Sampdoria, lato B: cronaca di una contestazione annunciata
CalcioAlla ripresa degli allenamenti dopo la retrocessione, i tifosi blucerchiati hanno accolto la squadra con insulti e cori pesanti a Bogliasco. La Digos costretta a scortare Maccarone, fra i più presi di mira, all'interno del centro sportivo. GUARDA IL VIDEO
FOTO - Dramma retrocessione, lacrime Samp
Quando a gennaio i tifosi se la predevano per le cessioni di Cassano e Pazzini
Irripetibili coretti velenosi. Così sono stati accolti i giocatori della Sampdoria alla ripresa degli allenamenti al Mugnaini di Bogliasco. Parole dure, sbattute in faccia soprattutto a mister Cavasin e a Maccarone. Una gogna virtuale pesantissima, fatta di un vocabolario di oscenità che svela l'amarezza e la delusione da una parte, l'incapacità di rendersi conto di quanto è successo dall'altra. Sfilano, i giocatori della Samp, a testa bassa, coperti da insulti inverecondi, lungo la fascia destra del campo: c'è chi si abbraccia, chi scuote la testa, chi cammina piano come se fosse dentro un incubo.
Curci, con i guanti in mano, è coperto da infamità. Nessuno si volta, c'è da sperare solo che la strada per arrivare al campo superiore, quello dove si svolgono gli allenamenti a porte chiuse, sia breve. Bogliasco, 10.30 del mattino: i tifosi aspettano commentando a voce alta la disfatta. Arriva Macheda e viene ignorato: solo due ragazzine vogliono la foto con lui. Ma quando arriva Cavasin, la sciarpa della Samp buttata sul sedile posteriore della Bmw, è un coro irriferibile. Lui saluta tutti e entra nel centro sportivo. Arriva Maccarone, e sono ancora insulti, tanto che la Digos accompagnerà il giocatore all'interno del centro.
Aspettano i tifosi, come avvoltoi. Aspettano di vedere quelli "che abbiamo sostenuto per tutto un anno". E' vero, la Samp perdeva contro il Palermo e loro lì, a cantare l'inno bellissimo dei New Trolls. Ma oggi niente parole d'amore. E' la resa dei conti. Il redde rationem che arriva, implacabile, a colpi di parolacce. "E chi viene di voi a cancellarmi la B che mi hanno disegnato davanti alla porta di casa?". Li aspettano. L'allenamento finisce e i giocatori tornano indietro. Ma quando qualcuno grida da dietro la rete "e venite qui, conigli, a parlare con noi" si avvicinano Pozzi e Palombo. A Palombo, uomo-anima di una Sampdoria bella, si rivolgono i tifosi: "Non ce l'abbiamo con te e con Pozzi, voi avete dato tutto. Ma diglielo, Angelo, che a Roma giochino con la maglia bianca. Quei colori non devono essere sporcati".
A Pozzi e a Palombo i tifosi chiedono di restare e loro, all'unisono: "abbiamo dato un segnale alla società, adesso deve parlare lei". Palla al centro, anzi, palla in possesso della società che deve decidere se tirare in porta e far rimanere i migliori giocatori di una squadra andata a fondo oppure, per motivi di bilancio, rinunciare. Lo dirà il cda, venerdì. Palombo ha la virtù di placare gli animi e lo fa, Pozzi altrettanto. Così Ziegler, ma anche Dessena che si prende anche un applauso, e Guberti, il campioncino. Ma quando i tifosi rivedono Cavasin e Maccarone ricominciano un refrain bestiale. Come se la colpa di un anno da dimenticare fosse tutta loro.
La Samp in B: discutine sul forum dei blucerchiati
Quando a gennaio i tifosi se la predevano per le cessioni di Cassano e Pazzini
Irripetibili coretti velenosi. Così sono stati accolti i giocatori della Sampdoria alla ripresa degli allenamenti al Mugnaini di Bogliasco. Parole dure, sbattute in faccia soprattutto a mister Cavasin e a Maccarone. Una gogna virtuale pesantissima, fatta di un vocabolario di oscenità che svela l'amarezza e la delusione da una parte, l'incapacità di rendersi conto di quanto è successo dall'altra. Sfilano, i giocatori della Samp, a testa bassa, coperti da insulti inverecondi, lungo la fascia destra del campo: c'è chi si abbraccia, chi scuote la testa, chi cammina piano come se fosse dentro un incubo.
Curci, con i guanti in mano, è coperto da infamità. Nessuno si volta, c'è da sperare solo che la strada per arrivare al campo superiore, quello dove si svolgono gli allenamenti a porte chiuse, sia breve. Bogliasco, 10.30 del mattino: i tifosi aspettano commentando a voce alta la disfatta. Arriva Macheda e viene ignorato: solo due ragazzine vogliono la foto con lui. Ma quando arriva Cavasin, la sciarpa della Samp buttata sul sedile posteriore della Bmw, è un coro irriferibile. Lui saluta tutti e entra nel centro sportivo. Arriva Maccarone, e sono ancora insulti, tanto che la Digos accompagnerà il giocatore all'interno del centro.
Aspettano i tifosi, come avvoltoi. Aspettano di vedere quelli "che abbiamo sostenuto per tutto un anno". E' vero, la Samp perdeva contro il Palermo e loro lì, a cantare l'inno bellissimo dei New Trolls. Ma oggi niente parole d'amore. E' la resa dei conti. Il redde rationem che arriva, implacabile, a colpi di parolacce. "E chi viene di voi a cancellarmi la B che mi hanno disegnato davanti alla porta di casa?". Li aspettano. L'allenamento finisce e i giocatori tornano indietro. Ma quando qualcuno grida da dietro la rete "e venite qui, conigli, a parlare con noi" si avvicinano Pozzi e Palombo. A Palombo, uomo-anima di una Sampdoria bella, si rivolgono i tifosi: "Non ce l'abbiamo con te e con Pozzi, voi avete dato tutto. Ma diglielo, Angelo, che a Roma giochino con la maglia bianca. Quei colori non devono essere sporcati".
A Pozzi e a Palombo i tifosi chiedono di restare e loro, all'unisono: "abbiamo dato un segnale alla società, adesso deve parlare lei". Palla al centro, anzi, palla in possesso della società che deve decidere se tirare in porta e far rimanere i migliori giocatori di una squadra andata a fondo oppure, per motivi di bilancio, rinunciare. Lo dirà il cda, venerdì. Palombo ha la virtù di placare gli animi e lo fa, Pozzi altrettanto. Così Ziegler, ma anche Dessena che si prende anche un applauso, e Guberti, il campioncino. Ma quando i tifosi rivedono Cavasin e Maccarone ricominciano un refrain bestiale. Come se la colpa di un anno da dimenticare fosse tutta loro.
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