Gasperini al capolinea: l'Inter perde anche a Novara
CalcioNerazzurri sconfitti 3-1 dalla neopromossa guidata da Tesser. Segnano l'ex Meggiorini, Rigoni (doppietta) e Cambiasso. Per Gasp un punto in classifica dopo tre giornate, quattro sconfitte in cinque partite. Ora si attende solo la decisione di Moratti
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La cronaca del match
LE PAGELLE
NOVARA-INTER 3-1
38' Meggiorini, 40' st rig. Rigoni, 43' st Cambiasso, 46' st Rigoni
di Vanni Spinella
Adesso sarà veramente dura per Gasperini conservare la panchina. Alla quinta uscita ufficiale con la sua Inter, il tecnico ex-Genoa incassa l'ennesima sconfitta, la quarta stagionale (due in campionato, Supercoppa e Champions), dopo il piccolo segnale di risveglio rappresentato dallo 0-0 casalingo contro la Roma.
Vittorie? Per adesso ancora nemmeno l'ombra. E la classifica piange: un punto in classifica dopo 3 giornate, un inizio così, all'Inter, non si vedeva da 28 anni.
A punire l'Inter e a condannare con tutta probabilità Gasperini sono un prodotto del vivaio nerazzurro, quel Meggiorini che dopo tanto girovagare (Bari, Bologna, Genoa) ha trovato a Novara il sistema di gioco che lo esalta, e Rigoni (doppietta, uno su rigore). Inutile il gol di Cambiasso, quando il risultato era già sul 2-0 e sembrava difficilmente ribaltabile.
Certo, Gasperini sembra quasi andarsele a cercare. O meglio, non far nulla per rendere meno indifendibile la propria posizione. Passi l'accanimento con cui insiste sulla difesa a 3, nonostante gli attori in campo abbiano dimostrato a più riprese di non averne ancora interiorizzato i meccanismi: con i campioni di cui dispone l'Inter ci si può lavorare su, e i risultati arriverebbero sicuramente. Quello che manca all'Inter, però, è il tempo. E più passano i giorni, più la prima vittoria rischia di diventare un'ossessione.
Inspiegabile poi la rinuncia a Pazzini (è in forma e sembra il terminale ideale per il tipo di gioco che l'Inter dovrebbe produrre), ancora una volta escluso dall'undici titolare e mandato in campo nella ripresa, nel tentativo di salvare il risultato.
Infine, il "caso" Sneijder, trattato sempre più come uno "di troppo", anziché come il campione attorno a cui far girare la squadra. Parte come interno di centrocampo (dopo aver giocato nel tridente e nella mediana a 5, nelle precedenti gare), torna a fare il trequartista, la cosa che gli riesce meglio, solo nella ripresa. Cioè quando c'è da salvare la faccia.
Così, per un Gasp che piange c'è un Tesser che festeggia il suo primo successo in Serie A. E a gioire con lui è tutto il Novara, che 55 anni dopo torna a giocare in Serie A sul campo di casa: non c'era modo migliore per inaugurare il sintetico del "Silvio Piola".
Massima attenzione in difesa, spirito di sacrificio, attaccanti come Morimoto che si sfiancano: così il Novara fa il miracolo. Con una squadra chiusa all'occorrenza e pronta a ripartire veloce: con Mazzarani, ad esempio, che nella ripresa si divora il gol del 2-0, solo davanti a Julio Cesar.
L'Inter? Cerca inultilmente gli sbocchi e le prova tutte (in campo anche Zarate dal 68'), ma la squadra è totalmente allo sbando: confusione enorme in difesa, centrocampo incapace di costruire e di filtrare, attacco mai pungente.
Uno spettacolo a cui Moratti ha assistito impietrito dalla tribuna. Meditando, probabilmente, sul nome del sostituto di Gasperini.
Toto-allenatore: chi dopo Gasp? Vota il tuo preferito
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Vittorie? Per adesso ancora nemmeno l'ombra. E la classifica piange: un punto in classifica dopo 3 giornate, un inizio così, all'Inter, non si vedeva da 28 anni.
A punire l'Inter e a condannare con tutta probabilità Gasperini sono un prodotto del vivaio nerazzurro, quel Meggiorini che dopo tanto girovagare (Bari, Bologna, Genoa) ha trovato a Novara il sistema di gioco che lo esalta, e Rigoni (doppietta, uno su rigore). Inutile il gol di Cambiasso, quando il risultato era già sul 2-0 e sembrava difficilmente ribaltabile.
Certo, Gasperini sembra quasi andarsele a cercare. O meglio, non far nulla per rendere meno indifendibile la propria posizione. Passi l'accanimento con cui insiste sulla difesa a 3, nonostante gli attori in campo abbiano dimostrato a più riprese di non averne ancora interiorizzato i meccanismi: con i campioni di cui dispone l'Inter ci si può lavorare su, e i risultati arriverebbero sicuramente. Quello che manca all'Inter, però, è il tempo. E più passano i giorni, più la prima vittoria rischia di diventare un'ossessione.
Inspiegabile poi la rinuncia a Pazzini (è in forma e sembra il terminale ideale per il tipo di gioco che l'Inter dovrebbe produrre), ancora una volta escluso dall'undici titolare e mandato in campo nella ripresa, nel tentativo di salvare il risultato.
Infine, il "caso" Sneijder, trattato sempre più come uno "di troppo", anziché come il campione attorno a cui far girare la squadra. Parte come interno di centrocampo (dopo aver giocato nel tridente e nella mediana a 5, nelle precedenti gare), torna a fare il trequartista, la cosa che gli riesce meglio, solo nella ripresa. Cioè quando c'è da salvare la faccia.
Così, per un Gasp che piange c'è un Tesser che festeggia il suo primo successo in Serie A. E a gioire con lui è tutto il Novara, che 55 anni dopo torna a giocare in Serie A sul campo di casa: non c'era modo migliore per inaugurare il sintetico del "Silvio Piola".
Massima attenzione in difesa, spirito di sacrificio, attaccanti come Morimoto che si sfiancano: così il Novara fa il miracolo. Con una squadra chiusa all'occorrenza e pronta a ripartire veloce: con Mazzarani, ad esempio, che nella ripresa si divora il gol del 2-0, solo davanti a Julio Cesar.
L'Inter? Cerca inultilmente gli sbocchi e le prova tutte (in campo anche Zarate dal 68'), ma la squadra è totalmente allo sbando: confusione enorme in difesa, centrocampo incapace di costruire e di filtrare, attacco mai pungente.
Uno spettacolo a cui Moratti ha assistito impietrito dalla tribuna. Meditando, probabilmente, sul nome del sostituto di Gasperini.
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