L'Italia sfida la Mafia: azzurri su un campo confiscato
CalcioIl presidente della Figc Abete e il ct Prandelli hanno accolto l'invito di Don Ciotti: "Porteremo la Nazionale ad allenarsi su un terreno in Calabria confiscato alla 'ndrangheta. E' un'iniziativa che dà un senso alle cose che facciamo". IL VIDEO
FOTO: La Nazionale dell'era Prandelli - Sulle tracce di Prandelli: la fotostoria del ct azzurro
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"Portiamo la nazionale ad allenarsi su un campo confiscato ai mafiosi". Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, aderisce ad un invito di Don Ciotti, nel corso della consegna a Cesare Prandelli del Premio Bearzot organizzato dalle Acli. "Quel campo in Calabria - ha detto il presidente di Libera - è stato tolto alla 'ndrangheta sette anni fa. Quando i nostri ragazzi lo hanno visto per la prima volta sono letteralmente impazziti di gioia. Ma poi, per sette lunghi anni, l'organizzazione mafiosa, con le pressioni e le minacce, ha fatto in modo che non vi si giocasse mai. Serve un segnale forte”. Il presidente della Figc si è mostrato subito disponibile: “Accettiamo le sfide quando sono positive, occorre sempre provare ad affrontarle".
Dello stesso avviso Cesare Prandelli: "Sì, portiamo gli azzurri ad allenarsi sul campo in Calabria confiscato alla mafia". Il ct della Nazionale appoggia pienamente l'idea lanciata da Don Ciotti di portare la Nazionale ad allenarsi su un campo confiscato alla 'ndrangheta sette anni fa, ma in cui non è stato mai possibile giocare a causa delle pressioni subite dall'organizzazione mafiosa. "Sono pienamente d'accordo, è un'iniziativa che dà un senso alle cose che facciamo. Egoisticamente mi piacerebbe - ha aggiunto Prandelli con una battuta - perchè vorrebbe dire che posso avere un campo dove allenare la Nazionale per qualche giorno".
Si trova a Rizziconi il campo confiscato alla mafia dove il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, accogliendo una richiesta di don Luigi Ciotti, intende portare ad allenarsi la nazionale italiana. La struttura è stata realizzata nel 2003 su un terreno che venne confiscato al boss della 'ndrangheta Teodoro Crea. A realizzare il campo di calcio furono i commissari del Comune dopo aver demolito alcune strutture in cemento che erano state realizzate sull'area. Dopo la realizzazione il campo fu gravemente danneggiato e nel 2007, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, fu nuovamente inaugurato con una partita di calcio giocata da due squadre che furono capitanate da don Luigi Ciotti e dall'allora presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione. Da allora la struttura non viene utilizzata anche se è affidata ad una associazione sportiva privata che ha avviato una scuola calcio
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"Portiamo la nazionale ad allenarsi su un campo confiscato ai mafiosi". Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, aderisce ad un invito di Don Ciotti, nel corso della consegna a Cesare Prandelli del Premio Bearzot organizzato dalle Acli. "Quel campo in Calabria - ha detto il presidente di Libera - è stato tolto alla 'ndrangheta sette anni fa. Quando i nostri ragazzi lo hanno visto per la prima volta sono letteralmente impazziti di gioia. Ma poi, per sette lunghi anni, l'organizzazione mafiosa, con le pressioni e le minacce, ha fatto in modo che non vi si giocasse mai. Serve un segnale forte”. Il presidente della Figc si è mostrato subito disponibile: “Accettiamo le sfide quando sono positive, occorre sempre provare ad affrontarle".
Dello stesso avviso Cesare Prandelli: "Sì, portiamo gli azzurri ad allenarsi sul campo in Calabria confiscato alla mafia". Il ct della Nazionale appoggia pienamente l'idea lanciata da Don Ciotti di portare la Nazionale ad allenarsi su un campo confiscato alla 'ndrangheta sette anni fa, ma in cui non è stato mai possibile giocare a causa delle pressioni subite dall'organizzazione mafiosa. "Sono pienamente d'accordo, è un'iniziativa che dà un senso alle cose che facciamo. Egoisticamente mi piacerebbe - ha aggiunto Prandelli con una battuta - perchè vorrebbe dire che posso avere un campo dove allenare la Nazionale per qualche giorno".
Si trova a Rizziconi il campo confiscato alla mafia dove il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, accogliendo una richiesta di don Luigi Ciotti, intende portare ad allenarsi la nazionale italiana. La struttura è stata realizzata nel 2003 su un terreno che venne confiscato al boss della 'ndrangheta Teodoro Crea. A realizzare il campo di calcio furono i commissari del Comune dopo aver demolito alcune strutture in cemento che erano state realizzate sull'area. Dopo la realizzazione il campo fu gravemente danneggiato e nel 2007, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, fu nuovamente inaugurato con una partita di calcio giocata da due squadre che furono capitanate da don Luigi Ciotti e dall'allora presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione. Da allora la struttura non viene utilizzata anche se è affidata ad una associazione sportiva privata che ha avviato una scuola calcio
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