"Il Bologna torni in A...". Quando la politica fa autogol

Calcio
Il capitano del Bologna, Marco Di Vaio, sembra quasi allargare le braccia sconsolato dopo la gaffe di Merola... (Getty)
CESENA, ITALY - DECEMBER 05:  Marco Di Vaio of Bologna celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between Cesena and Bologna at Dino Manuzzi Stadium on December 5, 2010 in Cesena, Italy.  (Photo by Roberto Serra/Getty Images) *** Local Caption *** Marco Di Vaio

Il candidato sindaco del centrosinistra nel capoluogo emiliano, Merola, rischia grosso a causa di una clamorosa gaffe sui rossoblù. Ecco come, da Togliatti a Berlusconi e Veltroni, i politici spesso inciampano sul pallone...

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di LORENZO LONGHI

"E tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere cosa ha fatto la Juve?": un tempo, il calcio in politica era una cosa seria. Così, infatti, Palmiro Togliatti si rivolse a Pietro Secchia, storico dirigente del Pci, che non seppe rispondergli sul risultato dei bianconeri, di cui il "Migliore" era tifosissimo. Perché il calcio, oppio dei popoli, porta voti. E il Pci, che ai tempi d’oro intercettava il voto operaio e popolare, lo sapeva bene.

Allora, Bologna era rossa. Ora che rossa non è più da un po', ma magari di un rosa pallido, capita che il candidato sindaco del maggiore partito di centro sinistra si renda protagonista di una gaffe clamorosa. "Il Bologna? Spero torni in Serie A", la frase di Virginio Merola, Pd, vincitore delle Primarie di coalizione e dunque candidato a Palazzo d’Accursio. Gli è… sfuggito - mettiamola così - che il Bologna in A era tornato tre anni fa. E vabbé, mica è necessario sapere di calcio per essere un buon sindaco. Peccato che Merola, dopo la topica, abbia voluto rimediare. Ma la toppa è stata peggio del buco, totale confusione: “Mi sono sbagliato, in trasmissione stavo dicendo che spero il Bologna torni in Serie B”. Boom.

Ora i sondaggisti sottolineano come lo scivolone possa pesare sulle elezioni, anche perché in fondo Merola è diventato il candidato del Pd dopo la rinuncia di Maurizio Cevenini, "Mister Preferenze" e tifosissimo rossoblù, che fece un passo indietro prima delle Primarie per problemi di salute. C’è di più, però: notoriamente, Bologna vivrà le comunali nel 2011 perché, da un anno, è commissariata, da quando cioè si dimise il sindaco Delbono, a seguito del Cinzia-gate. Scandalo che scoppiò dopo alcune sibilline dichiarazioni di Alfredo Cazzola, ex avversario di Delbono e, soprattutto, ex presidente del Bologna. E non a caso martedì, all'assemblea plenaria dei parlamentari del terzo polo a Montecitorio, il bolognese Casini si è presentato in gessato blu con righe rosse e regimental rossoblù. Per punzecchiare Merola? Casini ha smentito, ma senza convincere nessuno.

Vizio volgare, quello di mischiare calcio e politica, ma che spesso diventa strategia vincente. Prima delle elezioni del 1994, candidato nel collegio Roma 1, Silvio Berlusconi aveva come avversario l’ex ministro delle Finanze, l’illustre professor Luigi Spaventa: "Prima di confrontarsi con me, vinca due Coppe dei Campioni", disse. Del resto, lo scorso settembre, il Presidente del Consiglio si era lamentato degli "arbitri di sinistra" (dunque giudici e comunisti, la sua ossessione) che avrebbero "tolto al Milan due scudetti". Equilibri sottili, come sa bene Walter Veltroni che da sindaco di Roma, si scoprì un po' giallorosso, anzi più di un po', tanto che i tifosi della Lazio esposero uno striscione "Veltroni zerbino dei giallorossi". Curioso, per un fervente e dichiarato juventino come l'ex segretario del Pd.

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