FantAntonio e il Pazzo, gemelli da derby: chi più decisivo?
CalcioPazzini aveva fatto tremare per l'infortunio al polso rimediato nel match in Nazionale contro la Slovenia. Invece a San Siro contro il Milan ci sarà eccome. Col suo gemello Cassano, come il 24 ottobre scorso, entrambi blucerchiati... I VIDEO E L'ALBUM
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di Matteo Veronese
Cassano-Pazzini, i gemelli del gol separati da Milano. Prima del fatidico 2 aprile del derby si sono appena incontrati in Slovenia per le qualificazioni a Euro 2012, di nuovo compagni di squadra per una sera, ma la condizione fisica e forse anche psicologica è molto diversa. perché la verità è che Pazzini è decisivo in campionato, gioca (9 volte da titolare, 5 volte per 90'), segna, è sostanzialmente indispensabile; Cassano viene invece gestito diversamente, entra più spesso nella ripresa e gioca solamente due partite intere. Quindi il borsino, oggi, segna un "+" accanto al Pazzo nerazzurro. Anche se Cassano, che contro l'Inter è "nato" calcisticamente, proverà a rinascere una seconda volta, e trascinare il Milan verso lo scudetto che -ancora per poco, si augurano i tifosi- non c'è.
Pazzini che ha fatto tremare l'Inter, prima ancora che Prandelli, dopo essersi fatto male da solo nel primo tempo del match contro la Slovenia. Niente di preoccupante, ma quand'è caduto sopra il suo polso destro, l'apprensione è salita. Per fortuna nessuna frattura, solo una contusione (accertata da una visita, con Tac, alla clinica Fanfani di Firenze) e quindi il Pazzo è pronto sia per l'amichevole di Kiev con la nazionale di martedì sera, sia (soprattutto) per la partita dell'anno, il derby di sabato 2 aprile.
Pazzini e Cassano, dunque. Sei mesi e mezzo dopo, guarda caso ancora a San Siro. L'ultima partita di campionato giocata in coppia risale al 24 ottobre, quarta giornata: la "loro" Sampdoria, quella che avevano contribuito a trascinare alle porte della Champions League facendo rispolverare ai tifosi le sciarpe di quando a Marassi giocavano, segnavano e vincevano Vialli e Mancini, contro l'Inter. Poi il litigio di FantAntonio col presidente Garrone, l'esclusione dalla squadra, il reintegro, mentre Giampaolo regalava ai blucerchiati quei punti che oggi permettono alla Samp di mantenersi ancora a galla.
Milano ritorna nel destino di entrambi, pochi mesi dopo, quando il mercato di gennaio li porta alla Scala del Calcio, stesso palcoscenico ma abiti di scena diversi: il "Pazzo" in nerazzurro, a riempire il vuoto colmato dagli infortuni del Principe Milito e ad affiancare Eto'o, l'interista di fede "Peter Pan" Antonio in rossonero, per far volare la squadra verso lo scudetto che non c'è dal 2003-2004. Destini incrociati pronti a scontrarsi nel derby che vale (forse) il campionato, ma strade diverse per giungervi.
La coppia dei sogni blucerchiati vive l'avventura in rossonerazzurro su due strade parallele, almeno agli inizi. L'esordio è per entrambi fulminante: Cassano scardina la difesa del Cagliari servendo a Strasser un assist d'oro, che il giovane centrocampista sfrutta al meglio regalando l'1-0 e i tre punti ai rossoneri, Pazzini ribalta in 45' una partita che sembrava già chiusa nel primo tempo, con l'Inter sotto per 0-2 contro il Palermo. Doppietta e rigore procurato (poi trasformato da Eto'o) lo consacrano immediatamente a idolo assoluto della Milano nerazzurra.
Come a Genova, a ognuno il suo compito. Quello di Cassano è mettere il genio al servizio dei compagni, e il talento di Bari Vecchia svolge il compito alla grande, sfornando assist a ripetizione (ben 5) per Ibra, Pato e Robinho, e regalandosi anche la gioia personale in due occasioni, contro il Parma e, sempre a proposito di destino, contro il suo amato Bari. A Pazzini tutti all'Inter, sin da subito, chiedono una cosa sola: buttarla dentro. Detto-fatto. Doppietta al Palermo, gol che sigilla la partita a Bari e in un "primo derby" contro il Genoa, due marcature decisive contro Fiorentina e Lecce e altro rigore procurato contro la Roma. In totale fanno 6 centri in 10 presenze, tutti nella ripresa e soprattutto tutti arrivati in partite poi vinte dai nerazzurri.
