Che fine hanno fatto? Falcone ora difende l'ambiente

Calcio
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Una carriera trascorsa a marcare i più forti attaccanti d'Italia e d'Europa. L'ex difensore di Torino, Fiorentina, Bologna, Samp e Parma ora si occupa di energia rinnovabile: il metano prodotto dalla fermentazione dei cereali. GUARDA IL VIDEO

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Di energia in campo ne aveva da vendere, di energia, fuori dal campo, nella vita di tutti i giorni ne ha ugualmente da vendere. Sotto forma di metano, però, perché Giulio Falcone è di questo che si occupa. Forme rinnovabili estratte dai cereali. L'ex terzino di Torino, Fiorentina, Bologna, Sampdoria e Parma è tornato proprio lì, In Piemonte, nella terra in cui ha iniziato la carriera da calciatore: "Negli ultimi anni i ritiri cominciavano a pesare - spiega - Allora ho iniziato a ottimizzare il tempo e a dedicarmi a questo tipo di attività".

La carriera è stata ottima, con qualche picco davvero importante: "Ho esordito nel Torino a 18 anni nella finale di ritorno di Coppa Italia contro la Roma - racconta - All'andata avevamo vinto 3-0, all'Olimpico eravamo sotto 5-2 e entrai. Ma alla fine vincemmo comunque noi per i gol segnati in trasferta". Prima partita, primo titolo, come accadde alla Fiorentina con la Supercoppa Italiana quando Batistuta schiantò la resistenza del Milan ed esultò con l'ormai famosissimo "Irina te amo". In maglia viola Falcone giocò anche una semifinale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona di Ronaldo e Figo: "Scendemmo al Camp Nou per il riscaldamento, lo stadio era vuoto e pensammo che i loro tifosi ci snobbassero - dice - Quando rientrammo per il fischio d'inizio c'erano 90mila persone deliranti ma Bati le zittì tutte con il gol dell'1-1".

Ma forse la più grande soddisfazione è arrivata quasi a fine carriera quando con le buone prestazioni con la Sampdoria Falcone si meritò la chiamata di Roberto Donadoni subito dopo il successo ai Mondiali di Germania (vinti da Lippi ct): "Ho esordito da campione del mondo, io che non c'entravo nulla ma l'emozione è stata grandissima". E il bilancio della carriera non può che essere positivo, nonostante sia mancata la grande squadra: "Avevo raggiunto l'accordo con la Fiorentina quando mi chiamò Mazzola per l'Inter, fui costretto a rifiutare". Sarà per la prossima vita.