Inter, Milan, mercato: soldi buttati e affari sfumati
CalcioSoldi spesi male e qualche colpo a parametro zero nel reparto sbagliato. Il mercato delle milanesi, tristemente affiancate nella parte destra della classifica, non è stato esaltante e si conferma lacunoso dopo poche giornate. Non si poteva fare di meglio?
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di Matteo Veronese
Tanti soldi spesi male, qualche colpo a parametro zero nel reparto sbagliato. Il mercato delle milanesi, tristemente affiancate nella parte destra (e per di più bassa) della classifica, non è stato esaltante in partenza e si conferma lacunoso già dopo poche giornate.
Partiamo dall'Inter, che ha incassato circa 35 milioni dalle cessioni di Eto'o e Santon, oltre che dai prestiti onerosi di Mariga e Pandev. Branca&co ne hanno spesi poco più di 36 per portare alla Pinetina i volti nuovi di Jonathan, Alvarez, Castaignos e Forlan, riscattare Nagatomo e lo sfortunato Viviano, prendere in prestito Zarate. Sette acquisti che faticano a ingranare come ad entrare nei cuori dei tifosi nerazzurri. Un solo titolare inamovibile, anche perché ci si è accorti in ritardo che in Champions non può essere schierato. Potendo riattaccare i foglietti strappati al calendario e tornare ad agosto, quando il mercato era ancora aperto e molti giocatori non ancora accasati, come si sarebbe potuto spendere meglio il tesoretto nelle casse di Corso Vittorio Emanuele? Considerando che all'epoca sulla panchina dell'Inter sedeva ancora il profeta del 3-4-3 Gasperini, con 15 milioni si portava a casa Inler, che ha tentennato parecchio prima di accettare il trasferimento al Napoli. Lo svizzero avrebbe irrobustito un centrocampo dai muscoli di cristallo (Thiago Motta e Stankovic) e in chiaro debito d'ossigeno (Cambiasso, Zanetti). Più o meno alla stessa cifra si è accasato a Torino, sponda Juve, Mirko Vucinic. Seconda se non terza scelta dei bianconeri dietro a "top player" del calibro di Aguero e Rossi, nel modulo dell'Inter avrebbe svariato sul fronte d'attacco nerazzurro e ricoperto praticamente tutti i ruoli. Un piccolo, ulteriore sforzo, e con una decina di milioni all'Inter sarebbe potuto finire anche l'esterno mancino che manca da anni, inseguito da Moratti già da alcune sessioni di mercato: Kolarov. Il terzino dal mancino al tritolo del City si è visto scavalcare nelle gerarchie da Clichy, arrivato dall'Arsenal per circa 8 milioni di euro. L'ex laziale è sceso in campo solamente due volte quest'anno, e in caso di un interessamento da parte dell'Inter, Mancini avrebbe di certo messo una buona parola per il suo trasferimento a un prezzo agevolato rispetto al valore stimato per il cartellino del serbo, che si aggira sui 13 milioni. Volendo restare nei limiti imposti dal temutissimo Fair Play Finanziario, si sarebbe potuta convincere la Fiorentina a cedere Cerci, rivelazione del campionato in corso, pagato alla Roma 4 milioni un anno fa e poco convincente fino a settembre. 3 milioni per il Cerci formato 2010-2011 sembrerebbero un prezzo accettabile, così come i 2 spesi dalla Roma per il prestito di Kjaer: due anni di esperienza nel Palermo gli avrebbero agevolato l'impatto con il ritorno al calcio italiano e permesso di far rifiatare Lucio e Samuel ma soprattutto avrebbero impedito a Gasperini di schierare al loro fianco Zanetti. Tutto, ma davvero tutto, meno che un centrale difensivo.
E i nuovi acquisti del Milan, come se la passano? Non molto meglio. I 6 milioni incassati dalle comproprietà di Merkel e Verdi sono stati reinvestiti (con qualche spicciolo in più) nella metà del cartellino di El Shaarawy e in quello di Nocerino. Il primo non è stato inserito nella lista Uefa e si è infortunato quasi subito, ma dalla sua gioca l'età e l'investimento potrebbe venire ripagato a breve. Il secondo ha destato da subito qualche perplessità perfino in Montolivo, figuriamoci nei tifosi rossoneri. Non sappiamo e non sapremo mai cosa ne pensi Allegri, ma non è difficile ipotizzare che l'allenatore livornese avrebbe saputo trarre di più da Lazzari, con il quale aveva già lavorato a Cagliari e che più avrebbe rispettato l'identikit del "Mister X" dipinto da Galliani per il ruolo di mezz'ala sinistra. Come minimo dalla sua, il buon Andrea, avrebbe vantato il capello folto e l'occhio ceruleo. Dato il mini-tesoretto a disposizione e i riscatti di Boateng (completato per 7 milioni) e Ibrahimovic (24 milioni da pagare a rate al Barcellona), in via Turati si è lavorato con la solita abilità sui "parametro zero": sono arrivati l'infortunato Mexes (chi ha detto Onyewu?) e l'oggetto misterioso Taiwo. Due acquisti che vanno a rinforzare se così si può dire il reparto meno battuto del 2010-2011 per distacco (i rossoneri nello scorso campionato avevano subito 24 gol, Lazio e Napoli, seconde ex-aequo, addirittura 39) e che schiera il difensore più forte del mondo e un certo Nesta, sollevano legittimamente qualche dubbio: perché non si è puntato in maniera più convinta su un attaccante come Klose? Il tedesco, prima corteggiato come vice Ibra e in seguito arrivato a parametro zero alla Lazio, ha già timbrato il cartellino 3 volte in campionato. Esattamente i gol segnati da Ibrahimovic, Cassano ed El Shaarawy. Sommati.