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Cassano-Pazzini, i gemelli del gol separati da Milano. Prima del fatidico 2 aprile del derby si sono appena incontrati in Slovenia per le qualificazioni a Euro 2012, di nuovo compagni di squadra per una sera, ma la condizione fisica e forse anche psicologica è molto diversa. perché la verità è che Pazzini è decisivo in campionato, gioca (9 volte da titolare, 5 volte per 90'), segna, è sostanzialmente indispensabile; Cassano viene invece gestito diversamente, entra più spesso nella ripresa e gioca solamente due partite intere. Quindi il borsino, oggi, segna un "+" accanto al Pazzo nerazzurro. Anche se Cassano, che contro l'Inter è "nato" calcisticamente, proverà a rinascere una seconda volta, e trascinare il Milan verso lo scudetto che -ancora per poco, si augurano i tifosi- non c'è.
Pazzini che ha fatto tremare l'Inter, prima ancora che Prandelli, dopo essersi fatto male da solo nel primo tempo del match contro la Slovenia. Niente di preoccupante, ma quand'è caduto sopra il suo polso destro, l'apprensione è salita. Per fortuna nessuna frattura, solo una contusione (accertata da una visita, con Tac, alla clinica Fanfani di Firenze) e quindi il Pazzo è pronto sia per l'amichevole di Kiev con la nazionale di martedì sera, sia (soprattutto) per la partita dell'anno, il derby di sabato 2 aprile.
Pazzini e Cassano, dunque. Sei mesi e mezzo dopo, guarda caso ancora a San Siro. L'ultima partita di campionato giocata in coppia risale al 24 ottobre, quarta giornata: la "loro" Sampdoria, quella che avevano contribuito a trascinare alle porte della Champions League facendo rispolverare ai tifosi le sciarpe di quando a Marassi giocavano, segnavano e vincevano Vialli e Mancini, contro l'Inter. Poi il litigio di FantAntonio col presidente Garrone, l'esclusione dalla squadra, il reintegro, mentre Giampaolo regalava ai blucerchiati quei punti che oggi permettono alla Samp di mantenersi ancora a galla.
Milano ritorna nel destino di entrambi, pochi mesi dopo, quando il mercato di gennaio li porta alla Scala del Calcio, stesso palcoscenico ma abiti di scena diversi: il "Pazzo" in nerazzurro, a riempire il vuoto colmato dagli infortuni del Principe Milito e ad affiancare Eto'o, l'interista di fede "Peter Pan" Antonio in rossonero, per far volare la squadra verso lo scudetto che non c'è dal 2003-2004. Destini incrociati pronti a scontrarsi nel derby che vale (forse) il campionato, ma strade diverse per giungervi.
La coppia dei sogni blucerchiati vive l'avventura in rossonerazzurro su due strade parallele, almeno agli inizi. L'esordio è per entrambi fulminante: Cassano scardina la difesa del Cagliari servendo a Strasser un assist d'oro, che il giovane centrocampista sfrutta al meglio regalando l'1-0 e i tre punti ai rossoneri, Pazzini ribalta in 45' una partita che sembrava già chiusa nel primo tempo, con l'Inter sotto per 0-2 contro il Palermo. Doppietta e rigore procurato (poi trasformato da Eto'o) lo consacrano immediatamente a idolo assoluto della Milano nerazzurra.
Come a Genova, a ognuno il suo compito. Quello di Cassano è mettere il genio al servizio dei compagni, e il talento di Bari Vecchia svolge il compito alla grande, sfornando assist a ripetizione (ben 5) per Ibra, Pato e Robinho, e regalandosi anche la gioia personale in due occasioni, contro il Parma e, sempre a proposito di destino, contro il suo amato Bari. A Pazzini tutti all'Inter, sin da subito, chiedono una cosa sola: buttarla dentro. Detto-fatto. Doppietta al Palermo, gol che sigilla la partita a Bari e in un "primo derby" contro il Genoa, due marcature decisive contro Fiorentina e Lecce e altro rigore procurato contro la Roma. In totale fanno 6 centri in 10 presenze, tutti nella ripresa e soprattutto tutti arrivati in partite poi vinte dai nerazzurri.
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