Fare gol, farne tanti. Un 7-0 che fa la differenza (reti)
CalcioLOTTA CHAMPIONS. Se all’Udinese basterà un punto all’ultima giornata per conquistare un posto in Europa, gran parte del merito è di quella goleada al Palermo che generò polemiche, ma che sarà decisiva se si dovesse ricorrere alla differenza reti
La Serie A in un Album: gli scatti più belli della stagione
I numeri del campionato: le statistiche
di Vanni Spinella
Tanti tifosi, ancora oggi, rimproverano a Pippo Inzaghi un’esultanza, probabilmente fuori luogo, inscenata dopo aver segnato il gol del 6-0 a un Torino docile e indifeso. Era l’ottobre del 2002, e per qualche settimana si discusse a proposito della convenienza o meno di infierire in questo modo su un avversario in palese difficoltà, continuando a segnare fino all’ultimo minuto.
In parole povere: è più rispettoso fare gol ogni volta che si riesca, a costo di dover ricorrere al pallottoliere, o fermarsi e limitarsi a gestire il risultato? E, visto dall’altra parte, è più umiliante essere sommersi di gol o essere risparmiati da un avversario impietosito?
In questa stagione, la questione è stata risollevata dopo il clamoroso 7-0 dell’Udinese ai danni del Palermo della prima gestione Delio Rossi. E soltanto adesso, dopo quasi tre mesi, la squadra di Guidolin ha compreso il senso e l’importanza di quella goleada.
Giunti a fine campionato, i conti tornano e quel 7-0 fa la differenza: soprattutto la differenza-reti.
Se all’Udinese, all’ultima giornata, basterà un pareggio contro il Milan per conquistare un posto in Champions, gran parte del merito è di quel risultato. Il motivo è presto spiegato: Udinese e Lazio, in lotta per l’ultimo posto Champions disponibile, sono separate da 2 punti in classifica. Con la Lazio costretta a vincere (contro il Lecce già salvo) e l’Udinese che può anche pareggiare, chiuderebbero entrambe a 66 punti. Data la parità anche negli scontri diretti (3-2 per la Lazio all’andata, 2-1 per l’Udinese al ritorno), si dovrebbe guardare la differenza reti.
Al momento, +22 per i ragazzi di Guidolin e +14 per quelli di Reja che, calcolando una vittoria di misura sul Lecce, diventerebbe +15. A conti fatti, 7 gol di differenza. Quei 7 gol.
A meno che la Lazio non ne faccia 9: e allora qualsiasi esultanza sarebbe giustificata.
In ogni caso, anche il Palermo “umiliato” al Barbera ha imparato qualcosa da questa faccenda. Contro una Sampdoria alla disperata ricerca della vittoria, i rosanero hanno onorato la partita senza accontentarsi del pareggio, cercando di vincere fino all’ultimo minuto, nonostante non avessero particolari obiettivi da raggiungere.
Missione compiuta, grazie al gol di Pinilla. Che, fortunatamente, non ha avuto né la forza né il coraggio di esultare “alla Inzaghi”.
Ultimo posto per la Champions: Udinese o Lazio?
I numeri del campionato: le statistiche
di Vanni Spinella
Tanti tifosi, ancora oggi, rimproverano a Pippo Inzaghi un’esultanza, probabilmente fuori luogo, inscenata dopo aver segnato il gol del 6-0 a un Torino docile e indifeso. Era l’ottobre del 2002, e per qualche settimana si discusse a proposito della convenienza o meno di infierire in questo modo su un avversario in palese difficoltà, continuando a segnare fino all’ultimo minuto.
In parole povere: è più rispettoso fare gol ogni volta che si riesca, a costo di dover ricorrere al pallottoliere, o fermarsi e limitarsi a gestire il risultato? E, visto dall’altra parte, è più umiliante essere sommersi di gol o essere risparmiati da un avversario impietosito?
In questa stagione, la questione è stata risollevata dopo il clamoroso 7-0 dell’Udinese ai danni del Palermo della prima gestione Delio Rossi. E soltanto adesso, dopo quasi tre mesi, la squadra di Guidolin ha compreso il senso e l’importanza di quella goleada.
Giunti a fine campionato, i conti tornano e quel 7-0 fa la differenza: soprattutto la differenza-reti.
Se all’Udinese, all’ultima giornata, basterà un pareggio contro il Milan per conquistare un posto in Champions, gran parte del merito è di quel risultato. Il motivo è presto spiegato: Udinese e Lazio, in lotta per l’ultimo posto Champions disponibile, sono separate da 2 punti in classifica. Con la Lazio costretta a vincere (contro il Lecce già salvo) e l’Udinese che può anche pareggiare, chiuderebbero entrambe a 66 punti. Data la parità anche negli scontri diretti (3-2 per la Lazio all’andata, 2-1 per l’Udinese al ritorno), si dovrebbe guardare la differenza reti.
Al momento, +22 per i ragazzi di Guidolin e +14 per quelli di Reja che, calcolando una vittoria di misura sul Lecce, diventerebbe +15. A conti fatti, 7 gol di differenza. Quei 7 gol.
A meno che la Lazio non ne faccia 9: e allora qualsiasi esultanza sarebbe giustificata.
In ogni caso, anche il Palermo “umiliato” al Barbera ha imparato qualcosa da questa faccenda. Contro una Sampdoria alla disperata ricerca della vittoria, i rosanero hanno onorato la partita senza accontentarsi del pareggio, cercando di vincere fino all’ultimo minuto, nonostante non avessero particolari obiettivi da raggiungere.
Missione compiuta, grazie al gol di Pinilla. Che, fortunatamente, non ha avuto né la forza né il coraggio di esultare “alla Inzaghi”.
Ultimo posto per la Champions: Udinese o Lazio?