Brucia la passione. I tifosi danno fuoco alla maglia di Leo

Calcio
Il rito ha inizio: la maglia di Leonardo viene bruciata davanti alla sede del Milan, in via Turati
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Aspettando il pullman dei giocatori, i sostenitori del Milan hanno bruciato la maglia del "traditore" davanti alla sede di via Turati. Un rito portato a termine con qualche difficoltà, tra cori ormai celebri e grida di giubilo. GUARDA LE FOTO

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I tifosi bruciano la maglia di Leo: le foto

Il rito si consuma davanti alla sede del Milan, in via Turati. Bisogna ingannare il tempo in attesa che arrivi il pullman scoperto con a bordo i giocatori, che si dirigeranno in piazza Duomo prima e a San Siro dopo.
Così, tra tante maglie rossonere di miti di oggi (Pato, Ibra, ma anche Gattuso e Thiago Silva) e glorie di ieri (Shevchenko, Kakà), ne spunta all'improvviso una che nessun tifoso rossonero vuole più vedere.
La numero 18 del mito di ieri e nemico di oggi, Leonardo.

Un tifoso la sventola e sale sul tettuccio di un'auto, richiamando l'attenzione del popolo rossonero. Immediatamente scatta il celebre coro, quello di Gattuso. Serve un accendino. Se in passato sono state bruciate quelle di Torres e di LeBron James, il "traditore" Leonardo merita lo stesso trattamento.
Saltano fuori uno, due, tre accendini. Il popolo ritma un "Brucia, brucia, brucia". Ma la maglia non brucia...

Sembra uno strano sortilegio: la festa, però, non può essere rovinata da un piccolo intoppo.
"Serve la diavolina", propone uno. "Porta un po' di benza, zio", replica un altro. E intanto ci si accontenta di stracciarla.
Il fantasma di Leo viene definitivamente cacciato dalle menti e dai cuori dei tifosi grazie a un fumogeno: il fuoco finalmente attacca, la maglia del traditore diventa cenere.
Come mai tanto accanimento? Perché si sente il bisogno di un rito del genere? "Odi et amo", avrebbe risposto un certo Catullo.

V.S.