Roma, zero illusioni. Luis Enrique: "Non sono Harry Potter"

Calcio
Luis enrique non vuole illudere i tifosi, ma ritiene che la sua squadra sia in grado di giocarsela con tutti
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Il tecnico giallorosso non vuole parlare di obiettivi da raggiungere nella stagione appena cominciata: "Capiterà di cadere, ma noi dovremo essere bravi a rialzarci". Sul mercato: "Bisogna completare la rosa e De Rossi resta, lui è il mio regista"

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"Non sono Harry Potter, non ho la bacchetta magica e non so dire adesso dove potremo arrivare. Capiterà di cadere, ma l'obiettivo è rialzarsi e farlo bene. Questa è un'avventura meravigliosa, sono ottimista ma il nostro cammino è lungo e tortuoso". Queste le parole di Luis Enrique, alla vigilia della gara amichevole che la Roma giocherà a Budapest contro il Vasas. L'allenatore asturiano, dopo aver rispolverato un vecchio parallelismo di José Mourinho col mago protagonista dei best seller della scrittrice inglese J. K. Rowling, ha ammesso di attendersi ancora più di qualche innesto per rafforzare la rosa: "Non so dire quanti giocatori mancano, ma sicuramente qualcosa andrà fatto per completare la rosa. Nomi? Non voglio dare indicazioni sui rinforzi che ci servono. Preferisco parlarne col ds Sabatini. Ma non mi interessa la carta di identità degli acquisti, piuttosto io guardo alla carta d'identità calcistica, quella che dimostrano di avere sul campo".

Sicuramente però spera di poter contare ancora a lungo su De Rossi, in trattativa con la società per il rinnovo di contratto in scadenza nel 2012: "Daniele è un punto di riferimento di questa squadra. Non so quando, ma credo che l'accordo arriverà. Vedo come si allena, come si impegna, ho parlato con lui e mi ha detto che la Roma rappresenta la sua prima scelta". Anche perché per Luis Enrique, il centrocampista di Ostia è il vero playmaker della nuova Roma: "Per me lui è un regista, che all'occorrenza può ricoprire anche il ruolo di intermedio".

Infine, sul nuovo sistema di gioco che la Roma si appresta ad adottare da quest'anno - sulla falsariga di quello del Barcellona, caratterizzato da tanto possesso palla -, Luis Enrique rifiuta l'etichetta di innovatore: "Non credo che il mio calcio sia rivoluzionario, non ho inventano niente. Vedo la squadra lavorare bene, ricevo dai ragazzi input postivi. Poi quando arriveranno le gare ufficiali vedremo cosa accadrà, ma sono pronto ad affrontare qualunque situazione".

Come quella che ha portato alla cessione di Vucinic alla Juventus: "Se un giocatore non vuole restare qui è giusto che parta - l'analisi di 'Lucho' -. Noi abbiamo bisogno di giocatori che si identifichino al 100% in questo progetto. Allo stato attuale non vedo giocatori che non vogliano restare con noi, ma non so se anche domani sarà cosi' ". Riferimento forse alla situazione di Marco Borriello che, secondo rumor di mercato, potrebbe scegliere la stessa strada di Menez e accettare le avances del nuovo Psg.