Che Roma in crisi di nervi: da Totti al Daniele furioso

Calcio
La Roma
totti_getty

VERSO IL DERBY. La stagione continua com'era iniziata, tra litigi e rabbia. In crisi di risultati perdono quasi sempre la testa: nel 2004-2005 le giornate di squalifica addirittura 32. Dall'addio di Spalletti a quello di Ranieri il clima non è cambiato

Commenta nel forum della Roma

Sfoglia l'album della Roma

Questa volta sarà difficile per Daniele De Rossi evitare la sanzione dell'Uefa, grazie alla prova tv, per la gomitata al volto al capitano dello Shakhtar, Darijo Srna, sfuggita all'arbitro inglese Webb e ai suoi assistenti ieri a Donetsk. Difficile perché De Rossi è comunque recidivo, essendo stato protagonista di un episodio analogo all'andata. Dopo la partita dell'Olimpico lo Shakhtar presentò infatti un esposto all'Uefa accusando il centrocampista giallorosso d'aver sferrato un pugno al giocatore Dimitri Chigrinsky di cui nessuno si era accorto e chiedendo l'uso della prova tv.

La Disciplinare Uefa però respinse la richiesta del assolvendolo dall'accusa di "condotta impropria". Questa volta però le immagini non sembrano lasciare scampo a De Rossi. La stagione giallorossa continua così come era iniziata, tra litigi, isterismi e rabbia. In crisi di risultati la Roma perde quasi sempre la testa: nella stagione 2004-2005 le giornate di squalifica rimediate furono addirittura 32. Nel 2008-2009 si arrivò a 30. Solo 19, invece, negli anni del titolo sfiorato (2007-2008 e 2009-2010). In questa stagione dall'inizio dell'anno nessuno in Italia ha dovuto scontare tanti turni di squalifica quanto la Roma: 24 soltanto in campionato, 26 comprese le coppe. E la giustizia europea potrebbe portarle fino a 30 e oltre con le sanzioni a De Rossi e Mexes.

L'addio di Spalletti e l'arrivo di Ranieri l'anno scorso aveva dato la scossa, quest'anno il miracolo non si è ripetuto. Complice una situazione societaria che invece di dare certezze rende la squadra ancora più fragile. L'addio di Mexes a fine stagione e la "scommessa" persa con Adriano sono altri colpi a una stagione che sarà molto difficile raddrizzare. Dopo il fallimento in Champions e con un campionato ormai compromesso rimane soltanto la Coppa Italia, troppo poco.

Soprattutto perché i segnali continuano a essere quelli di una Roma in totale confusione, aggravata dal declino del suo giocatore simbolo Francesco Totti, spesso relegato in panchina come ieri. Emblematici i suoi quattro inutili minuti finali contro la Samp e il suo sfottò alla panchina e a Ranieri: "Ma che la partita comincia adesso?". Preoccupanti cali di forma (Doni, Riise, gli stessi De Rossi e Totti), scelte sbagliate (Rosi, autore tra l'altro dell'altro spiacevole episodio degli sputi con Lavezzi, oltre ad Adriano), musi lunghi (Pizarro verso Ranieri ma anche Vucinic).

La costante però sono gli isterismi in campo e fuori. Dal calcione di Totti a Balotelli nella finale di Coppa Italia con l'Inter dello scorso anno fino all'ennesima espulsione di Mexes di ieri e alla gomitata di De Rossi a Srna. Dieci mesi sempre con i nervi tesi con diverbi in campo e accuse reciproche. Come fu lo screzio tra Totti e Burdisso sempre in Champions contro il Cluj: in Romania dopo il vantaggio di Borriello l'argentino si arrabbiò per il gol dell'1-1 di Traorè, intervenne il capitano per rimproverarlo.

In campionato contro il Palermo ci fu anche il battibecco tra De Rossi e Borriello, sul campo e fuori. Anche il centrocampista non gradì i gesti plateali di dissenso del compagno dopo le reti incassate e glielo disse a muso duro. Poi ci fu la discussione tra Totti e ancora Borriello per la punizione da tirare sempre a Palermo. Sempre l'attaccante si risentì con Pizarro volendo tirare lui il rigore contro il Lecce, si è "vendicato" ieri ma avrebbe fatto meglio a lasciare che fosse il cileno ad andare sul dischetto.

Nervosismi in casa Roma che si ripetono, come dimenticare la rissa con il Galatasaray nel 2002. Ma anche il calcio di frustrazione e stizza di Totti a Balotelli l'anno scorso, colpevole di averlo offeso dicendogli "nonno sei finito". Parole più o meno analoghe che il capitano si sentì recapitare da Zarate e Baronio dopo un derby. Nervosismi come la lite in diretta tra Ranieri e Sky dello scorso dicembre. Senza dimenticare le incredibili rimonte frutto di improvvise amnesie (la principale a Marassi col Genoa dallo 0-3 al 4-3 con Juan protagonista in negativo). Ma il dato che preoccupa di più restano le espulsioni: otto dall'inizio di stagione con tre rossi a Burdisso, due a Mexes, uno a Julio Sergio, De Rossi e Totti.