Morandi esulta, Palermo ko a Bologna. L'Inter tifa Vecchioni
CalcioDopo la festa il Festival per il presidente onorario rossoblù: Paponi decide l'anticipo del Dall'Ara tra emiliani e rosanero. Intanto a Milano (Inter-Cagliari) nello spogliatoio nerazzurro si canta "Chiamami ancora amore"
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di VALERIO SPINELLA
Dai campi di calcio ai fiori di Sanremo, è il Festival della Serie A: l'anticipo delle 18 tra Bologna e Palermo tiene sulle spine Gianni Morandi, presidente onorario rossoblù. Forse è lui che, perdendosi l'incontro per ovvie ragioni, con la forza del pensiero prova a boicottare il regolare svolgimento al Dall'Ara. Ma il black-out dell'impianto di illuminazione dopo soli trenta secondi di gioco (partita sospesa per pochi minuti) anticipa l'assenza di lampi di una gara che è l'antitesi di quel Palermo-Bologna giocato nel girone di andata. In Sicilia i gol furono cinque, con il netto successo dei rosanero, per 4-1.
Per quanto Malesani non avesse mai vinto contro il Palermo, Delio Rossi sapeva che a Bologna non avrebbe avuto vita facile. Quando ci sono in palio punti così pesanti ogni azione va pesata: deve aver usato il bilancino, Delio, per decidere di lasciare fuori Miccoli per dare spazio dal primo minuto ad Abel Hernandez, fresco di rapina. Ma un tecnico dev'essere anche psicologo: buttare nella mischia l'uruguayo è un gesto che il ragazzo avrà senz'altro gradito, e chissà che non possa fargli dimenticare al più presto il brutto episodio.
Gli saranno stati vicini molti dei suoi avversari del giorno, perché se c'è una squadra in serie A che ha una foltissima colonia uruguaiana quella è proprio il Bologna: tra questi c'è Diego Perez, protagonista di un tète-a-tète sudamericano con un altro innesto a sorpresa di Delio Rossi: Santiago Garcia. Esordio da titolare in campionato per l'argentino, macchiato da un'espulsione per doppio giallo: aveva debuttato nella Serie A lo scorso 6 febbraio quando contro il Lecce, al "Via del Mare", prese il posto dell'infortunato Darmian.
In inferiorità numerica per l'ultima mezz'ora di gioco, il Palermo prova ad affidarsi al suo gioiello, Javier Pastore, ma nella serata dedicata alla canzone italiana il suo acuto non si fa sentire. Ne approfittano allora i padroni di casa, che proprio allo scadere trovano l'1-0 con Paponi, al terzo centro in Serie A. Per Malesani significa la prima vittoria contro il Palermo, tabù sfatato. Il Bologna vince la settima gara casalinga e si porta a 32 punti in attesa di recuperare l'incontro con la Roma. Per il Palermo, fermo a quota 40 punti, non rimane che una serata da dimenticare.
A giudicare dai riti preliminari, invece, è l'Inter di Leonardo che ha voglia di cantare: al Meazza, nel prepartita, tra le maglie piegate di Cambiasso e Zanetti, sbuca una t-shirt firmata Roberto Vecchioni. Dopo il televoto, il voto dagli spogliatoi? Milano risponde a Sanremo, è tutto pronto per il Festival di San Siro.
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Dai campi di calcio ai fiori di Sanremo, è il Festival della Serie A: l'anticipo delle 18 tra Bologna e Palermo tiene sulle spine Gianni Morandi, presidente onorario rossoblù. Forse è lui che, perdendosi l'incontro per ovvie ragioni, con la forza del pensiero prova a boicottare il regolare svolgimento al Dall'Ara. Ma il black-out dell'impianto di illuminazione dopo soli trenta secondi di gioco (partita sospesa per pochi minuti) anticipa l'assenza di lampi di una gara che è l'antitesi di quel Palermo-Bologna giocato nel girone di andata. In Sicilia i gol furono cinque, con il netto successo dei rosanero, per 4-1.
Per quanto Malesani non avesse mai vinto contro il Palermo, Delio Rossi sapeva che a Bologna non avrebbe avuto vita facile. Quando ci sono in palio punti così pesanti ogni azione va pesata: deve aver usato il bilancino, Delio, per decidere di lasciare fuori Miccoli per dare spazio dal primo minuto ad Abel Hernandez, fresco di rapina. Ma un tecnico dev'essere anche psicologo: buttare nella mischia l'uruguayo è un gesto che il ragazzo avrà senz'altro gradito, e chissà che non possa fargli dimenticare al più presto il brutto episodio.
Gli saranno stati vicini molti dei suoi avversari del giorno, perché se c'è una squadra in serie A che ha una foltissima colonia uruguaiana quella è proprio il Bologna: tra questi c'è Diego Perez, protagonista di un tète-a-tète sudamericano con un altro innesto a sorpresa di Delio Rossi: Santiago Garcia. Esordio da titolare in campionato per l'argentino, macchiato da un'espulsione per doppio giallo: aveva debuttato nella Serie A lo scorso 6 febbraio quando contro il Lecce, al "Via del Mare", prese il posto dell'infortunato Darmian.
In inferiorità numerica per l'ultima mezz'ora di gioco, il Palermo prova ad affidarsi al suo gioiello, Javier Pastore, ma nella serata dedicata alla canzone italiana il suo acuto non si fa sentire. Ne approfittano allora i padroni di casa, che proprio allo scadere trovano l'1-0 con Paponi, al terzo centro in Serie A. Per Malesani significa la prima vittoria contro il Palermo, tabù sfatato. Il Bologna vince la settima gara casalinga e si porta a 32 punti in attesa di recuperare l'incontro con la Roma. Per il Palermo, fermo a quota 40 punti, non rimane che una serata da dimenticare.
A giudicare dai riti preliminari, invece, è l'Inter di Leonardo che ha voglia di cantare: al Meazza, nel prepartita, tra le maglie piegate di Cambiasso e Zanetti, sbuca una t-shirt firmata Roberto Vecchioni. Dopo il televoto, il voto dagli spogliatoi? Milano risponde a Sanremo, è tutto pronto per il Festival di San Siro.