Calcio violento, tifosi dell'Atalanta: non siamo delinquenti

Calcio
I tifosi dell'Atalanta hanno protestato contro l'inchiesta per associazione a delinquere che vede coinvolti alcuni ultras nerazzurri (Getty)
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Prima del match con il Piacenza gli ultrà nerazzurri hanno distribuito un volantino per chiarire la loro posizione riguardo all'inchiesta per associazione a delinquere: "Una passione non può essere considerato un reato punibile dal codice penale"

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L'intervista a Daniele Belotti

Prima della sfida tra Atalanta e Piacenza gli ultrà nerazzurri hanno distribuito un volantino per chiarire la loro posizione riguardo all'inchiesta per associazione a delinquere, che tra gli altri vede coinvolto l'assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Daniele Belotti, aperta un mese fa dalla procura di Bergamo a carico di alcuni capi della tifoseria. "Si accusa tutta la tifoseria organizzata di muoversi in modo delinquenziale - si legge nel volantino - L'accusa mossa é quella di essere un covo di violenti che si associano per delinquere: non possiamo accettarlo perché rappresenta un modo di essere che non ci appartiene".

Dopo aver contestato le modalità delle perquisizioni avvenute "nel cuore della notte" gli ultrà difendono il loro leader, colpito da divieto di dimora in provincia di Bergamo, definendo la misura "una cosa che la giustizia italiana adottava nei confronti dei camorristi e dei mafiosi negli anni '80". I tifosi concludono chiedendo a tutti "di riflettere se la tifoseria organizzata dell'Atalanta si merita un trattamento simile". E aggiungono che "essere colpevoli di animare una passione non può essere considerato un reato punibile dal codice penale".

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