Caos Roma, il principe Giannini: "Ranieri non ha colpe"
CalcioL'INTERVISTA. L'ex numero 10 giallorosso parla delle dimissioni del tecnico di Testaccio: "I problemi societari non possono essere un alibi, ma contano quando ci sono giocatori che non hanno certezze sul futuro. Io in panchina all'Olimpico? Non posso..."
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di ALFREDO ALBERICO
Claudio Ranieri ha lasciato la Roma, lo ha fatto "per dare una scossa all'ambiente", come ha dichiarato in serata dopo il ko contro il Genoa. A prendere le difese del tecnico di Testaccio è Giuseppe Giannini, altro romano e romanista. Soprannominato il "principe", per 17 anni simbolo e capitano giallorosso, l'ex numero 10 è convinto che al dimissionario Ranieri non possano essere imputate colpe per il momento difficile dalla squadra.
Che idea si è fatto del caos esploso nella Roma?
"Io non vivo a contatto con l'ambiente, ci tengo a precisarlo. Non sono dentro Trigoria, ma escludo qualsiasi colpa da parte di Ranieri. C'è una situazione societaria delicata e complessa al tempo stesso".
Però sono i giocatori ad andare in campo, con un allenatore che fa delle scelte...
"Le vicende societarie non possono e non devono essere un alibi. Ma hanno il loro peso quando tre-quattro giocatori da tempo vivono una situazione contrattuale non chiara, in attesa del rinnovo".
Cosa scatta in questi momenti nella testa di un giocatore?
"Semplice, non sei felice. E questo succede anche ad un professionista. Non hai certezze sul futuro e questo condiziona il rendimento in campo. Così succede che uno come Cassetti alterni buone prestazioni ad altre meno convincenti e che Perrotta, già reduce da un infortunio, non giochi con la continuità di cui è capace. L'unico a reggere la situazione è Mexes".
Ricapitolando, Ranieri non ha colpe perché...
"Perché ha ricoperto un ruolo molto difficile. E pur avendo a disposizione una rosa importante, che secondo me vale almeno un posto in Champions League, non ha potuto fare le scelte di mercato che aveva in mente. Non c'erano le condizioni economiche per operare sul mercato e queste sono le conseguenze".
Crede che Ranieri si sia sentito solo?
"Non a livello societario. Dirigenti come Montali è Prandé sono molto presenti. Se ha provato un senso di solitudine glielo ha trasmesso la squadra".
Montella e Cosmi tra i nomi degli allenatori per il dopo Ranieri. Chi sceglie?
"Ripeto, Ranieri ha ricoperto un ruolo difficile e chi arriverà dopo di lui troverà le stesse condizioni. Non posso scegliere, mi limito solo ad augurare a chi verrà di riportare la giusta serenità".
E se la Roma chiamasse Giannini?
"Non potrei andare. Sono un allenatore e ho il patentino, ma attualmente c'è un vincolo perché ho ancora un legame contrattuale con il Verona nonostante l'esonero.
Lei conosce bene il rapporto tra tifosi e squadra. Teme disordini?
"Possibile qualche protesta a Trigoria, è già successo. Sono convinto che non si andrà oltre".
L'ultima affermazione del "Principe" stride con quanto avvenuto nelle ultime ora a Trigoria. Nei video il resoconto della turbolenta serata giallorossa.
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Che idea si è fatto del caos esploso nella Roma?
"Io non vivo a contatto con l'ambiente, ci tengo a precisarlo. Non sono dentro Trigoria, ma escludo qualsiasi colpa da parte di Ranieri. C'è una situazione societaria delicata e complessa al tempo stesso".
Però sono i giocatori ad andare in campo, con un allenatore che fa delle scelte...
"Le vicende societarie non possono e non devono essere un alibi. Ma hanno il loro peso quando tre-quattro giocatori da tempo vivono una situazione contrattuale non chiara, in attesa del rinnovo".
Cosa scatta in questi momenti nella testa di un giocatore?
"Semplice, non sei felice. E questo succede anche ad un professionista. Non hai certezze sul futuro e questo condiziona il rendimento in campo. Così succede che uno come Cassetti alterni buone prestazioni ad altre meno convincenti e che Perrotta, già reduce da un infortunio, non giochi con la continuità di cui è capace. L'unico a reggere la situazione è Mexes".
Ricapitolando, Ranieri non ha colpe perché...
"Perché ha ricoperto un ruolo molto difficile. E pur avendo a disposizione una rosa importante, che secondo me vale almeno un posto in Champions League, non ha potuto fare le scelte di mercato che aveva in mente. Non c'erano le condizioni economiche per operare sul mercato e queste sono le conseguenze".
Crede che Ranieri si sia sentito solo?
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E se la Roma chiamasse Giannini?
"Non potrei andare. Sono un allenatore e ho il patentino, ma attualmente c'è un vincolo perché ho ancora un legame contrattuale con il Verona nonostante l'esonero.
Lei conosce bene il rapporto tra tifosi e squadra. Teme disordini?
"Possibile qualche protesta a Trigoria, è già successo. Sono convinto che non si andrà oltre".
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