Il calcio che stravolge Einstein ce lo insegna Chevanton

Calcio
Una prodezza di Chevanton a tempo quasi scaduto e il Lecce batte il Napoli. Per l'uruguayano è il secondo pesantissimo gol realizzato nei minuti finali
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LA CURIOSITA'. Le leggi della fisica? Stravolte quando c'è di mezzo il pallone. Le partite che valgono il titolo vengono risolte nei primi secondi di gioco, gli scontri per non retrocedere si animano nel recupero. E il nuovo Einstein è del Lecce. LE FOTO

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Tempo, spazio e gol: il calcio oltre le leggi della fisica


di Vanni Spinella

Non dite più che il calcio è roba per gente senza cervello. Einstein ci perderebbe il sonno, dietro a certe partite. Perché è sul rettangolo verde che le variabili spazio-temporali impazziscono e fanno impazzire i tifosi. Il calcio, insomma, riscrive le leggi della relatività, aggiungendo un importante corollario. Spazio e tempo si dilatano e si restringono, a seconda dell’obiettivo per cui si gioca.

C’è in palio lo scudetto? Non sono ammessi ritardi: accendere la tv anche un minuto dopo vorrebbe dire essersi già persi lo spettacolo. Scontro salvezza? Buttate il telecomando, e godetevi il match fino all’ultimo minuto. Che non è mai il novantesimo.

Ma procediamo empiricamente. Ed ecco allora le conferme sperimentali. Inter-Milan del 2 aprile è uno scontro-scudetto come in Italia non se ne vedevano da anni. I nerazzurri, vincendo, passerebbero in testa alla classifica e coronerebbero una rincorsa entusiasmante. Una sconfitta renderebbe il distacco quasi incolmabile. Giorni e giorni di attesa, l’ansia che cresce, aspettative a mille. Esperti pronti a giurare che le due squadre “si temono e si studieranno”, come si usa dire in questi casi.

Sì, come no. Dopo 42 secondi, Pato, che non ha voglia di studiare, ha già indirizzato la gara. E meno male che Barbara è una puntuale e non si perde l’appuntamento con la dedica. Per il Milan finirà in trionfo, ma la partita più importante della stagione aveva già preso una piega ben precisa dopo neanche un minuto. Per Leonardo è un po’ come presentarsi a una festa di gala, tutto in tiro, ed essere accolto all’ingresso dal maggiordomo con un ceffone.

La seconda lezione ci arriva da Sir Alex Ferguson. Manchester-Chelsea vale il titolo in Inghilterra. Chi vince, ha in tasca la Premier. Un sogno, per Ancelotti, che al termine di una rimonta insperata e impronosticabile, si ritrova con l’occasione d’oro servita su un piatto d’argento. Ma dal maggiordomo sbagliato. Stavolta lo schiaffone arriva dal “Chicharito” Hernandez, dopo appena 36 secondi di gioco. Anche qui: giorni di attesa, blues caricati a pallettoni, rievocazione di imprese simili. E dopo neanche un minuto è già tutto finito.
Tanto per smentire, ancora una volta, la teoria motivazionale che vede favorito chi insegue rispetto a chi deve difendere il primato.

E dato che in Spagna Real-Barça non è mai stato veramente uno scontro per il titolo, per il terzo indizio (che fa una prova) ci tocca tornare al 2 maggio 2004, in Italia, quando si verificò un’altra situazione analoga. Milan in testa, Roma staccata di 3 punti in classifica a 3 giornate dalla fine. Lo scontro diretto è un match-ball per i rossoneri di Ancelotti, mentre la squadra di Capello deve pensare solo a vincere. Passa un minuto e Shevchenko raccoglie l’assist di Kakà, infilando Pelizzoli: scudetto al Milan.

Ma state certi che Einstein si appassionerebbe anche alla lotta salvezza. Qui, il tempo, improvvisamente si dilata. Una partita dura 90 minuti? Se c’è in ballo la salvezza, può risolversi anche al 97’. È il caso del derby di Genova, deciso da Boselli nell’extra-extra-time. Contro quella Samp che, proprio una settimana prima, aveva riacciuffato il Brescia al 91’, con il gol della speranza di Mannini. Per non dire della doppietta di Pazzini al Cesena, con la squadra di Ficcadenti che passa da 3 a 0 punti (salvezza) tra il 91’ e il 95’. O della punizione di Lodi (al 95’), con cui il Catania fa 2-2 a Torino e aggiunge un mattoncino alla sua permanenza in A.

Se sarà salvezza, infine, il Lecce dovrà dire grazie soprattutto alla sua capacità di segnare quando il tempo stringe (per gli altri). Giornata 33: Corvia fa 3-3 contro il Cagliari nel 3’ di recupero. Giornata 36’: Chevanton va oltre le leggi del tempo e della fisica, trovando un gol impossibile contro il Napoli quando mancano appena 2’. E non è la prima volta che gli riesce un numero del genere: Parma-Lecce alla 23esima l’aveva risolta sempre lui: 0-1, al 92’. Più forte di spazio e tempo: l’Einstein dei tempi moderni si chiama Javier Ernesto.