Il gol, marchio di fabbrica: 174 volte, aspettando Samp-Toro
CalcioIL PUNTO. La voce della Bwin, Daniele Barone, tira un bilancio del campionato cadetto: non si vedevano tante reti segnate da almeno sette anni, 38 gol in più rispetto all'anno scorso. E venerdì chissà cosa ci riserva il Ferraris di Genova. LE STATISTICHE
STATISTICHE - Calendario, classifiche e cifre della Serie B 2011-12
di DANIELE BARONE
E con quelli di lunedi sera nel posticipo di Empoli sono già 174. Sono davvero tanti. Non se ne vedevano cosí tanti da almeno sette anni (nel 2004/05, dopo sei giornate, erano stati 181). Per centosettantaquattro volte (scritto per esteso fa ancora un effetto migliore...) i telecronisti di Sky hanno gridato "goal!!".
Rispetto ad un anno fa c'è giá un saldo positivo di 38 gol, solo sette 0-0 finora, si segna alla media di 29 gol a giornata e di 2,6 gol a partita. Insomma, lo avete capito? Dalle nostre parti ci si diverte un bel po'. Verrebbe facile da individuare nella qualità complessiva di alcuni organici e, soprattutto, del parco attaccanti il merito di questa vera e propria pioggia di gol.
Prendete il Padova di Cacia (18 gol nello scorso campionato, due -meravigliosi- nelle ultime due giornate) o la Sampdoria di Pozzi-Bertani-Maccarone-Piovaccari (capocannoniere nel 2010/11 e con Atzori spesso quarta scelta...) e forse capirete dove nasca il fenomeno. Squadre costruite per vincere e per vincere devi intanto dotarti di grandi realizzatori. Ma poi scopri la Reggina di Breda che di gol ne ha segnati quanti la superSamp, 14, che tiene ancora a secco Bonazzoli ma che intanto manda a bersaglio il resto della compagnia: quattro gol per Missiroli, Campagnacci e Ceravolo. Poi anche l'Empoli, dieci gol complessivi, che proprio contro la Reggina ha ritrovato la vittoria dopo quattro sconfitte di fila senza, però, aver mai perso il contributo di Ciccio Tavano: sei partite e sei gol. Una garanzia. E la corona di capocannoniere.
E ancora: l'Albinoleffe del dopo Mondonico, del nuovo corso di Fortunato e di Andrea Cocco, uno che cinque gol li aveva segnati in tutto il campionato scorso e che, quella quota, l'ha già toccata issando i bergamaschi, alla pari dell'Empoli, al quinto posto tra le squadre più prolifiche.
Volete una chiave di lettura in più? Che ne dite dell'effetto Zeman? Chi lo aveva seguito lo scorso anno a Foggia, tanto per non andare troppo lontano nel tempo, aveva già fiutato la traccia giusta perchè lí il bilancio si era chiuso con il miglior attacco e la peggior difesa del girone B della Prima Divisione; con il Pescara tredici gol segnati e tredici subiti, le sei partite degli abruzzesi hanno prodotto una media di 4,3 reti a gara. Uno show assicurato.
Tentiamo una sintesi: il gol è prerogativa di chi è parte per arrivare alla promozione ma non solo, alla festa settimanale stanno partecipando anche gli altri, anche quelli che, verosimilmente, dovranno "accontentarsi" di posizioni più defilate. È la "cultura" che sembra essere cambiata, migliorata a livello generale: andiamo in campo per farne uno in più degli avversari, è il grido di battaglia. E la presenza di tanta beata e forse anche un po' acerba gioventù sta contribuendo a facilitare il progetto...
Con una cornice cosí, adesso provate a spostarvi fin dentro Marassi, venerdi sera, fin dentro il cuore di una partita come Sampdoria-Torino. Immaginate i venticinquemila (o trentamila?) che trasformeranno il Ferraris nel posto più caldo che ci possa essere e immaginate la sfida: Atzori o Ventura? Bertani o Bianchi? La stessa voglia matta, lo stesso traguardo: la serie A. In una notte cosí, in un posto cosí, con due squadre cosí il gol sembra essere l'invitato eccellente perchè la Samp, lí davanti, ne ha per tutti i gusti (anche se per un po' dovrá fare a meno di Pozzi, infortunato) e perchè il 4-2-4 dei granata (che in trasferta finora hanno vinto tre volte su tre) è una mentalità precisa, ancor prima che un modulo disegnato alla lavagna.
Un mese fa, al debutto di questo campionato, in quello stesso stadio, Sampdoria e Padova si sfidarono e si rincorsero a ritmo di supergol (vi ricordate cosa combinò Milanetto? E la punizione di Palombo?): grandi squadre e grandi protagonisti. Quella sera finí 2-2 e già capimmo che quest'anno ci saremmo divertiti parecchio. Che l'abbuffata era appena cominciata.
