Calcioscommesse. Tnas, respinta l'istanza di Cristiano Doni

Calcio
cristiano_doni_getty

Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport ha respinto la istanza presentata dall'ex capitano dell'Atalanta, che chiedeva la sospensione della squalifica di 3 anni e 6 mesi comminata dalla Commissione Disciplinare Nazionale

CALCIOSCOMMESSE - La sentenza della Disciplinare - Le richieste di Palazzi al processo sportivo - Tutto sullo scandalo scommesse - I legali di Doni: "La giustizia ordinaria? E' un'ipotesi"

VIDEO:
I 18 match sospetti - Orgoglio atalantino: tifosi in piazza

Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (TNAS) ha respinto l'istanza presentata da Cristiano Doni che chiedeva la sospensione della squalifica di 3 anni e 6 mesi comminata dalla Commissione Disciplinare Nazionale e confermata dalla Corte di Giustizia Federale.

"Sono amareggiato, deluso e soprattutto sconcertato. Mi sento preso in giro. Mi sento calunniato da una serie di persone di poca credibilità”. Cristiano Doni parla così, in un'intervista all'Eco di Bergamo, delle motivazioni della Corte di giustizia federale a proposito del ricorso respinto circa la squalifica a tre anni e sei mesi per il caso scommesse. "Ma non posso accettare che anche i giudici travisino i fatti. Perché in primo grado erano stati solo superficiali, ma in secondo grado è stato peggio" ha continuato Doni, che poi ha spiegato di sentirsi "la vittima di una sentenza esemplare, nel senso che hanno scelto di colpirne uno per educarne cento. Ed è meglio colpire uno conosciuto, che dei giocatori di serie C con minor interesse mediatico".

Il capitano nerazzurro ribadisce di non conoscere i personaggi che l'hanno coinvolto nella vicenda. "Scrivono di continui rapporti di Doni con Erodiani, Bellavista, Parlato, Gervasoni e Santoni. Ma è acclarato - continua - che io conosco solo Santoni. Mai parlato con gli altri, mai sentiti e mai conosciuti". Quanto a Paoloni, secondo i giudici avrebbe dichiarato a proposito di Doni: "Sono sicuro del suo coinvolgimento nella partita Atalanta-Piacenza". L'atalantino replica così: "Ma negli atti non c'è nessuna dichiarazione del genere rilasciata da Paoloni. Che l'11 luglio non è stato interrogato da nessuno. E mi dite che questa è giustizia?". Doni ha anche annunciato che ricorrerà alla giustizia ordinaria in caso di mancato annullamento della squalifica da parte del Tnas, cui ha già presentato ricorso. Circa la partita incriminata, Atalanta-Piacenza, l'attaccante ammette che forse qualcosa di strano ci fu, negando comunque ogni responsabilità. "Il sospetto c'è, non sono scemo, lo vedo anch'io - ha sottolineato -. Che ne so se qualche giocatore del Piacenza ha fatto dei guai... E poi se uno vuole perdere state sicuri che non lo va a dire agli avversari, non ho mai visto una cosa del genere... Ma dai... Ma io che colpe ho?".