Milan e Inter mai così in basso, dì la tua nei forum rossonero e nerazzurro
FOTO: Milan, sei vecchio: la lunga lista dei pensionabili - Inter, ecco i colpevoli. E adesso chi verrà tagliato?
di Matteo Veronese
Tanti soldi spesi male, qualche colpo a parametro zero nel reparto sbagliato. Il mercato delle milanesi, tristemente affiancate nella parte destra (e per di più bassa) della classifica, non è stato esaltante in partenza e si conferma lacunoso già dopo poche giornate.
Partiamo dall'Inter, che ha incassato circa 35 milioni dalle cessioni di Eto'o e Santon, oltre che dai prestiti onerosi di Mariga e Pandev. Branca&co ne hanno spesi poco più di 36 per portare alla Pinetina i volti nuovi di Jonathan, Alvarez, Castaignos e Forlan, riscattare Nagatomo e lo sfortunato Viviano, prendere in prestito Zarate. Sette acquisti che faticano a ingranare come ad entrare nei cuori dei tifosi nerazzurri. Un solo titolare inamovibile, anche perché ci si è accorti in ritardo che in Champions non può essere schierato. Potendo riattaccare i foglietti strappati al calendario e tornare ad agosto, quando il mercato era ancora aperto e molti giocatori non ancora accasati, come si sarebbe potuto spendere meglio il tesoretto nelle casse di Corso Vittorio Emanuele? Considerando che all'epoca sulla panchina dell'Inter sedeva ancora il profeta del 3-4-3 Gasperini, con 15 milioni si portava a casa Inler, che ha tentennato parecchio prima di accettare il trasferimento al Napoli. Lo svizzero avrebbe irrobustito un centrocampo dai muscoli di cristallo (Thiago Motta e Stankovic) e in chiaro debito d'ossigeno (Cambiasso, Zanetti). Più o meno alla stessa cifra si è accasato a Torino, sponda Juve, Mirko Vucinic. Seconda se non terza scelta dei bianconeri dietro a "top player" del calibro di Aguero e Rossi, nel modulo dell'Inter avrebbe svariato sul fronte d'attacco nerazzurro e ricoperto praticamente tutti i ruoli. Un piccolo, ulteriore sforzo, e con una decina di milioni all'Inter sarebbe potuto finire anche l'esterno mancino che manca da anni, inseguito da Moratti già da alcune sessioni di mercato: Kolarov. Il terzino dal mancino al tritolo del City si è visto scavalcare nelle gerarchie da Clichy, arrivato dall'Arsenal per circa 8 milioni di euro. L'ex laziale è sceso in campo solamente due volte quest'anno, e in caso di un interessamento da parte dell'Inter, Mancini avrebbe di certo messo una buona parola per il suo trasferimento a un prezzo agevolato rispetto al valore stimato per il cartellino del serbo, che si aggira sui 13 milioni. Volendo restare nei limiti imposti dal temutissimo Fair Play Finanziario, si sarebbe potuta convincere la Fiorentina a cedere Cerci, rivelazione del campionato in corso, pagato alla Roma 4 milioni un anno fa e poco convincente fino a settembre. 3 milioni per il Cerci formato 2010-2011 sembrerebbero un prezzo accettabile, così come i 2 spesi dalla Roma per il prestito di Kjaer: due anni di esperienza nel Palermo gli avrebbero agevolato l'impatto con il ritorno al calcio italiano e permesso di far rifiatare Lucio e Samuel ma soprattutto avrebbero impedito a Gasperini di schierare al loro fianco Zanetti. Tutto, ma davvero tutto, meno che un centrale difensivo.
E i nuovi acquisti del Milan, come se la passano? Non molto meglio. I 6 milioni incassati dalle comproprietà di Merkel e Verdi sono stati reinvestiti (con qualche spicciolo in più) nella metà del cartellino di El Shaarawy e in quello di Nocerino. Il primo non è stato inserito nella lista Uefa e si è infortunato quasi subito, ma dalla sua gioca l'età e l'investimento potrebbe venire ripagato a breve. Il secondo ha destato da subito qualche perplessità perfino in Montolivo, figuriamoci nei tifosi rossoneri. Non sappiamo e non sapremo mai cosa ne pensi Allegri, ma non è difficile ipotizzare che l'allenatore livornese avrebbe saputo trarre di più da Lazzari, con il quale aveva già lavorato a Cagliari e che più avrebbe rispettato l'identikit del "Mister X" dipinto da Galliani per il ruolo di mezz'ala sinistra. Come minimo dalla sua, il buon Andrea, avrebbe vantato il capello folto e l'occhio ceruleo. Dato il mini-tesoretto a disposizione e i riscatti di Boateng (completato per 7 milioni) e Ibrahimovic (24 milioni da pagare a rate al Barcellona), in via Turati si è lavorato con la solita abilità sui "parametro zero": sono arrivati l'infortunato Mexes (chi ha detto Onyewu?) e l'oggetto misterioso Taiwo. Due acquisti che vanno a rinforzare se così si può dire il reparto meno battuto del 2010-2011 per distacco (i rossoneri nello scorso campionato avevano subito 24 gol, Lazio e Napoli, seconde ex-aequo, addirittura 39) e che schiera il difensore più forte del mondo e un certo Nesta, sollevano legittimamente qualche dubbio: perché non si è puntato in maniera più convinta su un attaccante come Klose? Il tedesco, prima corteggiato come vice Ibra e in seguito arrivato a parametro zero alla Lazio, ha già timbrato il cartellino 3 volte in campionato. Esattamente i gol segnati da Ibrahimovic, Cassano ed El Shaarawy. Sommati.
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