La Samp non può fallire. Col Brescia è scontro salvezza

Calcio
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Quella di domenica prossima al Ferraris è un match importantissimo per la permanenza in Serie A. Entrambe le squadre navigano in cattive acque e i blucerchiati ripartono dai tre punti conquistati al San Nicola di Bari

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Quel rigore trasformato da Pozzi al san Nicola contro il Bari sabato sembra uscire davvero dall'uovo di Pasqua ma i dolori cominciano adesso: perché ciascuna partita d'ora in poi sarà l'ultima. E con questo spirito, che sia quantomeno combattivo, i blucerchiati dovranno scendere in campo domenica. Primo maggio, festa dei lavoratori, e questo dovrebbe ispirare i ragazzi di Cavasin. Il Brescia non è il Bari e può mettere la mordacchia anche a una squadra che per adesso ha evitato di mostrare i denti. D'altra parte chi vince domenica può davvero cominciare a sorridere.

La tensione tra i blucerchiati si è stemperata un poco con quel rigore a rischio parata ma c'è bisogno di maggiore traquillità. Cavasin, nonostante gli insulti che gli sono stati vomitati addosso da alcuni sciagurati, chiama ancora a raccolta i tifosi: "sarete il nostro dodicesimo uomo in campo". In verità, quello c'è sempre stato: sono gli altri undici che dovrebbero metterci un po' di verve.

Cavasin, che ha chiamato la squadra all'arme domani al 'Mugnaini', ha qualche problema da risolvere per la sfida col Brescia: il primo si chiama Poli. L'intemperante giovanotto che s'è beccato il rosso in panchina non potrà giocare. Poli è fondamentale a centrocampo, soprattutto accanto a Palombo. E' uno dei pezzi migliori della Sampdoria e non averlo significa avere un buco grosso così dietro alle punte. Secondo problema: l'enigma Maccarone. Risolvere l'uomo-rebus sarebbe fondamentale per sbloccare l'ex Middlesbrough che sembra non aver mai trovato la via della porta avversaria.

Terzo problema: Lucchini. Se sta bene e gioca, accanto a Gastaldello, la difesa blucerchiata potrà reggere l'arrembaggio dei bresciani. se Lucchini non c'è, la squadra parte con un discreto handicap e sarà costretta a tenersi ben corta e non aprire mai spazi. Quarta questione, la più irrisolvibile: Cavasin deve convincere i suoi a non avere paura. Se si esclude capitan Palombo, che è sempre più l'anima di questa squadra, gli altri sembrano non aver ben chiaro che questa partita, quart'ultima di campionato, è roba da stomaci forti e non da signorine. Che non significa picchiare, significa sputare la coratella pur di riuscire a fare un gol.

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