Palermo, Miccoli e il gol al Lecce: "Basta, tutta colpa mia"
Calcio
Il capitano rosanero chiarisce che la decisione di uscire dal campo domenica al Via del Mare dopo il gol del pareggio non è stata una sua scelta: "Non l'ho chiesta io. Ero dispiaciuto, il mister l'ha visto e mi ha sostituito. E' stato meglio per tutti"
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L'atteggiamento di Fabrizio Miccoli domenica scorsa in occasione della partita con il Lecce ha fatto discutere parecchio in Tv e sui giornali. L'attaccante ha firmato al 45' il gol del momentaneo pareggio dei rosanero con uno splendido gol su calcio di punizione, ma non ha esultato per il suo noto amore ai colori del Lecce, ed è sembrato molto abbattuto tanto da non rientrare in campo per il secondo tempo.
"Mi ero promesso di non parlare per un po' - spiega il "Romario del Salento" - ma ne sono state dette troppe. La colpa, se si crea questa situazione ogni volta che si gioca col Lecce, sicuramente è mia. L'attaccamento alla mia terra è una cosa personale e forse dovevo tenerla per me. La promessa a De Canio? Il 31 gennaio mi ha chiamato chiedendomi se volevo andare a Lecce, ma che si sarebbe trattato unicamente di un prestito a 6 mesi...Allora dovevo andare dal mio presidente, da Zamparini, a dire di mandarmi in prestito a Lecce? Dire una cosa del genere a una persona, l'unica che ha creduto in me dopo il Benfica, l'unico che mi ha cercato, che mi ha voluto da sempre, per di più essendo il simbolo del Palermo..."
Miccoli tiene a precisare che quella di uscire dal campo domenica non è stata una sua scelta: "Non l'ho chiesta io. Ero dispiaciuto, mi sono isolato un po' dal resto della squadra, il mister l'ha visto e ha deciso di sostituirmi, per il mio bene e per quello della squadra, tanto che in 10 minuti abbiamo fatto 3 gol. Sono stato sostituito spesso dopo pochi minuti dal rientro dall'intervallo e non è mai stato detto niente. Adesso perché giocavamo a Lecce e sono stato fuori dopo 45 minuti, si è creato un caso incredibile...".
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L'atteggiamento di Fabrizio Miccoli domenica scorsa in occasione della partita con il Lecce ha fatto discutere parecchio in Tv e sui giornali. L'attaccante ha firmato al 45' il gol del momentaneo pareggio dei rosanero con uno splendido gol su calcio di punizione, ma non ha esultato per il suo noto amore ai colori del Lecce, ed è sembrato molto abbattuto tanto da non rientrare in campo per il secondo tempo.
"Mi ero promesso di non parlare per un po' - spiega il "Romario del Salento" - ma ne sono state dette troppe. La colpa, se si crea questa situazione ogni volta che si gioca col Lecce, sicuramente è mia. L'attaccamento alla mia terra è una cosa personale e forse dovevo tenerla per me. La promessa a De Canio? Il 31 gennaio mi ha chiamato chiedendomi se volevo andare a Lecce, ma che si sarebbe trattato unicamente di un prestito a 6 mesi...Allora dovevo andare dal mio presidente, da Zamparini, a dire di mandarmi in prestito a Lecce? Dire una cosa del genere a una persona, l'unica che ha creduto in me dopo il Benfica, l'unico che mi ha cercato, che mi ha voluto da sempre, per di più essendo il simbolo del Palermo..."
Miccoli tiene a precisare che quella di uscire dal campo domenica non è stata una sua scelta: "Non l'ho chiesta io. Ero dispiaciuto, mi sono isolato un po' dal resto della squadra, il mister l'ha visto e ha deciso di sostituirmi, per il mio bene e per quello della squadra, tanto che in 10 minuti abbiamo fatto 3 gol. Sono stato sostituito spesso dopo pochi minuti dal rientro dall'intervallo e non è mai stato detto niente. Adesso perché giocavamo a Lecce e sono stato fuori dopo 45 minuti, si è creato un caso incredibile...".
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