trovare sbocchi.
Il gol è nell'aria, ma non arriva. E allora è tempo di supplementari, che si aprono con il Parma in avanti ed il Palermo con il fiato corto. Nei supplementari succede poco, a parte una punizione di Bovo respinta in tuffo da Pavarini, un'incursione di Pastore che manda sul fondo ed un pallonetto di Giovinco alto di poco. Alla fine, il Palermo trova la semifinale poco prima della mezzanotte, ma solo ai rigori.