Finalmente è ufficiale. Il campionato comincia il 3 aprile
CalcioVERSO IL DERBY. La volata-scudetto è cosa che si risolverà tra Idi di aprile e 22 maggio. Incognita Napoli a parte, è dal giorno dopo la stracittadina di S.Siro (sabato 2) che si giocherà sul serio. Con l'Inter a -2 da una disastrata capolista. L'ALBUM
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di PAOLO PAGANI
Diciamoci la verità. Finora abbiamo scherzato. E le chiacchiere stanno, per davvero, a zero. Nel weekend appena trascorso, complice la Milano-Sanremo, è balzata agli occhi di tutti gli aficionados un’evidenza solare: il campionato comincia il 3 aprile. Come la Classica delle due ruote è una corsa che dura un 1 km, l’ultimo, quello dello sprint, perché i 297 che vengono prima sono tutt’al più un soporifero antipasto del clou, così la volata-scudetto è cosa che si risolverà tra Idi di aprile e 22 maggio. Se per statuto, e naturalmente per paradosso, si decidesse di istituire un calendario siffatto, due mesi concentratissimi di angosce e speranze e proclami, vuoi mettere che spettacolo pirotecnico la serie A.
Profetico fu allora, in data 11 gennaio 2011, il nostro Mario Sconcerti. Che scrisse, vaticinando il braccio di ferro decisivo tra Milan e Inter: “Ho provato a fare la sceneggiatura di un sorpasso difficile… Il cuore del gioco arriva all’11ma giornata, il 20 marzo, vigilia di Primavera… Il problema è se l’Inter riparte davvero… Se torna e il Milan non accelera, allora può davvero esserci il sorpasso. Il Milan non può pensare a vincere uno scudetto a 80 punti… La domenica dopo va in scena il derby. E, sostanzialmente, il campionato sarebbe pronto a ricominciare”. Si poteva dirlo in modo più lampante, prevederlo con una cartomanzia più vicina alla verità terrena?
Due mesi di campionato, due mesi di battaglia vera. Prima, gherminelle, petting agonistico, platoniche esibizioni di muscoli e polpacci. Questo scodella il menù della serie A, scordiamoci i sei lunghi mesi precedenti di preliminari. Allo stato dei fatti, inservibili. E allora, lato Milan, per stare più sicuro il tecnico Allegri (che nemesi, in quel cognome: gli Dei l’hanno preso di colpo in antipatia?) dovrebbe auspicare una no-fly zone davanti ad Abbiati, portiere uccellato un po’ troppo spesso ultimamente.
I numeri recenti, del resto, ovvero la ricetta in cifre dei rossoneri per essere quasi certi di regalare uno scudetto che sembrava già vinto, messi in fila recitano una sconsolante litanìa: il solo Palermo, ultimo in ordine cronologico dei giustizieri, ha scippato 6 punti su 6 al Milan, vittorie all’andata e al ritorno. Cinque i punti persi dai rossoneri in due sole settimane, Bari (1-1 in casa) e per l’appunto Palermo (1-0 tra gli afrori siculi). Ottanta minuti, dal 10’ del pt in cui i rosanero hanno intonato il loro inno alla Goian, il gol-partita, al 90’ e passa senza che ombra di un attaccante rossonero riuscisse a mettere a segno una rete. E da -7 i petrolieri morattiani si ritrovano in men che non si dica a -2. Nel girone di ritorno, 11 giornate giocate sinora, il Milan ha totalizzato 22 punti contro i 25 leonardeschi; 11 nelle partite casalinghe, contro i 18 messi in cascina dall'Inter (che giocherà il derby "fuori casa") e sempre 11 in trasferta contro i 7 dei nerazzurri. In totale, 2 la media di punti-partita del Milan contro i 2,27 interisti. Questo per l'arida contabilità della statistica.
Milan in realtà alle corde, come certi pugili suonati, e Inter che invece non perde un colpo. In campionato e in Europa. Come dimostra il passaggio ai Quarti di Champions ai danni di un velleitario Bayern. Che, come spesso capita ai tedeschi, sottovalutando lo stellone italiota ora recriminano assai. E chissà che non sia estraneo il sentimento, se non della vendetta per lo meno della rivalsa, nella galoppata vincente che Leonardo ha traghettato nell’ambiente nerazzurro subentrando al più goffo Benitez. Rivalsa, ovvio, del giovane gentleman brasiliano con uso di mondo nei confronti dell’ex datore di lavoro Berlusconi, il “Narciso” della famosa intervista concessa da Leo il 18 settembre scorso (“Non so perché parli tanto di me, dentro di lui dev’esserci qualcosa non a posto…”).
La figuraccia di Palermo chiude e sigilla dunque una striscia da incubo per il Milan: il pari in extremis col quasi retrocesso Bari, l’espulsione di Ibrahimovic che come si sa guarderà il derby in tinello ma soprattutto l’addio alla Champions agli Ottavi, nemmeno un gol in 180’ di partita col Tottenham. Il Lecce casalingo spalanca nuovi (ma sempre gli stessi, in fondo) obiettivi di gloria per un’Inter sempre affamata, bulimica di trionfi. Senza contare che il Napoli può intromettersi nello sprint finale, limitiamoci a guardare al derby di sabato 2 aprile. Il giorno dopo sarà data di inizio ufficiale del campionato. In versione strong, zippata e piena di succo. Per cuori e stomaci forti.
