L'ex difensore di Bologna e Juventus ha investito nell'ambito immobiliare e oggi gestisce il suo patrimonio. Il figlio, Lorenzo, gioca nelle giovanili dell'Inter e ha già vestito la maglia della Nazionale. GUARDA LA FOTOGALLERY E IL VIDEO
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Ha rischiato di smettere col calcio giocato già nel 1995 a soli 27 anni, la sua carriera è finita ben 10 anni più tardi dopo aver vestito le maglie di Bologna e Juventus. Smessi i panni da calciatore Michele Paramatti, oggi, si occupa degli affari di famiglia. Diversi immobili da gestire, acquistati saggiamente durante la sua carriera da calciatore, un paio di società immobiliari con cui stare sempre in contatto: "Già pensavo a quello che avrei potuto fare dopo il calcio - spiega - Anche perché quando ero disoccupato avevo pensato di completare gli studi all'Isef di Bologna".
Poi la chiamata dell'allora ds del Bologna Gabriele Oriali e una nuova vita da calciatore che ha portato grandi soddisfazioni: "Mi sono trovato al punto giusto nel momento giusto - dice - Abbiamo vinto il campionato di serie B e poi ho fatto 5 anni in serie A meravigliosi". Paramatti era un terzino con il vizio del gol: "Il più importante è stato quello fatto in semifinale di Coppa Uefa contro l'Olimpique Marsiglia - racconta - Pensavamo di essere in finale a Mosca e poi invece siamo stati eliminati. Se avessimo passato il turno a Bologna avrebbero sostituito la statua del Nettuno con la mia".
Le buone stagioni in rossoblù attirarono le attenzioni della Juventus. La conferenza stampa di addio al Bologna fu commuovente: "Lì si è srotolato il film della mia vita - dice - Ero dispiaciutissimo perché andavo via ma felice perché potevo giocare nella squadra per cui tifavo da bambino". Alla Juve ci fu la possibilità di giocare in Champions e di vincere uno Scudetto, quello del famoso 5 maggio 2002.
Una delle soddisfazioni più grandi di Paramatti è un gol al'Inter siglato con la maglia del Bologna: "Da tre anni facevo gol contro di loro e a 10 minuti dalla fine cominciarono a schernirmi con il coro 'Paramatti facci un gol' - racconta ancora - E io puntuale segnai di testa, andai sotto la loro curva e feci un inchino, se l'erano cercato". L'unico cruccio della carriera è stato quello di non aver vestito la maglia della Nazionale, quella che invece ha indossato suo figlio Lorenzo (che gioca nell'Inter) nell'Under 16. E papà Michele spera, per il giovane Paramatti una carriera, per quanto possibile, migliore della sua.
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Ha rischiato di smettere col calcio giocato già nel 1995 a soli 27 anni, la sua carriera è finita ben 10 anni più tardi dopo aver vestito le maglie di Bologna e Juventus. Smessi i panni da calciatore Michele Paramatti, oggi, si occupa degli affari di famiglia. Diversi immobili da gestire, acquistati saggiamente durante la sua carriera da calciatore, un paio di società immobiliari con cui stare sempre in contatto: "Già pensavo a quello che avrei potuto fare dopo il calcio - spiega - Anche perché quando ero disoccupato avevo pensato di completare gli studi all'Isef di Bologna".
Poi la chiamata dell'allora ds del Bologna Gabriele Oriali e una nuova vita da calciatore che ha portato grandi soddisfazioni: "Mi sono trovato al punto giusto nel momento giusto - dice - Abbiamo vinto il campionato di serie B e poi ho fatto 5 anni in serie A meravigliosi". Paramatti era un terzino con il vizio del gol: "Il più importante è stato quello fatto in semifinale di Coppa Uefa contro l'Olimpique Marsiglia - racconta - Pensavamo di essere in finale a Mosca e poi invece siamo stati eliminati. Se avessimo passato il turno a Bologna avrebbero sostituito la statua del Nettuno con la mia".
Le buone stagioni in rossoblù attirarono le attenzioni della Juventus. La conferenza stampa di addio al Bologna fu commuovente: "Lì si è srotolato il film della mia vita - dice - Ero dispiaciutissimo perché andavo via ma felice perché potevo giocare nella squadra per cui tifavo da bambino". Alla Juve ci fu la possibilità di giocare in Champions e di vincere uno Scudetto, quello del famoso 5 maggio 2002.
Una delle soddisfazioni più grandi di Paramatti è un gol al'Inter siglato con la maglia del Bologna: "Da tre anni facevo gol contro di loro e a 10 minuti dalla fine cominciarono a schernirmi con il coro 'Paramatti facci un gol' - racconta ancora - E io puntuale segnai di testa, andai sotto la loro curva e feci un inchino, se l'erano cercato". L'unico cruccio della carriera è stato quello di non aver vestito la maglia della Nazionale, quella che invece ha indossato suo figlio Lorenzo (che gioca nell'Inter) nell'Under 16. E papà Michele spera, per il giovane Paramatti una carriera, per quanto possibile, migliore della sua.