Quel "Rolandinho" granata che ha preso il Toro per le corna

Calcio
Rolando Bianchi ha segnato ben 61 reti nelle 119 partite giocate con il Torino (Getty)
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B COME BARONE. Il punto del nostro Daniele Barone, la voce della Serie Bwin, dopo la 10a giornata del campionato cadetto. L'attaccante del Toro è una vera macchina da gol: uno ogni due partite. Il suo sogno? La Nazionale. Caro Prandelli, sei avvisato...

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NEWS: E' gran Torino: vittoria e allungo, +6 sulle seconde

di DANIELE BARONE

C’è stato un momento in cui avevano cominciato a chiamarlo Rolandinho e ancora oggi qualcuno che se ne ricorda lo trovi. Tutto perché, dopo un gol su rigore in un Siena-Reggina, il medico della squadra calabrese, il dottor Favasuli, corse ad abbracciarlo e glielo urlò dritto in faccia, felice come un bambino. “Rolandinho!!!”. Una storia di cinque anni fa. Eppure Rolando Bianchi poco ha del giocatore brasiliano o almeno di quel tipo di giocatore brasiliano che ci riempie gli occhi con un colpo di tacco, un passaggio no-look o una rabona. Lui fa gol, lui fa caterve di gol e tanto basta. Ne ha buttati dentro 61 nelle 119 partite giocate con il Torino (un’altra trentina con Cagliari, Reggina, Manchester City e Lazio), la media viene facile: uno ogni due partite. Mostruoso.

L’ultimo, sabato, contro la Juve Stabia, il quinto in campionato, il quarto decisivo (12  dei 26 punti della squadra di Ventura sono esclusivamente roba sua) e una sensazione fortissima: questa volta i suoi gol saranno l’acceleratore per la promozione in A . Questa volta sembra quella buona, per lui e per la squadra, dopo che i 45 gol dell’ultimo biennio erano diventati materiale buono per gli almanacchi e basta. Hai Rolando Bianchi e, lì davanti, la speranza che qualcosa alla fine succeda la devi sempre avere. La puoi avere. Come è successo sabato, appunto.

Lunedì sera Rolando è stato a Sky, ospite di Mondo Gol. Cattaneo e Trevisani gli hanno chiesto del Manchester City, della Premier, di com’è lasciarsi l’Italia alle spalle e provare anche il calcio degli altri (“Bellissimo! Esperienza che mi ha aiutato molto a maturare”) ma è stato solo lo svago di una sera, i piedi e pensieri sono già dentro la B (“campionato che a me piace molto e parecchio cresciuto negli ultimi anni”), il Toro (“quest’anno siamo più squadra e tutti hanno contribuito a dare più serenità”) e in questo progetto da realizzare. Finalmente. “Il Torino deve stare in A”.

E, poi, quell’altro progetto, quello con la P maiuscola, che passa inevitabilmente dal Torino e dalla sua promozione in A. E’ un progetto colorato d’azzurro. “Penso alla Nazionale… Ci penso sempre. La condizione di base è che io possa tornare a giocare in A e, in questo, il Torino può darmi una mano. E’ vero che Prandelli ha convocato anche Ogbonna ma per i difensori il discorso è diverso, in Italia di quelli bravi come lui ce ne sono pochi; tra gli attaccanti la concorrenza è più forte, specie adesso che vengono convocati anche gli oriundi”.
Lui è Rolando Bianchi detto Rolandinho, bomber italiano e nomignolo esotico. Caro Prandelli, sembra perfetto.

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