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Diciamoci la verità. Finora abbiamo scherzato. E le chiacchiere stanno, per davvero, a zero. Nel weekend appena trascorso, complice la Milano-Sanremo, è balzata agli occhi di tutti gli aficionados un’evidenza solare: il campionato comincia il 3 aprile. Come la Classica delle due ruote è una corsa che dura un 1 km, l’ultimo, quello dello sprint, perché i 297 che vengono prima sono tutt’al più un soporifero antipasto del clou, così la volata-scudetto è cosa che si risolverà tra Idi di aprile e 22 maggio. Se per statuto, e naturalmente per paradosso, si decidesse di istituire un calendario siffatto, due mesi concentratissimi di angosce e speranze e proclami, vuoi mettere che spettacolo pirotecnico la serie A.
Profetico fu allora, in data 11 gennaio 2011, il nostro Mario Sconcerti. Che scrisse, vaticinando il braccio di ferro decisivo tra Milan e Inter: “Ho provato a fare la sceneggiatura di un sorpasso difficile… Il cuore del gioco arriva all’11ma giornata, il 20 marzo, vigilia di Primavera… Il problema è se l’Inter riparte davvero… Se torna e il Milan non accelera, allora può davvero esserci il sorpasso. Il Milan non può pensare a vincere uno scudetto a 80 punti… La domenica dopo va in scena il derby. E, sostanzialmente, il campionato sarebbe pronto a ricominciare”. Si poteva dirlo in modo più lampante, prevederlo con una cartomanzia più vicina alla verità terrena?
Due mesi di campionato, due mesi di battaglia vera. Prima, gherminelle, petting agonistico, platoniche esibizioni di muscoli e polpacci. Questo scodella il menù della serie A, scordiamoci i sei lunghi mesi precedenti di preliminari. Allo stato dei fatti, inservibili. E allora, lato Milan, per stare più sicuro il tecnico Allegri (che nemesi, in quel cognome: gli Dei l’hanno preso di colpo in antipatia?) dovrebbe auspicare una no-fly zone davanti ad Abbiati, portiere uccellato un po’ troppo spesso ultimamente.
I numeri recenti, del resto, ovvero la ricetta in cifre dei rossoneri per essere quasi certi di regalare uno scudetto che sembrava già vinto, messi in fila recitano una sconsolante litanìa: il solo Palermo, ultimo in ordine cronologico dei giustizieri, ha scippato 6 punti su 6 al Milan, vittorie all’andata e al ritorno. Cinque i punti persi dai rossoneri in due sole settimane, Bari (1-1 in casa) e per l’appunto Palermo (1-0 tra gli afrori siculi). Ottanta minuti, dal 10’ del pt in cui i rosanero hanno intonato il loro inno alla Goian, il gol-partita, al 90’ e passa senza che ombra di un attaccante rossonero riuscisse a mettere a segno una rete. E da -7 i petrolieri morattiani si ritrovano in men che non si dica a -2. Nel girone di ritorno, 11 giornate giocate sinora, il Milan ha totalizzato 22 punti contro i 25 leonardeschi; 11 nelle partite casalinghe, contro i 18 messi in cascina dall'Inter (che giocherà il derby "fuori casa") e sempre 11 in trasferta contro i 7 dei nerazzurri. In totale, 2 la media di punti-partita del Milan contro i 2,27 interisti. Questo per l'arida contabilità della statistica.
Milan in realtà alle corde, come certi pugili suonati, e Inter che invece non perde un colpo. In campionato e in Europa. Come dimostra il passaggio ai Quarti di Champions ai danni di un velleitario Bayern. Che, come spesso capita ai tedeschi, sottovalutando lo stellone italiota ora recriminano assai. E chissà che non sia estraneo il sentimento, se non della vendetta per lo meno della rivalsa, nella galoppata vincente che Leonardo ha traghettato nell’ambiente nerazzurro subentrando al più goffo Benitez. Rivalsa, ovvio, del giovane gentleman brasiliano con uso di mondo nei confronti dell’ex datore di lavoro Berlusconi, il “Narciso” della famosa intervista concessa da Leo il 18 settembre scorso (“Non so perché parli tanto di me, dentro di lui dev’esserci qualcosa non a posto…”).
La figuraccia di Palermo chiude e sigilla dunque una striscia da incubo per il Milan: il pari in extremis col quasi retrocesso Bari, l’espulsione di Ibrahimovic che come si sa guarderà il derby in tinello ma soprattutto l’addio alla Champions agli Ottavi, nemmeno un gol in 180’ di partita col Tottenham. Il Lecce casalingo spalanca nuovi (ma sempre gli stessi, in fondo) obiettivi di gloria per un’Inter sempre affamata, bulimica di trionfi. Senza contare che il Napoli può intromettersi nello sprint finale, limitiamoci a guardare al derby di sabato 2 aprile. Il giorno dopo sarà data di inizio ufficiale del campionato. In versione strong, zippata e piena di succo. Per cuori e stomaci forti.
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