Sky, la stagione infinita. Tutto il palinsesto dello sport
di DANIELE BARONE
E con quelli di lunedi sera nel posticipo di Empoli sono già 174. Sono davvero tanti. Non se ne vedevano cosí tanti da almeno sette anni (nel 2004/05, dopo sei giornate, erano stati 181). Per centosettantaquattro volte (scritto per esteso fa ancora un effetto migliore...) i telecronisti di Sky hanno gridato "goal!!".
Rispetto ad un anno fa c'è giá un saldo positivo di 38 gol, solo sette 0-0 finora, si segna alla media di 29 gol a giornata e di 2,6 gol a partita. Insomma, lo avete capito? Dalle nostre parti ci si diverte un bel po'. Verrebbe facile da individuare nella qualità complessiva di alcuni organici e, soprattutto, del parco attaccanti il merito di questa vera e propria pioggia di gol.
Prendete il Padova di Cacia (18 gol nello scorso campionato, due -meravigliosi- nelle ultime due giornate) o la Sampdoria di Pozzi-Bertani-Maccarone-Piovaccari (capocannoniere nel 2010/11 e con Atzori spesso quarta scelta...) e forse capirete dove nasca il fenomeno. Squadre costruite per vincere e per vincere devi intanto dotarti di grandi realizzatori. Ma poi scopri la Reggina di Breda che di gol ne ha segnati quanti la superSamp, 14, che tiene ancora a secco Bonazzoli ma che intanto manda a bersaglio il resto della compagnia: quattro gol per Missiroli, Campagnacci e Ceravolo. Poi anche l'Empoli, dieci gol complessivi, che proprio contro la Reggina ha ritrovato la vittoria dopo quattro sconfitte di fila senza, però, aver mai perso il contributo di Ciccio Tavano: sei partite e sei gol. Una garanzia. E la corona di capocannoniere.
E ancora: l'Albinoleffe del dopo Mondonico, del nuovo corso di Fortunato e di Andrea Cocco, uno che cinque gol li aveva segnati in tutto il campionato scorso e che, quella quota, l'ha già toccata issando i bergamaschi, alla pari dell'Empoli, al quinto posto tra le squadre più prolifiche.
Volete una chiave di lettura in più? Che ne dite dell'effetto Zeman? Chi lo aveva seguito lo scorso anno a Foggia, tanto per non andare troppo lontano nel tempo, aveva già fiutato la traccia giusta perchè lí il bilancio si era chiuso con il miglior attacco e la peggior difesa del girone B della Prima Divisione; con il Pescara tredici gol segnati e tredici subiti, le sei partite degli abruzzesi hanno prodotto una media di 4,3 reti a gara. Uno show assicurato.
Tentiamo una sintesi: il gol è prerogativa di chi è parte per arrivare alla promozione ma non solo, alla festa settimanale stanno partecipando anche gli altri, anche quelli che, verosimilmente, dovranno "accontentarsi" di posizioni più defilate. È la "cultura" che sembra essere cambiata, migliorata a livello generale: andiamo in campo per farne uno in più degli avversari, è il grido di battaglia. E la presenza di tanta beata e forse anche un po' acerba gioventù sta contribuendo a facilitare il progetto...
Con una cornice cosí, adesso provate a spostarvi fin dentro Marassi, venerdi sera, fin dentro il cuore di una partita come Sampdoria-Torino. Immaginate i venticinquemila (o trentamila?) che trasformeranno il Ferraris nel posto più caldo che ci possa essere e immaginate la sfida: Atzori o Ventura? Bertani o Bianchi? La stessa voglia matta, lo stesso traguardo: la serie A. In una notte cosí, in un posto cosí, con due squadre cosí il gol sembra essere l'invitato eccellente perchè la Samp, lí davanti, ne ha per tutti i gusti (anche se per un po' dovrá fare a meno di Pozzi, infortunato) e perchè il 4-2-4 dei granata (che in trasferta finora hanno vinto tre volte su tre) è una mentalità precisa, ancor prima che un modulo disegnato alla lavagna.
Un mese fa, al debutto di questo campionato, in quello stesso stadio, Sampdoria e Padova si sfidarono e si rincorsero a ritmo di supergol (vi ricordate cosa combinò Milanetto? E la punizione di Palombo?): grandi squadre e grandi protagonisti. Quella sera finí 2-2 e già capimmo che quest'anno ci saremmo divertiti parecchio. Che l'abbuffata era appena cominciata.
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