L'Inter cala il tris e chiude seconda. Bari, è Grandolfo-day

Calcio
L'Interfesteggia Pazzini, autore di una doppietta contro il Catania (Getty)
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I nerazzurri si congedano dal campionato battendo 3-1 il Catania e sigillando la piazza d'onore, mentre i pugliesi (in B da tempo) vincono 4-0 a Bologna con tripletta del 18enne attaccante. Vittorie per Genoa e Chievo, pareggi a Cagliari e Brescia. FOTO

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Tre gol, due di Pazzini e uno di Nagatomo, per chiudere al secondo posto: l'Inter saluta la Serie A 2010-11 battendo 3-1 il Catania sigillando la piazza d'onore e, ora effettivamente, si scuce lo scudetto dal petto dopo cinque anni. Poco da fare, per i rossoazzurri, in rete con Ledesma solo per la bandiera.

Più in generale, le sei partite del pomeriggio della trentottesima giornata di Serie A hanno lasciato la sensazione dell'ultimo giorno di scuola. Sei gare, dodici squadre che nulla avevano da chiedere, a verdetti già decisi, in attesa delle gare serali in cui si deciderà il quarto posto, ultimo traguardo ancora da decidere negli ultimi 90'. Così, detto dell'Inter, il Genoa ha salutato il campionato con un 3-2 al Cesena, salvo, ma soprattutto con il... funerale alla Samp retrocessa, mentre un Palermo che ormai pensa solo alla finale di Coppa Italia si è visto beffare dal Chievo al Barbera: rosanero sconfitti 1-3, nonostante il vantaggio iniziale di Nocerino. 2-2 tra Brescia e Fiorentina, con i tifosi lombardi a chiedere, dopo la retrocessione, l'addio di Corioni dalla presidenza della società. Di Vargas e Cerci le reti viola, Eder e Accardi per il Brescia: è finita tra i fischi. Salomonico pareggio anche in Sardegna, dove una rete di Bojinov e un autogol di Feltscher hanno sigillato l'1-1 fra Cagliari e Parma.

Sarà anche una consolazione da poco per il Bari retrocesso ormai da settimane, tuttavia è meglio di niente: i pugliesi hanno lasciato la Serie A con una roboante vittoria esterna, 4-0 al Dall'Ara contro il Bologna, in una gara che verrà ricordata - al di là della figuraccia rossoblù - più che altro ler la tripletta di Francesco Grandolfo. Il giovane attaccante, classe 1992 e alla terza presenza in A, è stato l'assoluto protagonista del pomeriggio, con un tris personale in cui c'è di tutto: talento, astuzia e fortuna. Per i biancorossi, un lampo di luce in una stagione di buio pressoché totale. Chissà non possa essere il suo il volto della rinascita.

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