L'orgoglio atalantino in piazza: "Massacro mediatico". VIDEO

Calcio
Uno degli striscioni dei tifosi atalantini per le vie della città
Marcia organizzata dai tifosi atalantini per dimostrare l'affetto e la vicinanza ai colori neroazzurri e al presidente Antonio Percassi, dopo le vicende del calcioscommesse.   Il corteo partito dal Piazzale Malpensata ha raggiunto il centro cittadino in Piazza Matteotti, oggi 9 giugno 2011 a Bergamo.
ANSA/PAOLO MAGNI/DRN

CLIP E FOTO DELLA GIORNATA TRA GLI ULTRA'. Oltre 2mila nerazzurri per le vie della città nella marcia contro la colpevolizzazione del club attuata in questi giorni. "Se siamo responsabili, pagheremo, ma quello che sta accadendo è inammissibile"

I VIDEO: UNA GIORNATA DA ULTRA' DELL'ATALANTA: LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE PER LE STRADE DI BERGAMO - scommesse, le 18 "gare-scandalo"

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di ALFREDO ALBERICO
da Bergamo

Una giornata tra gli ultrà dell'Atalanta per capire, dal punto di vista della curva, quali sono state le reazioni all'inchiesta di Cremona sullo scandalo scommesse. Fatto che, stando ai primi sviluppi dell'indagine, sembrerebbe aver coinvolto anche la squadra neo-promossa in Serie A. Loro, i tifosi della Bergamo neroblù, non ci stanno a quello che hanno definito un  "massacro mediatico". Ritengono cioè che gli organi d'informazione abbiano emesso una sentenza ben prima del tribunale, soprattutto nei confronti del capitano Cristiano Doni. E così sono scesi in strada la sera del 9 giugno 2011, data che a lungo verrà ricordata da queste parti.

Il viaggio
- Nella Bergamasca, attraversando comuni come Cologno al Serio, Morengo, Spirano e Urgnano, ciò che colpisce è il gran numero di bandiere atalantine issate sui balconi delle case. Chiaro sintomo di un entusiasmo ritrovato anche in provincia. Arrivati nella città della "Dea" (la squadra è chiamata anche così) si fa fatica a scovare in giro tracce della protesta. Eppure non è un giorno qualunque. Alcuni manifesti affissi nelle vie del centro forniscono le coordinate della manifestazione spiegandone i motivi: "Non ci stiamo ad essere gà condannati. Siamo per il calcio pulito e per la giustizia che si basa su prove provate".

Nella redazione de "L'Eco" -
C'è tempo per fare visita ad uno dei giornali storici della città. Ad aspettarci c'è il direttore Ettore Ongis. E' lui a spiegarci che aria tira a Bèrghem, come si scrive e pronuncia nel dialetto locale: "Gli atalantini stanno vivendo un sogno e temono possa svanire. Ma c'è molto di più. Con l'arrivo del presidente Percassi è riespolosa la passione. Allo stadio sono tornate le famiglie. I 16mila abbonamenti e le oltre 50mila persone in piazza per la promozione sono i numeri di un autentico prodigio. I tifosi sono pronti ad accettare qualsiasi decisione proveniente da Cremona, ve lo assicuro. Però non vogliono sentenze a colpi di articoli. Sono un garantista e condivido la loro posizione. Bisogna mettere fine al cicolo vizioso tra procure e giornalisti, che in un certo senso obbliga questi ultimi a pubblicare anche mezze verità. Faccio questa considerazione e non mi riferisco solo allo sport. Penso al caso Yara, ad esempio".

Ore 20.30, piazzale Malpensata -
E' qui che il popolo neroblù si è dato appuntamento per far sentire la propria voce. Oltre 2mila i presenti, dalle frange più estreme del tifo agli appassionati con qualche capello bianco. Non mancano papà e mamme con piccoli al seguito, proprio come indicato da Ongis. Striscioni e drappi spuntano ovunque con un chiaro messaggio: "Giù le mani dall'Atalanta!". Sarà il coro, il leitmotiv, di un corteo pacifico che attraverserà tutto il centro, passando per piazza Matteoti, simbolo della festa promozione, per poi stazionare davanti al Comune fino alle 23.  

Pronti a pagare
- "Se siamo colpevoli, o se lo è il nostro capitano (Cristiano Doni, ndr), pagheremo - dice Ilario, 50 anni e atalantino da sempre - ma è inammissibile che un giocatore come lui sia stato sbattuto in prima pagina prima ancora di risultare colpevole".

Il paradosso
- "Viviamo in un paradosso - spiega invece Marcello, 30 anni - perché alla situazione dell'Atalanta si contrappone la gioia per lo scudetto nella pallavolo femminile. E' come se la super-festa per i due eventi avesse subito una frenata. Certo, c'è una bella differenza tra le due cose. Siamo grati alle ragazze del volley, però il calcio è il calcio. Qui non diciamo 'vado a vedere l'Atalanta', ma 'vado all'Atalanta'. Perché è parte delle nostra vita".

Alle 21 circa, tra fumogeni e bandiere, il corteo inizia a muoversi. I capi ultrà urlano ai partecipanti cosa fare. Impartiscono gli ordini attraverso i megafoni, come allo stadio, e scandiscono più volte il nome per esteso del club: Atalanta Bergamasca Calcio. E' tutta una questione di orgoglio, l'orgoglio atalantino che vale più della Serie A.

LE FOTO
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