Testa, cuore e gambe. Juve, sognare non è più vietato
CalcioDall'alto della classifica la formazione di Conte può pensare in grande. Merito delle migliorie portate dal tecnico: non solo nuovi giocatori, ma anche duttilità tattica e mentalità vincente. La fame di successi potrebbe fare la differenza
Serie A, la 1.a giornata si giocherà il 21 dicembre
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Questione di spirito, ma anche di qualità, consapevolezza, coraggio. E' facile certificare, dopo cinque giornate, che Antonio Conte ha trasformato la Juventus in due aspetti fondamentali: la testa (i giocatori non hanno più paura) e la disposizione in campo (ognuno sa che cosa deve fare). Esattamente come aveva promesso Antonio Conte, cui in estate qualcuno dava dell'utopista magari anche un po' presuntuoso.
La Juve c'è, dunque. Con tutti i propri limiti che ne confermano ancor più la bontà dell'impianto: la squadra infatti è priva di un terzino sinistro all'altezza (nonostante la grande prova di Chiellini), non ha un vice-Pirlo, ha ancora tre oggetti quasi misteriosi all'ala (Krasic, Elia e Estigarribia) e non ha una punta di valore superiore, alla Ibra, per intendersi. Con tutte le insidie del caso (la sindrome delle 'piccole', gia' presente lo scorso anno, ha colpito ancora con Bologna e Catania), che la squadra troverà, nei panni scomodi della sorpresa, obbligata adesso a confermare aspettative assai cresciute.
La serata trionfale contro il Milan ha regalato anche un'altra positiva novità su Conte: la duttilità tattica, esatto opposto della rigidità che precedenti tecnici, come Del Neri e Ranieri, avevano manifestato nel disegnare le proprie squadre. Oltre ad adottare il 4-1-4-1, accantonando lo schieramento in cui crede di più, il 4-2-4, Conte ha virato su Chiellini terzino, ridando fiducia a Bonucci: risultato, il livornese si è liberato dalle insicurezze ed ha fatto una grande partita, mentre l'ex barese ha giocato senza sbavature, come non accadeva da un anno. Altro esempio: Conte non ha esitato a togliere il deludente Krasic per fare entrare il giocatore meno da vetrina di tutto il reparto, Giaccherini, ma anche qui ha avuto ragione.
Infine, la saggezza, dotazione indispensabile per un tecnico di valore: "Solo al giro di boa potremo sapere quanto valiamo veramente", ha detto Conte. E' un punto di riferimento ma anche un messaggio alla squadra: la continuità nell'atteggiamento in campo - è il pensiero di Conte - è una verifica troppo importante, forse la più importante di tutte. Cesare Prandelli, intanto, premia la Juventus con sei convocazioni, tra cui quel Barzagli ex campione del mondo di cui si erano perse le tracce e a cui Lippi aveva preferito altri giocatori. Anche qui, lo zampino di Conte è stato decisivo: Barzagli era partito riserva nei piani d'estate, ma si è subito conquistato il posto a suon di prestazioni. In questa Juve, insomma, c'è posto per tutti: basta meritarlo.
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Questione di spirito, ma anche di qualità, consapevolezza, coraggio. E' facile certificare, dopo cinque giornate, che Antonio Conte ha trasformato la Juventus in due aspetti fondamentali: la testa (i giocatori non hanno più paura) e la disposizione in campo (ognuno sa che cosa deve fare). Esattamente come aveva promesso Antonio Conte, cui in estate qualcuno dava dell'utopista magari anche un po' presuntuoso.
La Juve c'è, dunque. Con tutti i propri limiti che ne confermano ancor più la bontà dell'impianto: la squadra infatti è priva di un terzino sinistro all'altezza (nonostante la grande prova di Chiellini), non ha un vice-Pirlo, ha ancora tre oggetti quasi misteriosi all'ala (Krasic, Elia e Estigarribia) e non ha una punta di valore superiore, alla Ibra, per intendersi. Con tutte le insidie del caso (la sindrome delle 'piccole', gia' presente lo scorso anno, ha colpito ancora con Bologna e Catania), che la squadra troverà, nei panni scomodi della sorpresa, obbligata adesso a confermare aspettative assai cresciute.
La serata trionfale contro il Milan ha regalato anche un'altra positiva novità su Conte: la duttilità tattica, esatto opposto della rigidità che precedenti tecnici, come Del Neri e Ranieri, avevano manifestato nel disegnare le proprie squadre. Oltre ad adottare il 4-1-4-1, accantonando lo schieramento in cui crede di più, il 4-2-4, Conte ha virato su Chiellini terzino, ridando fiducia a Bonucci: risultato, il livornese si è liberato dalle insicurezze ed ha fatto una grande partita, mentre l'ex barese ha giocato senza sbavature, come non accadeva da un anno. Altro esempio: Conte non ha esitato a togliere il deludente Krasic per fare entrare il giocatore meno da vetrina di tutto il reparto, Giaccherini, ma anche qui ha avuto ragione.
Infine, la saggezza, dotazione indispensabile per un tecnico di valore: "Solo al giro di boa potremo sapere quanto valiamo veramente", ha detto Conte. E' un punto di riferimento ma anche un messaggio alla squadra: la continuità nell'atteggiamento in campo - è il pensiero di Conte - è una verifica troppo importante, forse la più importante di tutte. Cesare Prandelli, intanto, premia la Juventus con sei convocazioni, tra cui quel Barzagli ex campione del mondo di cui si erano perse le tracce e a cui Lippi aveva preferito altri giocatori. Anche qui, lo zampino di Conte è stato decisivo: Barzagli era partito riserva nei piani d'estate, ma si è subito conquistato il posto a suon di prestazioni. In questa Juve, insomma, c'è posto per tutti: basta meritarlo.
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