Le verità di Signori: "Perché tutto questo accanimento?"

Calcio
Beppe Signori in conferenza stampa
CALCIOSCOMMESSE CONFERENZA STAMPA BEPPE SIGNORI

L'ex bomber, al centro dell'indagine sul calcio scommesse, si è raccontato in lacrime: "Falsità e invenzioni, qualcuno si è divertito alle mie spalle. Ero sotto choc e mi massacravano. Nessuna scommessa illegale, non sono il capo dei capi". VIDEO E FOTO

FOTOL'ALBUM - Le lacrime di Signori

VIDEO:
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Occhi lucidi e commozione: Beppe Signori a Bologna ha cominciato così la conferenza stampa (accolto da un applauso, con le prime due file riservate ad amici e parenti) in cui ha deciso di spiegare le sue verità. Scosso e arrabbiato, Signori è parso realmente inquieto: "Scusate l'emozione, mi devo fare forza", ha esordito facendo una pausa di alcuni secondi. "Non faccio parte di nessuna associazione", ha poi aggiunto. "Ho sentito e letto tante notizie inventate, false, ma soprattutto nei miei confronti c'è stato un massacro mediatico. In due giorni hanno cancellato trent'anni della mia storia. E io non potevo dire le mie verità, rispondere a ciò che veniva detto e scritto. Sembrava che qualcuno si divertisse, io invece ero sotto choc. Non capivo cosa stesse succedendo".

In treno: "Signori arrestato" - L'ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna ha proseguito nelle sue spiegazioni. "Ero in treno, con chi mi stava accompagnando in procura a Bologna mentre i carabinieri svolgevano nella mia abitazione i controlli. Qualcuno mi chiamò chiedendomi cosa avevo fatto, si parlava del mio arresto. Ho chiesto di controllare internet ad uno dei miei accompagnatori: apro un sito, mi vedo in una foto con la maglia del Bologna e leggo 'Signori in manette'. Ero in treno, non mi avevano comunicato niente. Calcolate che non ho precedenti penali, non ho esperienze in materia, da indagato. Ero sotto choc".

Pietà - Ancora: "Arrivo in procura, un giornalista mi chiamò, risposi 'abbiate pietà' perché in quella situazione dovevo capire tante cose. A quel punto tutto ciò che mi riguardava diventava un caso. Ho letto degli assegni trovati in casa mia, considerati come prova della illegalità. Ma chi non ha un blocchetto di assegni in casa? Non erano firmati, non c'era niente. Io, poi, su certe partite non ho nemmeno mai scommesso, ma su di me si è scritto di tutto".

Nessuna scommessa illegale - "Io scommesse illegali non ne faccio, non le voglio fare. A me piace scommettere legalmente, poi guardarmi la partita con un'enfasi diversa. Fare la sfida del Buondì Motta, è illegale? Queste sono le mie scommesse". Il riferimento è a una sfida lanciata in un ritiro precampionato a compagnai di squadra e giornalisti: mangiare un Buondì in trenta passi, una storiella che è entrata nella leggenda ma che, in fondo, in questa situazione certo non gli ha giovato.

Il capo dei capi - Il lessico e le perifrasi utilizzate da Signori lasciano in realtà un po' perplessi. Parla di "capo dei capi", di "papelli", di "pizzini", in un crescendo quasi drammatico. "Si è detto che sono il capo dei capi. Eppure, fra 50mila telefonate, non ce n'è una con la mia voce. Com'è possibile, per il capo dei capi?. Hanno trovato pizzini e papelli, non capisco questo accanimento. Certo, il nome di Signori è importante, fa finire in prima pagina. Allora ecco sui giornali frasi come 'Beppe inchiodato dai commercialisti' e altre simili".

"Mi allontanerò dal calcio" - Al di là di come andrà avanti l'inchiesta, Beppe Signori vuole prendersi una pausa: "In questo momento - ha detto - penso di allontanarmi un po' da questo mondo del calcio. Avevo firmato già due contratti", ha continuato, precisando che si trattava di due accordi di massima per diventare opinionista televisivo e per fare da testimonial, ironia della sorte con il bookmaker austriaco Skysport365, che aveva denunciato la presenza di flussi anomali sulle partite e le cui segnalato sono oggetto dell'indagine. "Dovevo fare il testimonial. Ora non me la sento", ha detto Signori.