Moratti spinge l'Inter: ''Campionato vivo. E ora la Juve''

Calcio
Domenica sera il derby d'Italia
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Domenica sera, all'Olimpico di Torino, nerazzurri e bianconeri si sfidano nel derby d'Italia, tappa fondamentale nella marcia di avvicinamento al Milan, in vetta e lontano solo cinque punti. Il presidente: ''E' tutto riaperto''

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Giusto un giorno per godersi la più dolce delle vittorie - e dare una lucidatina al sogno 'remuntada' - che l'Inter è già proiettata sul futuro. Domenica sera, all'Olimpico di Torino, c'é la Juventus: derby d'Italia, 'madre di tutte le partite' e tappa fondamentale nella marcia di avvicinamento al Milan, lontano solo cinque punti. Superata la Roma con un roboante 5-3 che fa sognare il popolo nerazzurro, a indicare la rotta al vascello interista è il presidente Massimo Moratti, felice per la rincorsa intrapresa dai suoi; convinto della scelta di Leonardo - "mi aspettavo un primo mese cosi" - e conscio del valore, simbolico e non, della sfida con i bianconeri.

"Inter-Juve o Juve-Inter - ha infatti osservato il patron nerazzurro - sono sempre state partite importanti, sempre cariche di tensione. L'importante è che tutto vada liscio sotto il profilo della tranquillità e dello sport: sappiamo che è una partita importante per loro e per noi". D'altronde, ha rimarcato, "é sempre stato il derby d'Italia e quella etichetta rimane", nella "speranza" che in settimana si parli di calcio e non di Calciopoli, fosse solo per non oscurare un torneo di nuovo aperto e combattuto.

"E' un campionato molto vivo che, fortunatamente, siamo riusciti a riacciuffare sotto il profilo della partecipazione vera", si è schermito Moratti. Quanto allo scudetto, ha filosofeggiato: "Vediamo, è ancora presto". Anche perché, oltre alla Juventus, bussano alla porta le sfide con Fiorentina e Cagliari e l'andata degli ottavi di finale di Champions League con il Bayern Monaco. "Ogni mese si parla del momento cruciale della stagione. Si deve cercare di fare sempre bene - ha concluso Moratti - ma questo momento è senza dubbio importante, perché c'é la Coppa dei Campioni di mezzo".

Momento in cui Leonardo, condottiero della risalita nerazzurra ("da quando è arrivato abbiamo trovato la strada giusta", lo incorona Julio Cesar), dovrà fare a meno di Milito, vittima di uno stiramento di secondo grado alla coscia sinistra: un tipo di infortunio che richiede, solitamente, un mese abbondante di stop. Periodo lungo, in cui l'attacco dell'Inter potrà contare, in campionato, sull'Etòo spettacolare di questa stagione (già 15 gol in Serie A); sulla verve di Pazzini (tre reti in altrettante partite da nerazzurro); e sulla fantasia di Sneijder, appena rientrato da un lungo infortunio (oltre che su un Pandev apparso però in leggera flessione). In Champions League, invece, dovrà fare a meno del 'Pazzo', bruciato dalle sfide nel preliminare di Coppa giocate in maglia Samp.

Nel giorno triste di Milito ("non deve dimostrare niente a nessuno, deve rilassarsi e recuperare al meglio", ha scandito Leonardo) l'Inter - che tornerà ad allenarsi alla Pinetina mercoledì - festeggia la 'Panchina d'Oro 2010' assegnata al suo vecchio mister, José Mourinho, votato dai tecnici italiani, ex 'nemico' Ranieri compreso. Per la società nerazzurra, che vede nel premio al guru di Setubal un "motivo di grande orgoglio e di felicità", è il terzo allenatore ad essere insignito del riconoscimento dopo Simoni e Mancini. 

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