Bari, trasferta a San Siro con 200 tifosi "raccomandati"

Calcio
I tifosi del Bari in trasfreta (Foto repertorio Ansa)
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Pugliesi attesi dal Milan nella 29.a giornata di A. Il Comitato per la Sicurezza delle manifestazioni sportive aveva vietato il viaggio ai non possessori della Tessera, ma poi ha detto sì all'ingresso per un numero di privilegiati

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Vogliamo chiamarlo un premio alla buona condotta? Perché il comunicato del Casms spiazza un po': la decisione del Comitato di analisi per la Sicurezza delle manifestazioni sportive, che inizialmente aveva vietato la trasferta a Milano ai sostenitori del Bari non in possesso della Tessera del tifoso, lascia spazio a più di un dubbio. "Oltre ai "fidelizzati" (i 16mila e passa biancorossi con la Card, ndr) potranno recarsi a San Siro, in occasione della gara di serie A Milan-Bari di domenica prossima, anche 200 tifosi selezionati, sotto la responsabilità della società pugliese".

Chi sono? In base a quale criterio sono stati scelti i supporters biancorossi "eletti" ad entrare al Meazza? Prova a spiegarlo il direttore generale dei galletti, Claudio Garzelli. "E' gente che frequenta regolamente la Curva Nord, non ha mai mostrato nessuna volontà intimidatoria in trasferta, in perfetta linea con le direttive ministeriali. Quelli, insomma, penalizzati dalle tante contestazioni sulle nuove regole - chiarisce - in cui non erano, peraltro, coinvolti attivamente. Mi hanno esposto la situazione, si è aperto un dialogo, ho scritto una lettera al Ministero, e l'Osservatorio ha accettato di farli partire".

Garzelli ci tiene a precisare che non si tratta di "intrusi" o "raccomandati". "Si metteranno d'accordo tra loro - rivela - e ci comunicheranno già stamattina l'elenco dei nominativi, così da segnalarli alla Questura per tutti i controlli del caso, in totale sicurezza. Lo considero come un segnale di fiducia dopo tante polemiche, pensiamo a quello che successe per Lecce-Bari".

Legittimo il punto di vista della dirigenza barese, ma l'operazione risulta quantomeno singolare, perché in contraddizione con lo spirito del provvedimento fortemente voluto dal Ministero dell'Interno nell'agosto 2009.

(A.C.)

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