Ma quale crisi. Il calcio in Italia tira ancora da matti

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L'edizione 2011/2012 del massimo campionato di calcio sarà una stagione da 1,7 miliardi. Anche se il costo degli stipendi dei calciatori assorbe addirittura il 70/80 per cento dei costi delle società. La stima è della società di ricerca StageUp

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Pur in presenza di una crisi economica di portata mondiale, il calcio in Italia continua a tirare, segno che non rinunciamo a spendere per lo spettacolo della Serie A. L'edizione 2011/2012 del massimo campionato di calcio sarà una stagione da 1,7 miliardi. La stima è della società di ricerca StageUp, che sottolinea come il campionato di serie A italiano, rispetto agli altri maggiori in Europa, nonostante la crisi quest'anno riparta da una situazione economico finanziaria apprezzabile.

I debiti della serie A sono in linea con quelli delle altre nazioni, con 2,3 miliardi, contro i 3,5 della Liga e i 3,9 della Premier League. Esempio virtuoso, tanto per cambiare, è la Germania, dove la Bundesliga conta debiti per appena 0,7 miliardi. La difficoltà maggiore delle società, a livello di bilancio, è quella di contenere il costo degli stipendi dei calciatori, che assorbe anche il 70/80 per cento dei costi delle società, che grazie ai diritti tv riescono a far crescere gli introiti nonostante una frenata da parte dei ricavi da sponsorizzazioni, in netto calo, e della vendita di biglietti allo stadio.

Tutto questo mentre incombe il fair play finanziario, che nel giro di pochi anni imporrà l'equilibrio di bilancio, che significa spendere quanto si ricava, pena l'esclusione dalle coppe europee. E costruire squadre fortissime che non possano giocare in Champions sarebbe veramente uno scherzo di cattivo gusto.