Da Totti a Zago, quando la lite finisce a sputacchiate
CalcioGesto ignobile ma (purtroppo) diffuso sui campi da gioco. Non solo Lavezzi e Rosi, i precedenti partono da lontano: anche Mihajlovic, Rijkaard, Voeller, Samuel, Couto, Terry del Chelsea si sono macchiati nel passato più e meno recente. GUARDA LE FOTO
Sputi in campo: tre turni a Lavezzi e Rosi
Ci sono quelli ricorrenti, decisamente troppo, ma verso il terreno di gioco, e quelli episodici in faccia agli avversari. Nel calcio lo sputo, insieme a tanti altri gesti ignobili che rendono sempre di più il campo un'arena senza regole, sta diventando un fenomeno che la prova tv con conseguente stangata di squalifica non sembra però arginare. Il duello a suon di saliva tra Rosi e Lavezzi (LE FOTO), che nell'incandescente Roma-Napoli di sabato scorso è costato ai due tre turni di stop come da copione, è solo l'ultimo di una lunga serie.
In principio, o quasi, ci furono le schermaglie mondiali a Italia '90 tra Frankie Rijkaard e Rudi Voller: l'occasione allora fu offerta dal match tra Germania-Olanda. I due giocatori, che se le erano date di santa ragione fin dai minuti iniziali finirono per essere espulsi: la bagarre fu condita anche da uno scambio di sputi reiterato fino al doppio rosso. Niente telecamere allora pronte a intervenire per sanzionare i giocatori maleducati.
Tra i casi passati alla storia, negativa, del calcio made in Italy c'è di sicuro quello che andò in onda nel derby della Capitale del 1999 in cui il romanista Zago si avventò contro il laziale Simeone: il gesto non sfuggì all'occhio della tv e il difensore brasiliano rimediò una squalifica di tre giornate. Zago, recidivo, fu beccato anche in Coppa Uefa: e in quell'occasione oggetto del suo sgarbo era stato il giocatore del Boavista Rogerio.
Lo sputo più famoso resta però quello europeo di Francesco Totti: il capitano della Roma, con la maglia della nazionale al torneo continentale in Portogallo nel 2004, passò agli annali negativi della storia del pallone per il gesto inqualificabile,e a distanza ravvicinata, ai danni del danese Cristian Poulsen. Totti sollevò un vespaio di critiche e accuse la cui eco ancora non si e' esaurita: il numero dieci giallorosso comunque fu squalificato per quattro giornate.
Altro abile nella disciplina è stato Sinisa Mihajlovic che non avrebbe forse mai pensato di ritrovarsi da allenatore tra i suoi giocatori quell'Adrian Mutu a cui sputò in faccia durante una gara di Champions League tra Lazio e Chelsea. La mano dei giudici europei fu decisamente pesante e l'attuale tecnico della Fiorentina rimediò otto giornate di stop.
Il vizio contagiò anche l'interista Samuel che centrò Nedved in un Juve-Inter di Supercoppa nel 2005. Protagonista dello stesso gesto anche Fernando Couto che sputò a Bogdani in un Parma-Livorno del 2007 e rimediò, come da prassi, tre turni di squalifica. Fuori dai confini nazionali, non passò inosservato lo sputo di John Terry, capitano del Chelsea sempre nei guai, contro Carlos Tevez. Uno spettacolo su cui il sipario dovrebbe essere sempre calato.
Ci sono quelli ricorrenti, decisamente troppo, ma verso il terreno di gioco, e quelli episodici in faccia agli avversari. Nel calcio lo sputo, insieme a tanti altri gesti ignobili che rendono sempre di più il campo un'arena senza regole, sta diventando un fenomeno che la prova tv con conseguente stangata di squalifica non sembra però arginare. Il duello a suon di saliva tra Rosi e Lavezzi (LE FOTO), che nell'incandescente Roma-Napoli di sabato scorso è costato ai due tre turni di stop come da copione, è solo l'ultimo di una lunga serie.
In principio, o quasi, ci furono le schermaglie mondiali a Italia '90 tra Frankie Rijkaard e Rudi Voller: l'occasione allora fu offerta dal match tra Germania-Olanda. I due giocatori, che se le erano date di santa ragione fin dai minuti iniziali finirono per essere espulsi: la bagarre fu condita anche da uno scambio di sputi reiterato fino al doppio rosso. Niente telecamere allora pronte a intervenire per sanzionare i giocatori maleducati.
Tra i casi passati alla storia, negativa, del calcio made in Italy c'è di sicuro quello che andò in onda nel derby della Capitale del 1999 in cui il romanista Zago si avventò contro il laziale Simeone: il gesto non sfuggì all'occhio della tv e il difensore brasiliano rimediò una squalifica di tre giornate. Zago, recidivo, fu beccato anche in Coppa Uefa: e in quell'occasione oggetto del suo sgarbo era stato il giocatore del Boavista Rogerio.
Lo sputo più famoso resta però quello europeo di Francesco Totti: il capitano della Roma, con la maglia della nazionale al torneo continentale in Portogallo nel 2004, passò agli annali negativi della storia del pallone per il gesto inqualificabile,e a distanza ravvicinata, ai danni del danese Cristian Poulsen. Totti sollevò un vespaio di critiche e accuse la cui eco ancora non si e' esaurita: il numero dieci giallorosso comunque fu squalificato per quattro giornate.
Altro abile nella disciplina è stato Sinisa Mihajlovic che non avrebbe forse mai pensato di ritrovarsi da allenatore tra i suoi giocatori quell'Adrian Mutu a cui sputò in faccia durante una gara di Champions League tra Lazio e Chelsea. La mano dei giudici europei fu decisamente pesante e l'attuale tecnico della Fiorentina rimediò otto giornate di stop.
Il vizio contagiò anche l'interista Samuel che centrò Nedved in un Juve-Inter di Supercoppa nel 2005. Protagonista dello stesso gesto anche Fernando Couto che sputò a Bogdani in un Parma-Livorno del 2007 e rimediò, come da prassi, tre turni di squalifica. Fuori dai confini nazionali, non passò inosservato lo sputo di John Terry, capitano del Chelsea sempre nei guai, contro Carlos Tevez. Uno spettacolo su cui il sipario dovrebbe essere sempre calato.