Undici metri di polemiche. Solo Roma e Napoli sorridono
CalcioZamparini, Lotito, Ghirardi: a turno, i presidenti dei club di A, reclamano rigori e parlano di torti arbitrali. Il Parma la squadra più "tartassata", mentre Totti e compagni hanno già ottenuto 13 penalty a favore. Ma non è un record. LA FOTOGALLERY
La Serie A in numeri: guarda tutte le statistiche
Meglio Totti o Baggio? Il verdetto del dischetto
di Vanni Spinella
Diceva un vecchio saggio che “Rigore è quando arbitro fischia”. Recentemente, la massima del filosofo Vujadin è tornata di moda.
Ripresa dai tifosi del Parma che, esasperati dalla puntualità con cui venivano inflitti penalty alla loro squadra, sbottarono con un “Rigore è quando Parma difende”. Citata e rivendicata da chi viene accusato di godere di troppa grazia (San Gennaro, in questo caso).
D’altra parte, è un classico di fine stagione. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a contare. Armati di calcolatrice, elencano torti e invocano giustizia. Ammonizioni, fuorigioco, giornate di squalifica: tutto fa brodo, ma alla fine, è solo uno l’indice con cui si esprime la benevolenza o meno degli arbitri nei confronti di una squadra: il calcio di rigore.
Sintetizzando, in una formula alla portata di tutti: “rigori a favore meno rigori contro”.
Tra le squadre “in negativo” (o “in debito”), Lazio (-3), Palermo (-6), Parma (-7). Che, a turno, hanno alzato tutte la voce. Come se il raggiungimento del pari in bilancio (rigoristico) fosse un atto dovuto. Ghiradi con la favola delle Genoveffe, Lotito col tintinnar di manette, Zamparini con il suo dossier biscardiano. Roba che a confronto Mourinho è un dilettante privo di fantasia.
E le squadre con “segno +”? Loro, naturalmente, stanno in silenzio. Al massimo citano Boskov. È il caso di De Laurentiis, forte di un +6 e di una serie di episodi a favore (addirittura due gol-fantasma: quello di Cavani alla Fiorentina, inesistente, assegnato; quello regolare di Brocchi, non visto) che hanno impreziosito una stagione già dorata.
Ma è la Roma, ultimamente, ad essere nel centro del mirino. Otto rigori fischiati a favore nelle ultime 9 giornate non passano inosservati, con conseguente disappunto di chi magari se ne è visti assegnare solo due in tutta la stagione.
Così, tutti contro Totti. E contro i suoi record, firmati, ironia della sorte, dal dischetto. Il gol numero 178 in Serie A (con cui eguaglia Boniperti), quello contro la Juve con cui aggancia Beppe Signori (altro rigorista doc), quello alla Lazio in questa stagione (ottavo gol personale in un derby), il numero 200 contro la Fiorentina, il 206 (scavalcato Roberto Baggio) contro il Bari. Tutti su rigore.
Tante coincidenze indispettiscono chi del “Pupone” non è esattamente un ammiratore. Viene accusato di segnare tanto solo grazie ai rigori, e la polemica impazza: meglio Totti o Baggio? E senza contare i rigori?
Baggio, dal dischetto, non si discute. Checché ne dicano in Brasile. La sua percentuale di realizzazione in carriera (87%) è un miraggio per molti. E in Serie A sono ben 68 quelli che ha realizzato.
Il conto dei rigori di Totti, invece, varia di blog in blog, di forum in forum: 47, dicono i romanisti, oltre 60 replicano i laziali. Il numero esatto? 57.
Un primo mito, dunque, va sfatato. È vero che negli ultimi anni Totti si è presentato spesso sul dischetto, ma affermare che abbia raggiunto il traguardo dei 206 in A grazie ai rigori è ingeneroso. Come detto, Baggio ne calciò molti di più.
La seconda leggenda riguarda il record stabilito dalla Roma con i suoi 13 rigori a favore.
In realtà, di primato non si tratta. Quello è ben saldo nelle mani del Milan (stagione 1950-51, 18 a favore). E anche più recentemente c’è chi ha fatto di meglio: la Lazio, che nella stagione 1995-96 se ne vide assegnare 14. Tredici realizzati (uno da Casiraghi e 12 da Signori, che poi si laureò capocannoniere con 24 reti), l’ultimo fallito da Signori contro il Napoli (di Tagliatatela, eccezionale pararigori). Tenendo conto che si trattava di un campionato a 18 squadre (quindi con 34 giornate), quello attuale della Roma (13 rigori alla 35.a) non è record, ma potrebbe diventarlo.
E le altre? Bilancio in pari per la ex “nostra Signora del dischetto” (4 a 4, con Del Piero che quest'anno ne ha calciati appena 2); un misero +1 per l’Inter (6 a 5); a +5 il Milan, che se ne è visto fischiare contro solo uno (peraltro parato da Abbiati a Di Vaio).
