L'investigatore: "Signori? Sta bene, massacrato, ma felice"

Calcio
L'investigatore Vittori assunto da Signori per fare luce sulla vicenda del calcioscommesse
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E' quanto dichiarato da Vittori, assunto dall'ex calciatore per far luce sulla vicenda del calcioscommesse. L'avvocato di Beppe-gol: "Strategia vincente". Il commercialista: "Temeva che qualcuno da Singapore venisse a dargli una lezione". FOTO E VIDEO

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"Beppe sta bene. Massacrato, ma felice". E' lo stato d'animo di Giuseppe Signori, dopo che gli sono stati revocati gli arresti domiciliari. A descriverlo ai cronisti, sotto l'abitazione di Bologna dell'ex calciatore è Ugo Vittori, l'investigatore privato assunto proprio da Signori per far luce sulla vicenda del calcio scommesse.

L'avvocato. "La nostra strategia difensiva è semplicemente vincente". Così ha risposto Alfonso De Amicis, avvocato di Signori, a chi gli ha domandato se ora che sono stati revocati gli arresti domiciliari per l'ex calciatore, i legali cambieranno la loro strategia. Che, ha spiegato, arrivato a Bologna a casa di Signori "allo stato trova un riscontro nel fatto che la Procura stessa torna sui suoi passi a 13 giorni di distanza dalla misura cautelare disposta. Questo è il punto", ha aggiunto. Poi ha detto: "Siamo contenti. Adesso vediamo di risolvere". 

Il commercialista. Il bolognese Manlio Bruni, nel suo interrogatorio dopo essere stato posto ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta cremonese sulle partite truccate, ha parlato diffusamente del presunto ruolo di 'garante' dell'ex bomber Giuseppe Signori con chi gestiva le scommesse a Singapore. "Signori aveva garantito con i suoi referenti per Singapore - fa mettere a verbale Bruni - di avere gli assegni in mano e questo bastava". "Del resto - prosegue Bruni - a Singapore non c'era bisogno di fare bonifici né di anticipare i soldi se c'era un rapporto di fiducia con lo scommettitore. Si pagava poi il giovedi".

"Inoltre - aggiunge - per la puntata era necessaria una garanzia di 300 mila euro che era costituita dall'assegno di Paoloni che ricevemmo a Bologna...". "Ovviamente qualche giorno dopo la fine della partita - racconta il commercialista - Signori cominciò a essere pressato dagli asiatici per il pagamento della puntata. Signori ci disse che c'era il rischio che quelli di Singapore venissero a darci una lezione. Così cominciarono le telefonate e gli incontri con Erodiani (Massimo, titolare di agenzie di scommesse, ndr), per cercare di risolvere la situazione ed Erodiani e Bellavista (Antonio, ex capitano del Bari, ndr) promettevano di recuperare tramite partite successive, come Siena e Sassuolo".

Il commercialista bolognese prosegue: "Per spiegare il clima, posso dire che a un incontro a Bologna nel mio studio, martedi' 22 marzo, vennero Erodiani  e Bellavista, ciascuno con un personaggio al suo seguito che si spacciavano per giocatori di calcetto che dovevano andare a Milano Marittima. Questi aspettarono in anticamera. Capimmo pero' - ricorda Bruni -, quando si fece tardi, che non erano a Bologna per quell'impegno, ma erano venuti per coprire le spalle a loro due e del resto vennero poi a cena con noi. Preciso che Signori non venne a cena perche' aveva cura di non farsi vedere con noi. In pratica, Bellavista ed Erodiani o temevano che fossero gia' venuti gli asiatici o che noi facessimo la voce grossa"

La moglie di Paoloni. "La cosa più difficile è gestire nostra figlia Giulia, che ha tre anni. La sera mi prende il telefono, schiaccia il tasto che fa partire la chiamata a Marco e quando attacca la segreteria dice: 'Papà, perché non 'pondi'? Butto papa'!". Michela Spinelli, la moglie di Marco Paoloni, il portiere al centro dello scandalo calcioscommesse (ancora in carcere a Cremona), parla così in un' intervista al settimanale 'Oggi'. "Siamo stati felicissimi per un periodo che ora mi sembra un'eternità. Lui è cambiato a settembre dell'anno scorso: era assente, nervoso - prosegue la moglie di Paoloni -. All'inizio ho pensato che avesse un'altra donna. Col senno di poi dico: 'Magari avesse avuto un'amante"'. "Ci dovevamo risposare in chiesa - aggiunge - quest'estate, lui voleva aspettare che Giulia fosse abbastanza grande da poter portare le fedi: e invece... Lui e' malato di scommesse, non la mente criminale dell'organizzazione. Sono sicura che il processo vero, non quello mediatico, dimostrera' che Marco è limpido, buono, incapace, purtroppo, di vedere la malizia negli altri".

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