Materazzi saluta l'Inter: storia di un amore nerazzurro
CalcioDopo dieci stagioni il difensore azzurro lascia San Siro. Per lui si prospetta un anno nella Mls League in America, per poi tornare nella dirigenza dell'Inter. Dalle lacrime del 5 maggio all'ultima Coppa Italia, tutti i colpi di testa di Matrix. LE FOTO
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FOTO: La carriera di Materazzi in nerazzurro
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di Luciano Cremona
Questa è la storia di un ragazzone arrivato all'Inter con la voglia di vincere tutto. Arrivato quando il suo carattere e i suoi comportamenti erano molto da smussare. Marco Materazzi è stato acquistato dall'Inter nel 2001, dal Perugia, quando era già 28enne, aveva già il record di gol per un difensore in una stagione di A e alle spalle un'esperienza in Inghilterra, all'Everton. Dieci stagioni, 276 partite, 20 gol, cinque scudetti, quattro Coppa Italia, quattro Supercoppa Italiana, una Champions League e il Mondiale per club.
Ma soprattutto un'evoluzione caratteriale importante, da Mr. Hide a dr. Jekyll. Lascia l'Inter per provare l'avventura in America e poi tornare, magari tra appena un anno, e avere un posto in società. Il Materazzi di dieci anni fa, forse, non ci avrebbe neanche pensato. Perché Matrix è davvero diventato grande, sia in campo (con il picco del Mondiale 2006), che fuori, accettando con grande spirito la panchina e le poche presenze. Dalle lacrime del 5 maggio all'ultima Coppa Italia, Matrix di strada ne ha fatta davvero tanta.
5 maggio 2002, le lacrime. "Vi ho fatto vincere l'ho scudetto. Vi ho fatto vincere lo scudetto". Materazzi chiude la sua prima stagione in nerazzurro implorando i giocatori della Lazio, colpevoli di sottrargli il primo scudetto della sua carriera. L'anno prima, con il Perugia, aveva fatto lo stesso scherzo alla Juventus.
Il pugno a Cirillo. Il primo febbraio del 2004 Materazzi non è convocato, ma si siede di fianco alla panchina dell'Inter per assistere alla sfida con il Siena. Sulla fascia vicino a Materazzi si sfidano Kily Gonzalez e Bruno Cirillo. Matrix incita il compagno: "Puntalo, puntalo che è scarso". Cirillo a fine partita affronta il difensore dell'Inter nel tunnel degli spogliatoi, ma rimedia un pugno sul viso. Va in tv e mostra il labbro spaccato: "Questo per far vedere che uomo è Materazzi". Il numero 23 dell'Inter viene fermato fino alla fine del marzo successivo.
Non proprio un gentleman. Ha sempre detto di non essere mai entrato per far male. Shevchenko e Ibrahimovic potrebbero non essere d'accordo. Da tutti accusato di essere troppo violento, nei derby di Coppa con il Milan lasciò qualche segno all'ucraino del Milan. E in uno Juve-Inter costrinse lo svedese a lasciare il terreno di gioco. Ma la vendetta di Ibra è arrivata nel derby d'andata di quest'ultima stagione. A finire ko dopo uno scontro da taekwondo è stato proprio Materazzi.
2006, il flirt con il Milan. A gennaio, nonostante fosse l'idolo dell'anti-milanismo, a Materazzi vien voglia di passare dall'altra sponda del Naviglio. Ha paura di giocare poco e di perdere il treno azzurro per i Mondiali. Lippi lo rassicura, Matrix resta all'Inter. Ma il flirt non passa inosservato e i tifosi lo condannano.
Gol, scudetto e record. Sull'onda dell'impresa di Berlino, Materazzi diventa il leader dell'Inter che distrugge gli avversari, chiudendo il campionato con 97 punti. Matrix segna 10 reti, di cui una in rovesciata contro il Messina. Lo scudetto lo consegna lui a Moratti, con la doppietta decisiva il 22 aprile 2007 a Siena.
Psyco Inter. Cinque scudetti ma nessuno vinto a San Siro. Nel maggio 2008 la palla del campionato ce l'ha ancora Materazzi. Sempre contro il Siena e sempre dal dischetto. Matrix calcia, Manninger para, la Roma si avvicina. Servirà Ibra a Parma la settimana successiva per far esultare la squadra di Mancini.
Il feeling con Mourinho. Guardate il filmato in cui Materazzi e Mourinho piangono abbracciati mentre si danno l'addio a Madrid e provate a non commuovervi. Pur avendo giocato solo 35 volte in due anni, con lo Special One il legame è stato profondo. E infatti Matrix è sceso in campo, anche solo per pochi minuti, anche nella finale di Madrid. Un'attenzione che Benitez non gli ha riservato al Mondiale per Club.
Le esultanze. Lo smoking bianco per festeggiare il primo scudetto sul campo: "Perché noi siamo puliti". La maglietta con gli auguri al figlio Davide dopo il gol nel derby del 2006, che gli è costata l'espulsione (Materazzi era già ammonito). Dopo il derby vinto nel 2010 per 2-0 con il Milan, ha indossato la maschera di Silvio Berlusconi per prendere in giro i rossoneri. Il 18° scudetto l'ha celebrato con la maglia "Nun è successo", riferimento ai romanisti che speravano nello scudetto dicendo "Non succede ma se succede". Ai bianconeri che rivogliono indietro lo scudetto di calciopoli, Matrix ha rivolto un messaggio con la Champions League in mano: "Rivolete anche questa?". Infine, con Samuel Eto'o, ha messo in scena l'esultanza della danza con i sacchetti della spesa. L'ultima volta, in finale di Coppa Italia contro il Palermo. Materazzi ha salutato alzando il trofeo del 150° dell'Unità d'Italia.
