I conti in tasca: ecco perché il Cagliari non fa biscotti
CalcioOgni posizione di classifica guadagnata vale due o tre milioni di euro. Con questo calcolo Cellino spiega perché la sua squadra deve avere come obiettivo l'ottavo posto. E allontana le voci di chi ha sentito puzza di combine nella gara contro il Brescia
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Lo "strano" pareggio contro il Brescia aveva destato qualche sospetto. D'altra parte, sul finire della stagione, appena si scorge una X in schedina ci si interroga subito sulla possibilità che sia stato sfornato un bel "biscotto".
Il Cagliari, poi, è stato per tutta la stagione squadra da "vittoria o sconfitta", in casa. Ecco allora che anche Cellino entra nel mirino.
La risposta del presidente, però, non si fa attendere, e sta tutta in un ragionamento a cavallo tra matematica ed economia, con cui dimostra che il Cagliari non ha motivo per essere interessato al ramo dei prodotti da forno. "In ballo ci sono la regolarità del campionato, la nostra dignità, l'immagine" (e fin qui nulla di nuovo), "e, non ultimo, il denaro", chiarisce Cellino.
Poi via con la lezione di economia: "Vorrei rinfrescare la memoria a tutti. I millecento milioni di euro di diritti televisivi vanno così ripartiti: quattrocento milioni in parti uguali; cinquanta in base al numero di abitanti delle città; cento in base alla classifica degli ultimi cinque anni; duecento sulla classifica degli ultimi trent'anni; cento per la posizione in graduatoria di questa stagione; duecento per il numero dei tifosi. Ogni posizione di classifica rappresenta due-tre milioni di euro. Classificarsi all'ottavo posto anziché al nono influisce su tre voci delle sei prese in esame per ripartire i diritti tv".
L'ottavo posto: la risposta a chi già parlava di un Cagliari senza obiettivi.
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Lo "strano" pareggio contro il Brescia aveva destato qualche sospetto. D'altra parte, sul finire della stagione, appena si scorge una X in schedina ci si interroga subito sulla possibilità che sia stato sfornato un bel "biscotto".
Il Cagliari, poi, è stato per tutta la stagione squadra da "vittoria o sconfitta", in casa. Ecco allora che anche Cellino entra nel mirino.
La risposta del presidente, però, non si fa attendere, e sta tutta in un ragionamento a cavallo tra matematica ed economia, con cui dimostra che il Cagliari non ha motivo per essere interessato al ramo dei prodotti da forno. "In ballo ci sono la regolarità del campionato, la nostra dignità, l'immagine" (e fin qui nulla di nuovo), "e, non ultimo, il denaro", chiarisce Cellino.
Poi via con la lezione di economia: "Vorrei rinfrescare la memoria a tutti. I millecento milioni di euro di diritti televisivi vanno così ripartiti: quattrocento milioni in parti uguali; cinquanta in base al numero di abitanti delle città; cento in base alla classifica degli ultimi cinque anni; duecento sulla classifica degli ultimi trent'anni; cento per la posizione in graduatoria di questa stagione; duecento per il numero dei tifosi. Ogni posizione di classifica rappresenta due-tre milioni di euro. Classificarsi all'ottavo posto anziché al nono influisce su tre voci delle sei prese in esame per ripartire i diritti tv".
L'ottavo posto: la risposta a chi già parlava di un Cagliari senza obiettivi.
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