Volete la prova che non ci sono trucchi e non ci sono inganni? Sul podio delle squadre “più favorite” ci sono Bari e Sampdoria, con 8 rigori a testa a favore. State certi che in questo momento baratterebbero volentieri qualche rigore in meno con qualche punto in classifica in più.
Gli arbitri della 36.a giornata
Meglio Totti o Baggio? Il verdetto del dischetto
di Vanni Spinella
Diceva un vecchio saggio che “Rigore è quando arbitro fischia”. Recentemente, la massima del filosofo Vujadin è tornata di moda.
Ripresa dai tifosi del Parma che, esasperati dalla puntualità con cui venivano inflitti penalty alla loro squadra, sbottarono con un “Rigore è quando Parma difende”. Citata e rivendicata da chi viene accusato di godere di troppa grazia (San Gennaro, in questo caso).
D’altra parte, è un classico di fine stagione. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a contare. Armati di calcolatrice, elencano torti e invocano giustizia. Ammonizioni, fuorigioco, giornate di squalifica: tutto fa brodo, ma alla fine, è solo uno l’indice con cui si esprime la benevolenza o meno degli arbitri nei confronti di una squadra: il calcio di rigore.
Sintetizzando, in una formula alla portata di tutti: “rigori a favore meno rigori contro”.
Tra le squadre “in negativo” (o “in debito”), Lazio (-3), Palermo (-6), Parma (-7). Che, a turno, hanno alzato tutte la voce. Come se il raggiungimento del pari in bilancio (rigoristico) fosse un atto dovuto. Ghiradi con la favola delle Genoveffe, Lotito col tintinnar di manette, Zamparini con il suo dossier biscardiano. Roba che a confronto Mourinho è un dilettante privo di fantasia.
E le squadre con “segno +”? Loro, naturalmente, stanno in silenzio. Al massimo citano Boskov. È il caso di De Laurentiis, forte di un +6 e di una serie di episodi a favore (addirittura due gol-fantasma: quello di Cavani alla Fiorentina, inesistente, assegnato; quello regolare di Brocchi, non visto) che hanno impreziosito una stagione già dorata.
Ma è la Roma, ultimamente, ad essere nel centro del mirino. Otto rigori fischiati a favore nelle ultime 9 giornate non passano inosservati, con conseguente disappunto di chi magari se ne è visti assegnare solo due in tutta la stagione.
Così, tutti contro Totti. E contro i suoi record, firmati, ironia della sorte, dal dischetto. Il gol numero 178 in Serie A (con cui eguaglia Boniperti), quello contro la Juve con cui aggancia Beppe Signori (altro rigorista doc), quello alla Lazio in questa stagione (ottavo gol personale in un derby), il numero 200 contro la Fiorentina, il 206 (scavalcato Roberto Baggio) contro il Bari. Tutti su rigore.
Tante coincidenze indispettiscono chi del “Pupone” non è esattamente un ammiratore. Viene accusato di segnare tanto solo grazie ai rigori, e la polemica impazza: meglio Totti o Baggio? E senza contare i rigori?
Baggio, dal dischetto, non si discute. Checché ne dicano in Brasile. La sua percentuale di realizzazione in carriera (87%) è un miraggio per molti. E in Serie A sono ben 68 quelli che ha realizzato.
Il conto dei rigori di Totti, invece, varia di blog in blog, di forum in forum: 47, dicono i romanisti, oltre 60 replicano i laziali. Il numero esatto? 57.
Un primo mito, dunque, va sfatato. È vero che negli ultimi anni Totti si è presentato spesso sul dischetto, ma affermare che abbia raggiunto il traguardo dei 206 in A grazie ai rigori è ingeneroso. Come detto, Baggio ne calciò molti di più.
La seconda leggenda riguarda il record stabilito dalla Roma con i suoi 13 rigori a favore.
In realtà, di primato non si tratta. Quello è ben saldo nelle mani del Milan (stagione 1950-51, 18 a favore). E anche più recentemente c’è chi ha fatto di meglio: la Lazio, che nella stagione 1995-96 se ne vide assegnare 14. Tredici realizzati (uno da Casiraghi e 12 da Signori, che poi si laureò capocannoniere con 24 reti), l’ultimo fallito da Signori contro il Napoli (di Tagliatatela, eccezionale pararigori). Tenendo conto che si trattava di un campionato a 18 squadre (quindi con 34 giornate), quello attuale della Roma (13 rigori alla 35.a) non è record, ma potrebbe diventarlo.
E le altre? Bilancio in pari per la ex “nostra Signora del dischetto” (4 a 4, con Del Piero che quest'anno ne ha calciati appena 2); un misero +1 per l’Inter (6 a 5); a +5 il Milan, che se ne è visto fischiare contro solo uno (peraltro parato da Abbiati a Di Vaio).
Volete la prova che non ci sono trucchi e non ci sono inganni? Sul podio delle squadre “più favorite” ci sono Bari e Sampdoria, con 8 rigori a testa a favore. State certi che in questo momento baratterebbero volentieri qualche rigore in meno con qualche punto in classifica in più.
Gli arbitri della 36.a giornata