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Questa è la storia di un ragazzone arrivato all'Inter con la voglia di vincere tutto. Arrivato quando il suo carattere e i suoi comportamenti erano molto da smussare. Marco Materazzi è stato acquistato dall'Inter nel 2001, dal Perugia, quando era già 28enne, aveva già il record di gol per un difensore in una stagione di A e alle spalle un'esperienza in Inghilterra, all'Everton. Dieci stagioni, 276 partite, 20 gol, cinque scudetti, quattro Coppa Italia, quattro Supercoppa Italiana, una Champions League e il Mondiale per club.
Ma soprattutto un'evoluzione caratteriale importante, da Mr. Hide a dr. Jekyll. Lascia l'Inter per provare l'avventura in America e poi tornare, magari tra appena un anno, e avere un posto in società. Il Materazzi di dieci anni fa, forse, non ci avrebbe neanche pensato. Perché Matrix è davvero diventato grande, sia in campo (con il picco del Mondiale 2006), che fuori, accettando con grande spirito la panchina e le poche presenze. Dalle lacrime del 5 maggio all'ultima Coppa Italia, Matrix di strada ne ha fatta davvero tanta.
5 maggio 2002, le lacrime. "Vi ho fatto vincere l'ho scudetto. Vi ho fatto vincere lo scudetto". Materazzi chiude la sua prima stagione in nerazzurro implorando i giocatori della Lazio, colpevoli di sottrargli il primo scudetto della sua carriera. L'anno prima, con il Perugia, aveva fatto lo stesso scherzo alla Juventus.
Il pugno a Cirillo. Il primo febbraio del 2004 Materazzi non è convocato, ma si siede di fianco alla panchina dell'Inter per assistere alla sfida con il Siena. Sulla fascia vicino a Materazzi si sfidano Kily Gonzalez e Bruno Cirillo. Matrix incita il compagno: "Puntalo, puntalo che è scarso". Cirillo a fine partita affronta il difensore dell'Inter nel tunnel degli spogliatoi, ma rimedia un pugno sul viso. Va in tv e mostra il labbro spaccato: "Questo per far vedere che uomo è Materazzi". Il numero 23 dell'Inter viene fermato fino alla fine del marzo successivo.
Non proprio un gentleman. Ha sempre detto di non essere mai entrato per far male. Shevchenko e Ibrahimovic potrebbero non essere d'accordo. Da tutti accusato di essere troppo violento, nei derby di Coppa con il Milan lasciò qualche segno all'ucraino del Milan. E in uno Juve-Inter costrinse lo svedese a lasciare il terreno di gioco. Ma la vendetta di Ibra è arrivata nel derby d'andata di quest'ultima stagione. A finire ko dopo uno scontro da taekwondo è stato proprio Materazzi.
2006, il flirt con il Milan. A gennaio, nonostante fosse l'idolo dell'anti-milanismo, a Materazzi vien voglia di passare dall'altra sponda del Naviglio. Ha paura di giocare poco e di perdere il treno azzurro per i Mondiali. Lippi lo rassicura, Matrix resta all'Inter. Ma il flirt non passa inosservato e i tifosi lo condannano.
Gol, scudetto e record. Sull'onda dell'impresa di Berlino, Materazzi diventa il leader dell'Inter che distrugge gli avversari, chiudendo il campionato con 97 punti. Matrix segna 10 reti, di cui una in rovesciata contro il Messina. Lo scudetto lo consegna lui a Moratti, con la doppietta decisiva il 22 aprile 2007 a Siena.
Psyco Inter. Cinque scudetti ma nessuno vinto a San Siro. Nel maggio 2008 la palla del campionato ce l'ha ancora Materazzi. Sempre contro il Siena e sempre dal dischetto. Matrix calcia, Manninger para, la Roma si avvicina. Servirà Ibra a Parma la settimana successiva per far esultare la squadra di Mancini.
Il feeling con Mourinho. Guardate il filmato in cui Materazzi e Mourinho piangono abbracciati mentre si danno l'addio a Madrid e provate a non commuovervi. Pur avendo giocato solo 35 volte in due anni, con lo Special One il legame è stato profondo. E infatti Matrix è sceso in campo, anche solo per pochi minuti, anche nella finale di Madrid. Un'attenzione che Benitez non gli ha riservato al Mondiale per Club.
Le esultanze. Lo smoking bianco per festeggiare il primo scudetto sul campo: "Perché noi siamo puliti". La maglietta con gli auguri al figlio Davide dopo il gol nel derby del 2006, che gli è costata l'espulsione (Materazzi era già ammonito). Dopo il derby vinto nel 2010 per 2-0 con il Milan, ha indossato la maschera di Silvio Berlusconi per prendere in giro i rossoneri. Il 18° scudetto l'ha celebrato con la maglia "Nun è successo", riferimento ai romanisti che speravano nello scudetto dicendo "Non succede ma se succede". Ai bianconeri che rivogliono indietro lo scudetto di calciopoli, Matrix ha rivolto un messaggio con la Champions League in mano: "Rivolete anche questa?". Infine, con Samuel Eto'o, ha messo in scena l'esultanza della danza con i sacchetti della spesa. L'ultima volta, in finale di Coppa Italia contro il Palermo. Materazzi ha salutato alzando il trofeo del 150° dell'Unità d'Italia.