Juve di seconda mano: l’usato sicuro piace a Conte
CalcioPirlo, Vucinic e Lichtsteiner sono i nuovi acquisti entrati nelle grazie del tecnico. Per il resto i bianconeri, che riassaporano sogni di scudetto dopo anni disgraziati, ringraziano i loro senatori: Marchisio. Buffon, ma anche Barzagli e Chiellini
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di Claudio Barbieri
Quarantotto milioni di euro: tanto ha speso il dg della Juventus Beppe Marotta in estate per portare a Torino cinque nuovi giocatori: Stephan Lichtsteiner, Eljero Elia, Emanuele Giaccherini, Arturo Vidal e Mirko Vucinic. Certo, sono arrivati anche altri innesti, come i parametri zero Andrea Pirlo, Michele Pazienza e Reto Ziegler, quest’ultimo imbarcato dopo poche settimane sul primo aereo per la Turchia. Inoltre il club di via Galileo Ferraris ha speso altri milioni per riscattare le comproprietà ereditate dal mercato 2010: Quagliarella, Matri, Motta, Pepe. Dopo cinque giornate in cui la Juve, capolista assieme all’Udinese, è ancora imbattuta, si possono tracciare i primi bilanci sull’efficacia dei nuovi arrivati.
Gallina vecchia... – Un dato balza subito all’occhio. Pur cambiando, di fatto, tre moduli (4-2-4, 4-4-2 e l’ultimo 4-1-4-1), Antonio Conte ha già creato l’ossatura della squadra che dovrà provare a far dimenticare i due settimi posti consecutivi ai milioni di tifosi juventini sparsi in giro per l’Italia. E la colonna vertebrale è tutta per così dire, datata.
Si parte da Gigi Buffon, sempre presente e perno di una difesa che lentamente sta cominciando a carburare. Davanti a lui la nota lieta è Andrea Barzagli, convocato in Nazionale da Cesare Prandelli visto l’alto rendimento tenuto nei 478 minuti giocati in campionato. Molto presente anche Giorgio Chiellini, che dopo un paio di svarioni ha giocato alla grande contro il Milan tornando alle origini come terzino sinistro.
A centrocampo è esploso, per l’ennesima volta in carriera, Claudio Marchisio, 464 minuti giocati e sorprendente top scorer della Juve con tre gol, compresi i due che hanno steso il Milan, mentre ha trovato molto spazio Simone Pepe (407), che a luglio sembrava destinato a cambiare aria.
Davanti invece Conte sta centellinando le forze: il più utilizzato in cinque gare è Alessandro Matri con 265 minuti, ovvero poco più di un tempo per partita, con Quagliarella fermo a 14 minuti e Toni e l’epurato Amauri ancora al palo.
Non solo Pirlo – Il campione del mondo arrivato dal Milan a parametro zero è, a detta di tutti, il colpo più azzeccato dalla dirigenza bianconera dai tempi di Zidane. Il playmaker, alla faccia dei 32 anni, è sempre in campo (478 minuti) e nel vivo dell’azione.
Molto bene tra i nuovi anche Lichtsteiner, che si è appropriato con autorità della fascia destra e non trova concorrenza in casa vista l’implosione di Motta. Per il resto Conte dimostra di avere in mente un inserimento graduale per i nuovi, specie per chi non conosce il campionato italiano. Così se Vucinic può cominciare indifferentemente dalla panchina e nell’undici iniziale (226 minuti, ma una giornata saltata per squalifica), così non vale per le altre new-entry.
Vidal, titolare a Catania e contro il Milan, non ha ancora convinto in nessuna zona del campo, come dimostra il suo minutaggio limitato (277); peggio sta andando a Elia, 48 deludenti minuti in campo nel pareggio del Massimino, e a Estigarribia, visto per ora solo in allenamento e oggetto del mistero per i tifosi della Signora.
Insomma, Conte punta sull’usato sicuro per tornare sul gradino più alto del podio e stappare quel magnum di champagne che è ormai in fresco da troppi anni.
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di Claudio Barbieri
Quarantotto milioni di euro: tanto ha speso il dg della Juventus Beppe Marotta in estate per portare a Torino cinque nuovi giocatori: Stephan Lichtsteiner, Eljero Elia, Emanuele Giaccherini, Arturo Vidal e Mirko Vucinic. Certo, sono arrivati anche altri innesti, come i parametri zero Andrea Pirlo, Michele Pazienza e Reto Ziegler, quest’ultimo imbarcato dopo poche settimane sul primo aereo per la Turchia. Inoltre il club di via Galileo Ferraris ha speso altri milioni per riscattare le comproprietà ereditate dal mercato 2010: Quagliarella, Matri, Motta, Pepe. Dopo cinque giornate in cui la Juve, capolista assieme all’Udinese, è ancora imbattuta, si possono tracciare i primi bilanci sull’efficacia dei nuovi arrivati.
Gallina vecchia... – Un dato balza subito all’occhio. Pur cambiando, di fatto, tre moduli (4-2-4, 4-4-2 e l’ultimo 4-1-4-1), Antonio Conte ha già creato l’ossatura della squadra che dovrà provare a far dimenticare i due settimi posti consecutivi ai milioni di tifosi juventini sparsi in giro per l’Italia. E la colonna vertebrale è tutta per così dire, datata.
Si parte da Gigi Buffon, sempre presente e perno di una difesa che lentamente sta cominciando a carburare. Davanti a lui la nota lieta è Andrea Barzagli, convocato in Nazionale da Cesare Prandelli visto l’alto rendimento tenuto nei 478 minuti giocati in campionato. Molto presente anche Giorgio Chiellini, che dopo un paio di svarioni ha giocato alla grande contro il Milan tornando alle origini come terzino sinistro.
A centrocampo è esploso, per l’ennesima volta in carriera, Claudio Marchisio, 464 minuti giocati e sorprendente top scorer della Juve con tre gol, compresi i due che hanno steso il Milan, mentre ha trovato molto spazio Simone Pepe (407), che a luglio sembrava destinato a cambiare aria.
Davanti invece Conte sta centellinando le forze: il più utilizzato in cinque gare è Alessandro Matri con 265 minuti, ovvero poco più di un tempo per partita, con Quagliarella fermo a 14 minuti e Toni e l’epurato Amauri ancora al palo.
Non solo Pirlo – Il campione del mondo arrivato dal Milan a parametro zero è, a detta di tutti, il colpo più azzeccato dalla dirigenza bianconera dai tempi di Zidane. Il playmaker, alla faccia dei 32 anni, è sempre in campo (478 minuti) e nel vivo dell’azione.
Molto bene tra i nuovi anche Lichtsteiner, che si è appropriato con autorità della fascia destra e non trova concorrenza in casa vista l’implosione di Motta. Per il resto Conte dimostra di avere in mente un inserimento graduale per i nuovi, specie per chi non conosce il campionato italiano. Così se Vucinic può cominciare indifferentemente dalla panchina e nell’undici iniziale (226 minuti, ma una giornata saltata per squalifica), così non vale per le altre new-entry.
Vidal, titolare a Catania e contro il Milan, non ha ancora convinto in nessuna zona del campo, come dimostra il suo minutaggio limitato (277); peggio sta andando a Elia, 48 deludenti minuti in campo nel pareggio del Massimino, e a Estigarribia, visto per ora solo in allenamento e oggetto del mistero per i tifosi della Signora.
Insomma, Conte punta sull’usato sicuro per tornare sul gradino più alto del podio e stappare quel magnum di champagne che è ormai in fresco da troppi anni.
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