Conte bacia l'acqua santa, Ancelotti e Maradona guardano le partite con il rosario tra le dita. E poi gli "Atleti di Cristo". Zagalo e il suo numero 13. Fino al santino nascosto nel parastinchi di Tardelli nel Mundial '82. FOTO
Alla sua Juventus non bastano Vidal, Marchisio, Pirlo e Buffon. Antonio Conte, prima della partita contro il Chievo, ha chiesto l'intervento divino baciando una bottiglietta contenente acqua benedetta (foto Sky)
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
A lanciare la "moda" dell'acqua santa in campo ci pensò Trapattoni: nel Mondiale nippo-coreano del 2002, usava versare il liquido benedetto davanti alla sua panchina. Il Trap credeva di esser protetto. Poi arrivò l'arbitro Moreno
Ave Maggica: se la Roma diventa una religione
Al fascino religioso in campo non ha resistito nemmeno Carlo Ancelotti. Nel suo ultimo anno al Milan, Carletto seguiva spesso le partite stringendo tra le mani un piccolo rosario
San Gennaro e San Cavani. A Napoli si fa festa così
Una delle immagini del Mondiale sudafricano del 2010 è questa: Diego Armando Maradona, allenatore dell'Argentina, che segue le partite della sua squadra con una coroncina ben stretta tra le dita
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
Un capitolo a parte meritano gli "Atleti di Cristo". A ogni gol, a ogni vittoria, c'è una dedica...divina. Qui Kaka mostra la maglietta con la scritta "Io appartengo a Gesù"
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
Anche Nicola Legrottaglie è un "Atleta di Cristo". E, a giudicare da come esulta, si vede
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
Legrottaglie varia spesso le frasi scritte sulla sottomaglia ma il destinatario è sempre lo stesso
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
Per Legrottaglie nulla è casuale. Quando era alla Juventus giocava con il 33. Una casualità? Macchè. Il numero ricordava gli anni che aveva Gesù quando è morto
Natale nel pallone, quando il calcio è religione
Cavani: altro "Atleta di Cristo", altra maglia con dedica
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Duro, rude, irascibile e spigoloso. Ma quando si parla di religione Felipe Melo c'è. Anche lui si è arruolato nella schiera degli "Atleti di Cristo" e a ogni gol non manca mai il ringraziamento
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
I tatuaggi gli adornano buona parte del petto. E così, tra tribali, stelle e scritte di ogni tipo, Ezequiel Lavezzi ha trovato posto anche per un Cristo sofferente con tanto di corona di spine. Spirito religioso o gusto per il kitsch?
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Giovanni Paolo II: un ever green, soprattutto tra i calciatori polacchi. Per conferme chiedere al portiere della Fiorentina, Artur Boruc
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Patryck Maleski, del Wisla Cracovia, a Papa Wojtyla ha dedicato addirittura il gol messo a segno nel preliminare di Champions giocato contro l'Hapoel
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Calcio e religione vanno spesso a braccetto. Soprattutto in Brasile. Mario Zagalo, per esempio, vestiva sempre la maglia numero 13. Il motivo? Semplice: il 13 di giugno si celebra S.Antonio, il santo a cui lui e la moglie sono devoti
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Marco Tardelli ha dichiarato di aver giocato il Mondiale del 1982 con un santino nei parastinchi
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici
Paulo Roberto Falcao era abituato ad entrare in campo, a toccare l'erba e a farsi il segno della croce. Il gesto è abbastanza usuale ma per lui, pare, avesse un significato speciale
Dio, papa e... calcio: quando atleti e tecnici si scoprono mistici