Vedova Raciti: "Spero in un minuto di silenzio per Filippo"

Calcio
2 settembre 2007: Marisa Grasso per la prima volta al Massimino dopo l'omicidio del marito, l'ispettore Filippo Raciti (Foto Ansa)
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Marisa Grasso annuncia che sarà al Massimino, che riapre per la prima volta le porte ai tifosi del Palermo a quattro anni di distanza dalla tragica notte in cui morì il poliziotto. E arrivano le condanne per 15 ultras

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"Domenica sarò allo stadio, ma non se se porterò i miei due figli con me: mi chiedono se qualcuno farà osservare un minuto di silenzio per ricordare suo padre e se non dovesserlo fare sarebbe un'umiliazione per loro, per tutti". Marisa Grasso, vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio del 2007, conferma la sua presenza al Massimino, domenica prossima, al derby Catania-Palermo, che sarà aperto per la prima volta, dopo 4 anni, anche ai tifosi della squadra ospite.

"Mi aspetto che i tifosi siano cambiati - aggiunge - ma non credo che questo sia veramente accaduto per tutti. Spero che sia il derby del cambiamento, la mia famiglia da 4 anni è cambiata".

Condanne - E proprio a quattro giorni dal derby è arrivata una sentenza di condanna per alcuni protagonisti di quella folle notte. Settantasette anni di reclusione complessivi per 15 ultras etnei e due assoluzioni: è la sentenza emessa dalla terza sezione del Tribunale di Catania per gli imputati del processo per violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale. I giudici, che hanno sostanzialmente recepito le richieste presentate in aula dai pubblici ministeri Alessandro Sorrentino e Andrea Bonomo, hanno assolto, per non avere commesso il fatto, Alain Richard Di Stefano e Vincenzo Travaglia. Le condanne sono comprese tra tre anni e sei mesi e 5 anni e due mesi di reclusione e prevedono anche l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e un risarcimento di 55mila euro per ciascuna parte civile. Diversi imputati farebbero parte del gruppo Anr (Associazione non riconosciuta), ai cui vertici ci sarebbe Giovanni Calvagna, noto come 'Koala', che è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Tutti gli imputati sono in stato di libertà.

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