Quelli che segnano da centrocampo: Marcolini entra nel club
Calcio
Ultimamente è stato definito "gol alla Stankovic", vista la propensione del serbo a inquadrare la porta dalla distanza. Uno sguardo al portiere fuori dai pali e un tiro che parte senza riflettere troppo, per una rete da raccontare ai nipotini
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Beckham, Maradona, Stankovic... e Michele Marcolini. E' il 38' della ripresa della gara contro il Bologna quando il mediano del Chievo si iscrive all'esclusivo club di "quelli che hanno fatto gol da centrocampo".
Tanti campioni, ma non solo. Spesso, molto più semplicemente, giocatori a cui è capitata tra i piedi la palla giusta nel momento giusto, e hanno avuto la prontezza (e il merito) di calciarla senza pensarci su troppo. "Non vedo l'ora di rivederlo", ha dichiarato a caldo Marcolini, che quest'anno ha segnato meno del solito (complice qualche panchina di troppo), ma che con questa prodezza ha alzato la media dal punto di vista qualitativo.
Fortuna, sicuramente. Ma anche rapidità di pensiero, coordinazione e un bel piede, che non guasta mai. Alvaro Recoba ne aveva soltanto uno, il sinistro, ma con quello faceva tutto ciò che voleva: compreso il gol all'Empoli che consacrò definitivamente il suo magico mancino. Uno sguardo al portiere, a 50 metri di distanza, due passi di rincorsa, poi la palombella con la palla infilata nell'angolino. Fin troppo facile citare Maradona (il Pibe de Oro una volta si fece passare il pallone dopo il calcio d'inizio, se lo alzò, fece due palleggi e tirò in porta, segnando); impossibile non menzionare Stankovic, che di gol così ne ha già fatti un paio in carriera, contro il Genoa nella scorsa stagione e allo Schalke in Champions quest'anno.
Infine Mascara, per restare in Italia, autore del più bel gol che sia mai stato segnato in un derby tra Catania e Palermo.
All'estero ci sono le perle di Cani del Villarreal (anche lui fresco di ingresso nel club) e quella di Martin Palermo: il gol da centrocampo con il più alto coefficiente di difficoltà. Perché un conto è usare la testa per pensarle, certe cose, e un altro conto è usarla per farle.
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