Slovenia-Italia, è già scattato il piano sicurezza

Calcio
Le cariche della polizia durante Italia-Slovenia dell'agosto 2002
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Controlli alla frontiera e sui possessori dei tagliandi, collaborazione fra le forze di polizia dei due Paesi: sulla gara di sabato pesano i ricordi del precedente del 2002 a Trieste e dei fatti di Marassi contro la Serbia

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Magari non è da considerarsi una sfida da allarme rosso, per quanto riguarda il timore di incidenti, ma Slovenia-Italia di sabato a Lubiana è considerata una partita potenzialmente a rischio, per la storia politica dei due Paesi e per alcuni precedenti poco incoraggianti. Per questo, il capo della Polizia Antonio Manganelli ha già provveduto ad inviare otto agenti e dieci steward in appoggio che, al confine tra Slovenia e Italia, collaboreranno con le forze dell'ordine locali per individuare eventuali ultrà a rischio che potrebbero avere acquistato il biglietto attraverso canali diversi rispetto ai 259 biglietti venduti dalla Federcalcio italiana ai tifosi, magari tra il pacchetto messo in vendita dalla Federazione slovena.I tagliandi venduti direttamente dalla Figc per il Settore dedicato ai tifosi italiani – la metà rispetto ai 528 messi a disposizione – sono stati accuratamente controllati (chi ha acquistato i tagliandi tramite la Figc, infatti, ha ricevuto un voucher per il ritiro del tagliando di ingresso allo stadio direttamente presso il botteghino ubicato nel parcheggio riservato alla tifoseria italiana, dal quale potranno raggiungere direttamente l’interno dello stadio attraverso le navette loro dedicate), ora si tratta di prevenire l'ingresso in Slovenia di tifosi potenzialmente pericolosi e, per questo, il piano attuato dalle Questure di Trieste, Udine e Gorizia, in collaborazione con la polizia slovena, è già scattato, rafforzato per l’occasione, anche dal supporto dell’Interpol.

A preoccupare le forze dell'ordine c'è un precedente di quasi nove anni fa, quando le due federazioni decisero di disputare la prima amichevole della loro stagione. 21 agosto 2002, la sede scelta fu lo stadio Nereo Rocco di Trieste: per questioni storiche, mai decisione fu più sbagliata. E, infatti, si verificarono incidenti prima, durante e dopo l'incontro: i sostenitori sloveni lanciarono razzi in campo in direzione di Buffon - che anche allora difendeva i pali azzurri - e l'arbitro per questo ordinò la sospensione della gara. I lanci però non si fermarono neppure dopo la ripresa dell'incontro: prima intervenne la polizia a caricare i tifosi sloveni quindi, dopo alcuni minuti di calma, nel secondo tempo vi fu un'altra breve sospensione e gli agenti rimasero a lungo nei pressi della porta slovena, davanti al settore ospiti.

Insomma, una brutta serata che, per fortuna, non venne replicata nei due incontri che le due nazionali ebbero da allora, nell'ottobre 2004 a Celije e un anno più tardi a Palermo: incidenti mai, ma tensione - soprattutto nella gara disputata in Slovenia - certamente sì. L'attenzione, dunque, rimane molto alta, anche considerando quanto accaduto lo scorso ottobre a Marassi a margine della sfida (non giocata) fra Italia e Serbia. Perché la Serbia, dalla Slovenia, non è troppo distante...

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